Storie di successo
11 Giugno 2023
ITALIA UNDER 20 • Simone Pafundi, un ragazzo normale che in 6 anni è passato dal Trofeo Città di Rosta alla finale di un Mondiale (foto figc.it)
15 ottobre 2017, domenica. Allo Sporting Rosta, impianto dell'omonima società della provincia di Torino si giocano le finali di uno dei tornei di scuola calcio più importanti per la zona: il Trofeo Città di Rosta. Una manfestazione che richiama nel comune di circa 5000 abitanti tutto il meglio del calcio italiano e dunque diverse squadre professinistiche da tutto il paese, specialmente del nord. Tra le squadre partecipanti c'è anche l'Udinese, che proprio in quella domenica si contende le fasi finali con la Juventus, il Genoa e la Lazio tra le altre. La squadra friulana è arrivata fino agli ultimi atti del grande torneo giocando contro alcune delle più promettenti formazioni piemontesi e in particolare nelle fasi iniziali ha affrontato il Pinerolo.
A seguire quella sfida ci sono diversi osservatori, tra i quali uno della Juventus, che vuole vedereda vicino alcuni giocatori in particolare. Negli Esordienti del Pinerolo c'è un certo Luca Ascoli, che non a caso oggi milita nelll'Alessandria. Nell'Udinese invece ci sono diversi profili interessanti. Uno di questi è Riccardo Miconi, che sei anni dopo è un punto fermo dell'Inter. In generale il torneo pullula di giocatori con un grande futuro davanti: Roberto Ceica dello Spazio Talent Soccer, ora al Torino; Aaron Ciammaglichella, altro astro nascente granata. Nella Juve ci sono già Andrea Orlando, Edoardo Motta e Umberto Morleo, tutti di grande prospettiva. C'è anche Andrea Ferraris che milita proprio nel Rosta padrone di casa, e che in questo 2023 è stato tra i protagonisti della storica salita in Primavera 1 del Monza.
Insomma un bel manipolo di calciatori qualitativamente importanti dai quali ci possiamo attendere grandi cose nei prossimi anni. Ma torniamo a quell'Udinese-Pinerolo. Sì perché tra i tanti piccoli campioni in erba ce n'è uno che campione oggi lo è diventato per davvero. È già stato convocato in nazionale e più di tutti, in quell'inizio d'autunno del 2017 aveva rubato l'occhio. Uno degli osservatori Juve che segue le partite vicino a uno dei nostri giornalisti rimane stregato da questo ragazzino. È nato nel 2006, ha 11 anni e mezzo ma è chiaramente molto più piccolo della media. Ha però una qualità, una rapidità e un'agilità assolutamente fuori dal comune. Si inventa dribbling e giocate da assoluto fenomeno col suo mancino. La somiglianza con il dio del calcio argentino e mondiale è palese. Quel piccoletto ha qualcosa di speciale e l'osservatore Juve si appunta soltanto una cosa sul file che poi invierà alla società: «Simone Pafundi: Leo Messi».
11 giugno 2023, un'altra domenica. Allo Stadio Maradona di La Plata l'Italia ha la possibilità di giocarsi per la prima volta nella sua storia la finale di un Mondiale Under 20. Ci è arrivata grazie a una punizione magistrale di un classe 2006 dal mancino fatato. Dal Trofeo Città di Rosta al tetto del Mondo il passo non è esattamente brevissimo. Quel passo Simone Pafundi l'ha compiuto in soli 6 anni. Ora è pronto a scrivere la storia.