Torneo Annovazzi
23 Marzo 2023
UNDER 14 ATALANTA: Cerri, portierone della Dea
Jacopo Cerri diventa eroe e porta l'Atalanta in finale. La Dea si conferma a suo agio dal dischetto e, dopo aver fatto fuori la Pro Sesto ai quarti, fa piangere l'Inter campione in carica e raggiunge la Juventus all'ultimo atto. Decisiva la parata del portierone della Dea, che con un autentico miracolo ipnotizza Mardegan - in caso di gol avrebbe regalato a Pedrinelli la seconda finale consecutiva - e dà il via alla rimonta bergamasca, culminata con l'errore di Borghi che fa dunque cantare i bergamaschi. Il tutto dopo 60 minuti spettacolari conclusi con un rocambolesco 3-3: Inter avanti due volte con Allasufi e Mezzanotte, Atalanta capace di riprenderla con una doppietta di Amalfitano. Poi il vantaggio Dea con Fugazzola, quindi il sigillo in apertura di ripresa ad opera di Piva.
Che sia un appuntamento da non sbagliare lo si percepisce innanzitutto dalle scelte: Pedrinelli opta per il consueto 4-4-2 con Piva alle spalle di Kone, affida le redini del centrocampo al solito Allasufi e punta sul duo Mezzanotte-Bettelli sulle corsie; Previtali dà nuovamente fiducia a Mores (leggi l'articolo sul 2009 in prova dal Montebelluna), lascia la difesa nelle mani di Verdelli e permette alla coppia d'oro Fugazzola-Amalfitano di inventare calcio. In entrambe le formazioni la parola d'ordine è una: qualità. La conseguenza vien da sé ed è un primo tempo a dir poco scoppiettante. 30 minuti durante i quali succede praticamente di tutto: dai gol (ben 5) ai continui ribaltamenti di fronte, passando per un parziale che vede l'Inter avanti due volte e l'Atalanta capace di riprenderla altrettante volte e, dettaglio non indifferente, portarsi addirittura in vantaggio. Ad aprire le marcature è Allasufi con un sinistro dal limite: Sonzogni tocca ma non evita il vantaggio (3'). Passa meno di un minuto e la Dea la riprende con Amalfitano, freddo nel battere Galliera dal dischetto dopo un intervento scomposto su Fugazzola della coppia Cassini-Puricelli (4'). Botta e risposta che si ripete pochi minuti dopo: prima Mezzanotte trova l'angolo con un gran mancino dal limite (10'), poi Amalfitano sfrutta un assist di Fugazzola e infila il pallone sotto le gambe di Galliera (16'). Tutto finito? Tutt'altro, perché l'Inter sfiora il gol sia con Kone (13') che con Bettelli (14') - in entrambi i casi ci pensa un Sonzogni miracoloso - ma soprattutto perché l'Atalanta si porta avanti con Fugazzola. L'azione è splendida: tacco di Mauri, cross testo di Favero e stacco poderoso del capitano (23').
Nel secondo tempo la partita è l'esatto opposto, non tanto per il leitmotiv quanto per l'intensità e di conseguenza le occasioni da gol. Quanto accade dopo 180 secondi non è altro che l'eccezione che conferma la regola, perché l'Inter la pareggia subito con Piva: destro preciso da fuori, pallone in buca d'angolo e Cerri battuto. I restanti minuti sono un'attesa dei calci di rigore: sia Pedrinelli che Previtali rivoluzionano quasi completamente le proprie formazioni, ma le forze fresche finiscono per annullarsi e di sussulti significativi non se ne vedono. I calci di rigore sono un remake del primo tempo e il motivo è semplice: succede di tutto. La prima a sbagliare è l'Atalanta con Amalfitano, che calcia angolato ma prende il palo; poi Donato fa lo stesso e, anche grazie al sigillo di Fugazzola arrivato dopo quello di Lo Vecchio, ristabilisce la parità. Poi la scena se la prende Sebastiani, che ipnotizza Ricella e porta avanti l'Inter: vantaggio consolidato da Mastari e Allasufi, che permettono dunque a Mardegan di calciare per la finalissina. Il talento nerazzurro lascia partire un gran destro, ma l'intervento di Cerri è spettacolare e porta la sequenza a oltranza. Quest'ultima sorride all'Atalanta: Verdelli è glaciale, Borghi calcia alto e regala alla Dea l'ultimo atto contro la Juventus.