Under 14
10 Maggio 2023
UNDER 14 JUVENTUS • A sinistra Basile, a destra Marchisio
Corigliano inventa e serve in profondità Demichelis, che alza la testa e mette in mezzo a cercare Giambavicchio. Il tocco di Faccioli devia il pallone ma non abbastanza, tant'è che arriva comunque tra i piedi del bomber, bravo nel mettere a referto il secondo sigillo stagionale. È un gol come gli altri, almeno così sembra: un'azione filata via liscia ma neanche troppo corale, una conclusione precisa ma tutto sommato scolastica. Tutto vero, ma solo all'apparenza. La giocata che ha portato alla gioia di Giambavicchio non è altro che la ciliegina sulla torta di un pomeriggio pazzesco: perché arrivata in un palcoscenico da togliere il fiato quale il Vinovo Training Center, perché arrivata in pieno recupero della partita più importante dell'anno, perché ha significato battere 6-3 (sei a tre!) nientepopodimeno che il Milan, perché ha permesso alla Juventus di Catto di mettere un'ipoteca sulla vittoria del quadrangolare e quindi di puntare con forza allo Scudetto.
La vittoria dello Scudetto: traguardo raggiunto 36 volte dalla prima squadra, traguardo che manca da sei anni a livello di settore giovanile. Era il 16 giugno 2017 e la Juventus di Riccardo Bovo saliva sul tetto d'Italia nella categoria Under 15: all'Orogel Stadium di Cesena, 11 anni dopo l'impresa della formazione Primavera nel 2006, ma soprattutto contro i rivali di sempre dell'Inter, battuti con un netto 2-0 ad opera di Poppa e Zanchetta. Sei anni dopo i classe 2009 possono riscrivere la storia, ma per farlo dovranno prima chiudere ogni discorso qualificazione domenica 14 maggio. A Vinovo arriverà proprio l'Inter per la terza e ultima giornata del quadrangolare playoff: quale avversario migliore per festeggiare l'accesso alla final four Scudetto? I bianconeri sono vicini, vicinissimi all'obiettivo. E una volta tra le prime quattro, con il traguardo a portata di mano, sarà impossibile non sognare.
I motivi per poter ambire al Tricolore sono essenzialmente due. Il primo riguarda i numeri, sia quelli della regular season sia quelli dei playoff. I primi dicono tutto e niente: la Juve ha sì chiuso il campionato al secondo posto con ben sette lunghezze di vantaggio dal Genoa, ma le dimostrazioni di forza non sono mancate. Se non altro in termini di media realizzativa, essendo riuscita a segnare ben 53 gol in appena 14 partite, meglio di chiunque altro. I secondi non lasciano spazio a particolari interpretazioni: due vittorie su due, 11 gol fatti e solo 4 subiti. Senza dimenticare la caratura degli avversari: il 5-1 di Genova ai danni del Grifone l'antipasto, il 6-3 di Vinovo contro il Milan la portata principale? E la sfida contro l'Inter di domenica potrà essere il dolce? Chissà...
Per capire il secondo dobbiamo fare nomi e cognomi precisi, partendo da dietro a arrivando man mano in avanti: Pierre Reale, Mattia Michelis, Christian Franco, Davide Marchisio, Edoardo Acrocetti, Destiny Elimoghale, Thomas Corigliano e Riccardo Paonessa. Il consiglio è quello di prendere carta e penna, un po' come fatto dalle big di mezza Europa. Il motivo è quanto di più semplice ci possa essere: il talento. Quello vero, quello genuino, quello che sta rendendo l'Under 14 della Juventus una delle formazioni più forti della storia del vivaio bianconero. A proposito di big europee, l'interesse per i gioiellini della Vecchia Signora è diventato concreto più che mai durante il Torneo Annovazzi, precisamente in finale. Emissari Paris Saint Germain, Arsenal, Benfica e Salisburgo sono infatti stati avvisati in via Cazzaniga, e pare che alla casa madre abbiano scritto tanto, ma davvero tanto di buono. Senza poi dimenticare giocatori del calibro di Davide Rigo, Piergiorgio Basile, Gianluca Banchio, Edoardo Osenga, Riccardo Carfora, Christian Yeboah, Guglielmo Mosca, Matteo Giambavicchio, Nicolò Chiono, Nicolas Rogoz e Aaron Kamberi.
Tuttavia c'è poco, pochissimo di clamoroso perché parliamo di giocatori incredibili. I tre dietro formano un reparto la cui parola d'ordine è solidità: Reale è un portiere moderno, reattivo e sa giocare molto bene con i piedi; Michelis rappresenta il terzino che riesce a far combaciare atletismo, tecnica individuale e personalità, Demichelis ha tutte le carte in regola per diventare un centrale difensivo coi fiocchi, forte anche di un vizio del gol da non sottovalutare (già tre centri in stagione). In mezzo e sulla trequarti c'è da leccarsi i baffi: Dado Marchisio è praticamente la reincarnazione di papà Claudio; Acrocetti è un jolly e ovunque lo metti fa la differenza; Corigliano sa fare gol (contro il Milan addirittura tre) ma soprattutto sa dare spettacolo, cosa che gli riesce praticamente ogni volta mette piede sul rettangolo verde; Elimoghale è semplicemente un prototipo di fuoriclasse, tant'è che nel suo caso gli aggettivi si sprecherebbero. E in avanti c'è lui, sempre lui, solo lui: Riccardo Paonessa. Da anni il Re di Torino, dal 30 marzo il Re di Milano, da giugno probabilmente il Re d'Italia. Tempo al tempo, intanto la Juventus ha in casa un altro prototipo di fuoriclasse: talento da vendere, occhi della tigre e una capacità innata di fare la differenza.
L'abbiamo capito: questa Juventus può e deve puntare allo Scudetto. In Italia non si parla d'altro, ma pure all'estero è così. Precisamente dal 5 aprile, giorno in cui la formazione Catto si è presentata a tutta Europa con un netto 3-0 al Cerdanyola: come a dire «piacere, siamo la Juventus». Parliamo della gara d'esordio al Mic Footaball in Costa Brava, regione costiera della Catalogna in Spagna, ovvero uno dei principali tornei internazionali a livello mondiale. Al tris rifilato alla formazione spagnola sono seguiti, nell'ordine: un 13-0 ai danni del Ce Mont Ras, uno 0-0 contro il Castelldefels (diventato 4-3 dopo i calci di rigore), un 2-2 nel big match contro il Manchester City (diventato in questo caso 5-6 sempre dal dischetto), una sconfitta per 4-0 in semifinale contro l'Atletico Madrid. La sfida contro i citizens merita più di una nota d'appunto: perché la Juventus si è ritrovata sotto di due gol, perché sono serviti i migliori Elimoghale e Acrocetti per rimetterla in carreggiata, perché ha tolto ogni dubbio circa la forza dei bianconeri. Il tutto appena una settimana dopo aver stravinto il Torneo Annovazzi: serve altro? Ultima chance di prendere carta e penna: questa Juventus è forte, fortissima. Probabilmente è una delle più forti degli ultimi, ma solo il campo dirà se sarà anche la più vincente. E sarà un finale di stagione pazzesco.