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Il talentino di 15 anni verso i prof: non lo conosceva nessuno, oggi vola in direzione Serie A

Dalla periferia al calcio che conta: il classe 2008 può sognare in grande

UNDER 15 LOMBARDIA

UNDER 15 LOMBARDIA • Davide Garatti, talento del Breno e della Rapp campione d'Italia

Quella vecchia volpe di Gabriele Peccati lo ha capito dal primo istante in cui lo ha visto. Era una fredda mattinata invernale e in quel di Breno, paese di 4638 abitanti in Val Camonica, provincia di Brescia, l'Under 15 granata - partecipante al campionato Élite - si trovava sotto di quattro gol dopo appena 35 minuti. In mezzo al campo c'era lui, Davide Garatti. Tecnicamente era ben preparato, fisicamente di gran lunga sul pezzo: in poche parole un giocatore da tenere d'occhio, in vista del Torneo delle Regioni ma non solo. A togliere ogni minimo dubbio, poi, una semplice frase urlata a gran voce prima di rientrare negli spogliatoi: «Forza ragazzi, non dobbiamo mollare». Sotto 4-0 dopo il primo tempo, li rincuorava uno ad uno: nessuna frustrazione, nessuna parola fuori posto, niente di niente. Solamente mentalità, roba niente male ad appena 15 anni: quella allenata domenica dopo domenica con la maglia del Breno da cinque anni a questa parte, quella che gli ha permesso di salire sul tetto d'Italia con la Lombardia di Gabriele Peccati, quella che lo ha portato vicinissimo a un trasferimento che potrebbe cambiargli la vita.

ROAD TO...

Partiamo dalla fine, ovvero da quanto vissuto nei giorni scorsi da da Davide Garatti - per gli amici Gara. È partito da Artogne, il suo paese d'origine, è sceso fino a Brescia e ha imboccato l'A21 in direzione Cremona: non per visitare il museo del violino, né tantomeno per ammirare la cattedrale di Santa Maria Assunta. Bensì per varcare i cancelli del centro sportivo Arvedi, da anni il cuore pulsante della Cremona calcistica nonché casa della Cremonese. Gara lo ha fatto due volte: martedì 9 e mercoledì 10. Ha indossato il materiale grigiorosso e i soliti scarpini, poi è sceso in campo per i più classici degli allenamenti: corsa, tecnica individuale, tiri da fuori e chi più ne ha più ne metta. E pare proprio che il classe 2008 sia piaciuto, tanto che la possibilità di vederlo stabilmente all'Arvedi è concreta più che mai. D'altronde avere in squadra un giocatore come Gara fa sempre comodo, tant'è che per lui vale un vecchio detto: "meglio averlo con sé che trovarselo contro". Se la toccata e fuga a Cremona si tramuterà in qualcosa di più è probabilmente presto per dirlo, certo è che in casa grigiorossa sembrerebbero voler fare sul serio.

IN VETRINA

E pensare che fino a qualche mese fa nessuno - ma proprio nessuno - lo conosceva. Dopotutto perché risalire la Val Camonica per andare a vedere una squadra che di punti in campionato ne ha fatti solamente 11? In tal senso vanno riconosciuti i meriti a Gabriele Peccati, il quale ha creduto in Gara dal primo istante: in primis convocandolo per l'amichevole del 24 gennaio contro l'Inter, dopodiché gettandolo nella mischia per un tempo abbondante. Era un freddo pomeriggio d'inverno ma a scaldare il pubblico di Interello c'era lui, un talento quasi quindicenne in arrivo dalla valle: Davide Garatti. In tribuna non si parlava d'altro: «Chi è il numero 19?» si sente dagli spalti, tutti chiaramente sorpresi dalla sua capacità di essere decisivo. È esattamente quanto successo in via Camillo Sbarbaro, in quello che probabilmente fu il pomeriggio della svolta. Da quel momento non ha più mancato un appuntamento: dall'amichevole con il Milan a quella con l'Atalanta, arrivando poi al Torneo delle Regioni.

TORNEO

E qui ci si sarebbe da scrivere una pergamena. Sempre titolare nella gare della fase a gironi e nei quarti di finale contro l'Abruzzo, è stato costretto a seguire in tribuna la semifinale contro l'Emilia Romagna: il motivo? Un cartellino rosso - arrivato per doppia ammonizione e a dire il vero un po' troppo severo - rimediato nel finale di gara a Vinovo. Prima il pianto a dirotto, poi gli occhi della tigre: il rammarico di non poter essere della partita di Volpiano era tanto, la voglia di tornare per la finalissima del Piola di Vercelli era tantissima. Il resto è storia. Gara gioca una finale da favola: Peccati lo piazza alto a destra nel 4-4-2 e lui risponde presente, poi gli affida anche le chiavi del centrocampo e anche lì fa la sua sporca figura. Sicuramente l'epilogo più giusto di una settimana pazzesca: che lo ha portato sul trono d'Italia, assolutamente vero, ma che soprattutto gli ha permesso di farsi conoscere in tutta Italia. Come a dire «piacere, sono Davide Garatti, per gli amici Gara». Da questa settimana a Cremona lo conoscono molto bene, da domani chissà se da altre parti diventerà l'argomento all'ordine del giorno. 

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