Cerca

Nazionali

Il talento che ce l'ha fatta: ieri vinceva lo Scudetto nei Dilettanti, oggi gioca in Serie A

Nicolò Rovella, ex Alcione e di proprietà della Juventus: «Torneo delle Regioni? Ricordo bellissimo»

MONZA

MONZA: Nicolò Rovella con le maglie di Alcione e Accademia Inter

4 giugno 2016, Catanzaro. Un classe 2001 dell'Alcione mette a segno il gol più importante della sua vita: capello biondo, classe da vendere ma soprattutto talento fuori dal comune. È il minuto 71, primo dei tre di recupero: la Rapp Giovanissimi della Lombardia è sotto di un gol contro il Lazio. In palio c'è nientepopodimeno che uno Scudetto, trattandosi dell'ultimo atto del Torneo delle Regioni. Il palcoscenico è di quelli da far venire la pelle d'oca, il gol è roba che rimarrà per sempre negli annali della Lombardia: un destro a giro "dalla traiettoria impossibile che si insacca sotto la traversa". Il resto è storia: la formazione di Vito Lasalandra, oggi tecnico dell'Under 17 del Monza, alzerà al cielo il Tricolore dopo i calci di rigore e firmerà un'impresa storica per il calcio lombardo, conquistando il primissimo Scudetto categoria Giovanissimi.

La pagina di Sprint e Sport dopo la conquista dello Scudetto

STORIA

La pagella dopo il trionfo di Catanzaro non lascia spazio a particolari interpretazioni: "Rovella, voto 10: la sua punizione in finale vale più di tutto l'oro del mondo. Decisivo". Ebbene sì, il suo nome è proprio Nicolò Rovella. Molti lo conosceranno come uno dei migliori prospetti del panorama calcistico italiano, ma non tutti sanno che la storia del talento del Monza è partita da lontano, molto lontano. Un percorso iniziato in via Cilea, la casa dell'Accademia Inter, e concluso con la finalissima del Torneo delle Regioni. Nel mezzo anni pieni zeppi di soddisfazioni proprio con la maglia nerazzurra, il trasferimento in via Olivieri dell'estate 2015 e l'esperienza con la Rappresentativa Regionale. Tutti tasselli di un puzzle che poche settimane dopo la conquista dello Scudetto lo hanno portato a firmare per il Genoa. È l'estate del 2016 e il classe 2001 milanese inizia la sua trafila che porterà a scalare tutte le categorie del Grifone, arrivando fino all'esordio in Serie A il 22 dicembre 2019. Nicolò ha appena 18 anni e, ironia della sorte, calca per la prima volta un campo del massimo campionato italiano nello stadio della città in cui è cresciuto calcisticamente: Milano

La pagella dopo la finale del Torneo delle Regioni

DICONO DI LUI

Giuseppe Meazza in San Siro: esiste stadio migliore dove esordire? Probabilmente no, soprattutto nel caso di Rovella. Sì, perché si trova ad esattamente 2800 metri da via Olivieri 13, casa dell'Alcione. Al Kennedy ha vissuto l'annata più importante della sua vita: lo dicono i numeri - 29 presenze e 15 gol, giocando ovviamente da centrocampista - ma anche le testimonianze. Quella di Giancarlo Corbetta, direttore generale dell'Alcione, racchiude appieno il significato di talento: «Di Rovella ho un ricordo bellissimo, da noi ha fatto un'annata meravigliosa. È un calciatore incredibile ma anche un ragazzo d'oro: mai un atteggiamento fuori posto, sempre pronto ad aiutare gli altri. Un vero leader». A togliere ogni dubbio, se mai ce ne fosse bisogno, il ritiro pre-campionato a Chiavenna: «Lo conoscevo dai tempi dell'Accademia Inter - spiega Corbetta - ma dopo averlo visto dal vivo mi ha impressionato. Tant'è che sono andato dal padre e gli ho detto: "Da noi rimarrà un solo anno, non di più". Ogni calcio piazzato che batteva era una sentenza: se quell'anno avessimo avuto Giulio come centravanti (Fardin, 2008 orange, ndr) non solo avremmo vinto lo Scudetto, ma probabilmente anche il Mondiale (ride, ndr)».

Rovella con la maglia del Genoa

PAROLE

Giulio Fardin, il predestinato dell'Alcione. Seppur con le dovute proporzioni, le analogie con Rovella sono evidenti: per l'età al momento dell'approdo in via Olivieri (14 anni entrambi), per il talento (bomber di razza uno, centrocampista tutta tecnica l'altro), per la capacità di essere decisivo (34 gol per Giulio, 15 per Nicolò) e per il ruolo con la Rappresentativa Regionale. Fardin ha tutte le carte in regola per fare la fortuna di Gabriele Peccati, un po' come fede Rovella per Vito Lasalandra. A 16 giorni esatti dall'inizio del Torneo delle Regioni, il talento del Monza ricorda in esclusiva l'esperienza vissuta in Calabria e che lo ha portato alla conquista del Tricolore: «Un'esperienza bellissima, ricordo bene quel periodo. Ero all'Alcione e l'anno seguente sarei poi passato al Genoa nei professionisti. Inoltre abbiamo avuto la fortuna di vincerlo, dunque è un qualcosa che mi porterò dietro per sempre» il racconto di Rovella. Il classe 2001 precisa poi l'importanza dell'avere una rosa profonda e ben amalgamata: «Ricordo che avevamo affrontato tantissime partite ravvicinate, si giocava praticamente ogni giorno. Noi eravamo un gruppo davvero forte e giravamo molto. Per questo è un torneo impegnativo». Allo stesso tempo, però, il Torneo delle Regioni dà la possibilità di mettersi in mostra davanti a tutta Italia: «Parliamo comunque di una competizione molto seguita - prosegue il centrocampista del Monza - dunque la vetrina che ti offre è molto importante, anche perché diverse squadre professionistiche pescano da lì».

Rovella con la maglia dell'Alcione

SALUTO

Un altro salto indietro nel passato è avvenuto anche lo scorso 14 dicembre a Monzello, quando la Rappresentativa Under 15 di Peccati ha affrontato i peri età del Monza. Prima dell'amichevole, persa dalla selezione lombarda, Rovella ha presenziato per un saluto ai ragazzi e allo staff. Tra questi Claudio Mantegazza, al tempo dirigente accompagnatore di Lasalandra e dunque di Rovella, ma tuttora nel giro delle Rapp essendo al seguito dell'Under 15 di Peccati. Che il saluto, assieme al ricordo, sia di buon auspicio per i classe 2008 lombardi?

La Rapp Under 15 di Peccati con Rovella

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter