Cerca

Primavera 1

Una squadra di 11 stranieri vince lo Scudetto del calcio giovanile italiano: campioni dopo 19 anni!

Un gol del difensore svedese Hasic consegna il titolo al Lecce nei minuti di recupero del secondo tempo supplementare

Emin Hasic

LECCE-FIORENTINA PRIMAVERA 1 • Emin Hasic, difensore centrale classe 2003 e match winner della finale Scudetto del Mapei

È stata, per tutto l'anno, la squadra delle polemiche. Oggi, invece, è la squadra Campione d'Italia. Il Lecce vince lo Scudetto Primavera, torna sul tetto nazionale 19 anni dopo l'ultimo successo del 2004 e scrive una pagina storica del nostro calcio: per la prima volta, infatti, ad aggiudicarsi il titolo del più importante campionato giovanile nostrano è una squadra  composta interamente da calciatori stranieri. Gli undici titolari, i quattro subentrati: tutti tranne l'allenatore, quel Federico Coppitelli che fino all'anno scorso sedeva sulla panchina del Torino. Un trionfo internazionale quello dei salentini, un trionfo che porta la firma indelebile di Pantaleo Corvino che - 20 anni dopo - dimostra di saper ancora costruire squadre vincenti attraverso lo scouting. Non solo vincenti, ma pure futuribili: perché è vero che la formazione giallorossa era composta solamente da classe 2003 e 2004 (nella Fiorentina, invece, c'erano due 2005 e pure un 2006), ma è anche vero che già quest'anno la prima squadra dei pugliesi aveva iniziato a raccogliere i frutti del lavoro del vivaio con la promozione di Joan Gonzalez, classe 2002 che in questa stagione ha messo insieme 35 presenze in Serie A segnando anche 1 gol. «Ma è possibile che non ci siano italiani bravi come gli stranieri del Lecce?» è la domanda che ha spopolato negli ultimi mesi. La risposta del campo è "no": la riposta del Lecce e la risposta di Emin Hasic, che a 40 secondi dai calci di rigore sblocca la finale del Mapei affondando la Fiorentina - degna avversaria - con il colpo di testa che vale lo Scudetto, il terzo della sua storia.

IL GOL DELLO SCUDETTO

La finale è bloccata e tiratissima, con poche occasioni da gol come spesso succede in questi casi. Uno svarione di Martinelli che poi rimedia su Burnete e un destro telefonato di Distefano bloccato da Borbei sono le uniche due occasioni di un match che fatica a decollare e che non migliora col passare dei minuti. Anche nel secondo tempo le due squadre si annullano, e al Lecce non bastano le conclusioni di Dorgu (sinistro alto) e di Corfitzen (mancino a girare bloccato da Martinelli) per chiudere lapartita nei 90 minuti. Ai supplementari la palla gol più importante ce l'ha sulla testa Burnete, che però non trova il 21esimo gol stagionale per questione di centimetri. A spaccare la partita, quando ormai l'epilogo dagli undici metri sembrava certo, sono due subentrati: Daka pennella l'ultimo calcio d'angolo dalla sinistra, Hegland di testa corregge la traiettoria sul secondo palo invitando Hasic alla spizzata vincente che non lascia scampo a Martinelli. Un epilogo di festa per i giallorossi, di delusione per una Fiorentina comunque autrice di una stagione straordinaria: e che per Alberto Aquilani potrebbe essere l'ultima.

IL TABELLINO

LECCE-FIORENTINA 1-0
RETI: 16' sts Hasic (L).
LECCE (4-3-3): Borbei 6.5, Munoz 6.5, Pascalau 7, Hasic 8, Dorgu 6.5, Berisha 6.5 (1' sts Hegland 7.5), Vulturar 7, McJannet 6.5 (43' st Samek 6), Corfitzen 6 (14' pts Daka 7), Burnete 6.5, Salomaa 6 (14' sts Kljun sv). A disp. Moccia, Leone, Russo, Abdellaoui, Bruhn, Bruns, Gueddar, Nikko, Minerva, Borgo, Sammi. All. Coppitelli 9.
FIORENTINA (4-2-3-1): Martinelli 6, Comuzzo 5.5 (17' sts Caprini sv), Krastev 6.5, Lucchesi 6, Kayode 6, Harder 5.5 (17' sts Padilla sv), Amatucci 5.5, Capasso 5.5, Berti 6 (10' sts Sene sv), Distefano 5.5 (17' sts Favasuli sv), Nardi 5.5 (18' st Toci 6). A disp. Tognetti, Dolfi, Elia, Scuderi, Vitolo, Presta, Chiesa, Vigiani, Ievoli, Gentile. All. Aquilani 6.
ARBITRO: Saia di Palermo 7.
ASSISTENTI: Pragliola di Terni e Valente di Roma 2.
AMMONITI: Kayode (F), Lucchesi (F), Toci (F), Amatucci (F), Harder (F), Dorgu (L), Corfitzen (L).

GLI SCHIERAMENTI

LECCE

Il 4-3-3 di Federico Coppitelli • L'unico ballottaggio viene risolto in favore di McJannet, unico innesto - al posto di Samek - rispetto alla semifinale col Sassuolo. Tutti confermati gli altri: solita difesa con Munoz, Pascalau, Hasic e Dorgu davanti a Borbei; Vulturar regista, Berisha mezzala e tridente classico con Corfitzen e Salomaa ai fianchi di Burnete

FIORENTINA

Il 4-2-3-1 di Alberto Aquilani • Sistema di gioco "liquido" con Comuzzo-Krastev-Lucchesi-Kayode quartetto difensivo, Capasso e Distefano alti sulle corsie, Harder e Amatucci in mezzo al campo con Berti che agisce sulla trequarti alle spalle di Nardi, preferito a Toci e Sene 

LE PAROLE DEGLI ALLENATORI

Federico Coppitelli (Lecce): «Chiaramente è il punto più alto in termini di risultato. Questi ragazzi hanno fatto un percorso straordinario. Dopo la pausa per i mondiali abbiamo dato un'idea diversa di quello che potevamo fare dopo un inizio non facile. Spero che questo sia valutato nella profondità giusta perché è speciale e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Non ho ancora avuto modo di parlare col direttore Corvino. Dietro questo successo c'è tanto, anche un lavoro di scouting incredibile. Quando sono arrivato c'era consapevolezza che si potesse fare un campionato importante. Sono orgoglioso di tutte le componenti, lo staff tecnico e la società. Tutti i giocatori sono stati importanti e sono contento anche per chi è stato protagonista oggi. Mi sento molto migliorato dopo quest'anno: queste culture differenti mi hanno aiutato a dare il giusto peso a cose che per noi in Italia sono importanti. Ho imparato tanto dai ragazzi e spero di avergli trasmesso qualcosa. Il livello della Primavera adesso è molto alto».

Alberto Aquilani (Fiorentina): «Credo sia stata una stagione incredibile e lunghissima, abbiamo raggiunto tutto quello che c'era da raggiungere come numero di partite. Abbiamo vinto la Supercoppa e perso la Primavera TIM Cup e il Campionato Primavera 1 TIM ai supplementari. Oggi c'era emozione, stanchezza, non era la solita squadra e nonostante questo siamo arrivati al 120' contro una squadra strutturata diversamente da noi. Dispiace, ma non sposta di un millimetro la mia valutazione su quanto di buono hanno fatto i ragazzi. Penso fosse una partita da pareggio e fino al 120' era così, poi chissà cosa sarebbe successo ai rigori. Ho un rapporto importante con la proprietà e va oltre il rapporto allenatore-dirigenza, quindi devo parlare con loro, ma non nascondo che questa potrebbe essere l'ultima. Sono passati tre anni, abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso. Oggi hanno giocato 4-5 ragazzi che a inizio anno non erano neanche in ritiro. Quello che mi rende orgoglioso è il modo in cui sono cresciuti tutti questi ragazzi. Le emozioni che mi hanno dato questi ragazzi sono pari se non superiori a quelle che ho vissuto da calciatore».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter