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Il sogno infranto della giovane promessa dell'Inter: quando la vita si intreccia con la criminalità

Giocava con Pinamonti e Bastoni, l'ascesa e la caduta di Gaetano Maranzino

Gaetano Maranzino

Gaetano Maranzino: a sinistra una foto attuale (instagram), a destra il classe ’99 ai tempi degli Allievi dell'Inter

Fino a cinque anni fa riempiva le pagine di cronaca calcistica, in questi ultimi giorni è finito in quelle di cronaca. Lui è Gaetano Maranzino, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili dell'Inter e ha vissuto lo spogliatoio insieme a tante giovani promesse diventate poi vere e proprie star. Sui social gli scrivevano «Sei il nostro orgoglio», perché Gaetano era un ragazzo che viveva in una periferia difficile come quella del Rione Conocal di Napoli e che, con la maglia nerazzurra, stava riuscendo a trovare la sua occasione di riscatto con il sogno del professionismo. Maranzino infatti è il nipote acquisito di Antonio D’Amico detto "fraulella" (la mamma di Gaetano è Italia Scarallo, sorella di Anna che è la moglie del boss), e tramite il calcio era riuscito a trovare una via di fuga dal mondo della criminalità organizzata. Dal 2013 al 2018 ha giocato insieme ad Andrea Pinamonti e contro Alessandro Bastoni, due ragazzi che oggi fanno le fortune di Sassuolo e Inter e che vengono considerati anche il futuro della Nazionale. Poi però qualcosa si è rotto: Gaetano, dopo il passaggio alla Primavera della Spal, è tornato nella sua Ponticelli dopo aver giocato in alcune squadre di Serie D e settimana scorsa il suo nome è uscito sui media locali e nazionali nell'ambito della vicenda legata a Vincenzo Costanzo, il giovane 26enne morto giovedì 4 maggio nella notte dei festeggiamenti per lo Scudetto del Napoli.

L'INTER E LA NAZIONALE

Gaetano Maranzino, nato il 12 maggio 1999, del vivaio dell'Inter è stato uno dei talenti più apprezzati: centrocampista di qualità, è sempre stato tra i titolari nelle varie formazioni in cui ha giocato dall'Under 15 fino all'Under 18 (una volta denominata Berretti). Il suo percorso nell'agonistica del Settore Giovanile interista comincia nella stagione 2013-2014: in panchina c'è Stefano Bellinzaghi - oggi allenatore del Crema in Serie D - e Gaetano mette insieme 22 presenze e 3 gol attirando anche le attenzioni della Nazionale di categoria. Dall'anno successivo passa sotto le cure di Gianmario Corti, che lo allena prima in Under 16 (allora Allievi Lega Pro, con le formazioni di Serie A che giocavano con un anno in meno contro quelle di Serie C) e poi in Under 17: 17 presenze e 3 gol il primo anno, 19 presenze e 4 gol il secondo con pure due convocazioni con i ragazzi più grandi della Berretti. In quei tre campionati Maranzino incrocia il suo destino con diversi ragazzi che poi ce l'hanno fatta: c'era l'Atalanta di Alessandro Bastoni, c'era il Milan di Matteo Gabbia e Tommaso Pobega. Non solo, nella Dea giocavano anche Nadir Zortea, oggi terzino del Sassuolo, e Andrea Colpani, centrocampista di qualità che quest'anno si è ben comportato nel Monza di Raffaele Palladino. E poi, i compagni di squadra: in quell'Inter - oltre a Zinho Vanheusden, difensore belga passato anche per il Genoa e ora in Olanda nell'AZ Alkmaar - c'era un certo Andrea Pinamonti, oggi considerato uno degli attaccanti del futuro Azzurro. Il bomber del Sassuolo, che anche allora di gol ne faceva parecchi, sfruttava spesso gli assist di Gaetano.

Gaetano Maranzino nel derby Giovanissimi, stagione 2013-2014: il numero 11 con la maglia del Milan è Frank Tsadjout, oggi centravanti della Cremonese in Serie A

DALL'APICE ALLA PROVINCIA

Nella stagione 2016-2017 sbarca in Berretti - sempre con Gianmario Corti come allenatore - ma a gennaio cambia aria trasferendosi alla Spal dove entra a far parte della formazione Primavera. L'allenatore di quella squadra è Roberto Rossi, la star è un certo Gabriel Strefezza, oggi uomo di riferimento del Lecce che sta cercando di trascinare i salentini verso la salvezza. L'anno successivo - nel 2017-2018 - è ancora alla Spal, gioca nel campionato di Primavera 2 da protagonista e colleziona 21 presenze segnando anche un gol al Venezia. Al termine di quella stagione però Gaetano lascia i professionisti: riparte dal San Tommaso, passa per SavoiaChietiSorrento, Angri e si ritrova a Portici, in Serie D. Un viaggio andata e ritorno, dal top del calcio giovanile professionistico - grazie al quale Gaetano avrebbe potuto costruire un futuro diverso - fino alle origini ritrovate e che lo hanno fatto ripiombare in una realtà difficile come quella del Rione Conocal, una delle "terre di nessuno" di Napoli nella quale la criminalità riesce a farsi strada tra i giovani e non solo. Nonostante i legami familiari che lo hanno coinvolto nel fatto di cronaca legato alla morte del cugino Vincenzo Costanzo, Gaetano era sempre riuscito a tenersi fuori da vicende delinquenziali. Almeno fino a settimana scorsa. Il futuro di Maranzino potrebbe essere destinato a un cambiamento radicale, lontano dalla speranza di riscatto che aveva per sé e che aveva coltivato con successo da ragazzo tramite il calcio.

Gaetano Maranzino con la maglia dell'Inter ai tempi del Settore Giovanile

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