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Under 14

È il miglior portiere di Milano e ha solo 14 anni: è una saracinesca, para un rigore e alza la coppa

Decisivo durante la stagione e nella finale contro la Baranzatese parando il rigore decisivo: «Sapevo che avremmo vinto»

Mirko Pietro Garbin

MILANO F.A. • Mirko Garbin, saracinesca dei Blues di Mortillaro, protagonista nella finale del campionato provinciale

Il guardiano, l'angelo custode che veglia sulla porta come un leone ferocemente protettivo sulla sua tana. L'ultima linea di difesa, il fondamento su cui si basa un'intera squadra e con essa anche il successo della stessa: il portiere. E Mirko Garbin, estremo difensore della Milano F.A. Under 14, lo sa bene, benissimo, forse a memoria. Perché la vittoria, prima del girone e poi della finale, passa anche da lui e dai suoi guantoni. La parata miracolosa su Bara (difensore della Baranzatese) al terzo minuto del secondo tempo supplementare, l'intuizione che porta al rigore parato a capitan Pagnotta e le 17 reti inviolate stagionali fanno di lui uno degli MVP del campionato provinciale di Milano.

CHI È

Determinazione, voglia di raggiungere obiettivi e sacrificio, ma anche molta timidezza:«Mirko è un ragazzo molto genuino e solare, si lascia trasportare dalle belle situazioni e riesce a trasmettere fiducia e serenità a chi gli sta intorno. È un ragazzo semplice che in campo ha voglia di lavorare e migliorarsi giorno dopo giorno», così viene descritto dal suo tecnico Marcello Mortillaro. Ed è proprio la semplicità, che a volte, ripaga. In un mondo in cui le giornate vanno sempre più veloci, sono cadenzate da ritmi elevati, la genuinità e la semplicità sono valori che si vanno sempre più disperdendo, cedendo il posto a superficialità e maleducazione. Il suo è un percorso che inizia ben dieci anni fa, quando aveva soli 4 anniDa piccolino aveva visto suo fratello, che è un anno più grande, giocare al campo e dalla volta seguente si era presentato con i suoi guanti da portiere. La società Virtus Binasco gli ha consentito di giocare per un periodo con i più grandi, per poi andare nella propria categoria», rivela la mamma. Poi il trasferimento nella società non lontana da casa nel 2020, il Rozzano, dove è stato per ben tre anni mettendosi in mostra con grandi prestazioni, tra cui quella con il Milan U13 di Tino Borneo nell'ultimo anno, rendendosi protagonista con parate incredibili a giocatori del calibro di Akram Jadid. Inoltre, fatto molto interessante, ha messo a segno due gol in maglia biancoverde: il primo dalla propria porta rinviando, grazie ad una spizzata fortuita del difensore avversario che ha eluso il portiere, il secondo nel torneo di Cesenatico su punizione con una "cannonata". L'estate scorsa il trasferimento in viale Faenza 7, alla Milano Football AcademyVoleva cambiare aria, il tecnico del Rozzano e l'allenatore dei portieri l'hanno valorizzato facendo un ottimo lavoro con lui», sottolinea la madre. E tra le fila dei Blues sappiamo tutti com'è andata...

UNA STAGIONE GRANDIOSA

La storia tra Blues e Mirko Garbin è destinata a continuare, almeno per la prossima stagione, poi si vedrà. Ripercorrendo l'ultima annata, con i suoi momenti salienti, vengono alla mente le 17 reti inviolate rimediate tra regular season e fasi finali del campionato provinciale. La parata con la mano di richiamo contro l’Orione è forse una tra le sue parate più fantascientifiche della stagione. Per quanto riguarda i pochissimi gol subiti, solo 8 in totale, il "segreto" è ben chiaro. La fiducia reciproca con i compagni è la chiave, in questo modo riesce a collaborare con loro al meglio:«Quello che gli permette di essere così efficace è sicuramente quella di avere la fortuna di giocare in una squadra di per sé forte, con un gruppo unito e con la difesa migliore del campionato», giustifica Mortillaro. Durante l'anno non c'è stata molta alternanza, in quanto era stato deciso con fermezza chi sarebbe stato il primo e chi il secondo portiere, entrambi con caratteristiche differenti. Il secondo Doveri è subentrato in qualche occasione e una volta che l'obiettivo era sempre più vicino, Garbin è stato l'insostituibile, dimostrandolo fino alla fine. Nelle ultimissime partite Doveri ha iniziato ad assentarsi per varie ragioni, cedendo il posto ad un profilo molto interessante, quello del classe 2011 Adonri, convocato per le fasi finali. Infine le parole al miele del tecnico dei Blues, che si coccola il proprio portierone: «È un giocatore completo, sotto l’ aspetto della tenacia e dell'impegno. È cresciuto molto tecnicamente diventando un punto fermo della squadra e riesce a farsi volere bene da tutti grazie alla sua simpatia».

LA FINALE

Il momento più importante della stagione, quello che ha valorizzato ulteriormente quanto fatto durante l'anno: la finale contro la Baranzatese. Dopo aver superato la Real Milano con otto gol di scarto tra semifinale di andata e di ritorno, guadagnandosi l'accesso all'ultimissimo atto della competizione, i ragazzi di Mortillaro si sono presentati a Sangiuliano Milanese con un solo intento: tornare a casa con la coppa. La partita è andata come è andata, Garbin ha fatto la differenza con le sue mani e il finale lo sanno ormai tutti. Dagli spalti, appena prima dell'inizio della sequenza dei rigori, si è intravisto Mirko parlare con il preparatore dei portieri che in quell'occasione gli ha riferito:«Fai quello che sai fare meglio». E che dire se non che del suo meglio l'ha fatto, eccome se l'ha fatto. Nel post-partita, lo stesso Garbin ha dichiarato:«Quando deve partire il rigore resto fermo e mi concentro sulla palla, di solito decido già dove mi butterò». E poi la parata del rigore decisivo:«Quando sono riuscito a parare quella palla ho capito che avremmo vinto. Avevo piena fiducia in Bucceri, il mio attaccante e sapevo che avrebbe segnato». Carattere, fiducia e tanta determinazione: manca qualcosa per definire Mirko Garbin? Certamente, molte altre cose, altrimenti sarebbe riduttivo. Prima dei rigori più di un compagno è andato a caricarlo e rassicurarlo, perché a Mirko vogliono tutti bene, nonostante sia solo il suo primo anno alla Milano Football Academy.

CURIOSITÀ

«Il calcio è la sua più grande passione, se potesse giocherebbe perennemente», queste le parole di chi lo conosce bene e lo vive quotidianamente. Parole che fanno capire moltissimo sulla sua persona, sul suo essere e sul suo modo di "fare calcio". E alla domanda «A che portieri si ispira?», una risposta mai banale: Oliver Kahn e Renè Higuita. Il primo è uno dei giocatori tedeschi più vincenti della storia del calcio, soprannominato Der Titan (Il Titano) per il suo carattere duro e battagliero. Il secondo è un portiere cosiddetto "anomalo": ha militato nei campionati sudamericani, conducendo una vita sregolata e diventando celebre per le sue parate con il colpo dello scorpione. E rimanendo in tema di giocatori a cui ispirarsi, Mirko ha in casa un fratello che si ispira ad Andrea Pirlo e gioca nella sua posizione proprio nei Blues. Si tratta di Roberto, centrocampista classe 2009, con all'attivo 12 presenze e 5 reti. Insomma, è una coppia di fratelli che promette davvero bene...

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