Under 17 Serie C
13 Giugno 2023
UNDER 17 ALBINOLEFFE: Marco Taramelli, supr portiere dei bergamaschi
20:34, 20:46, 20:49, 21:10. E ancora, 21:36, 21:57, 22:09. Sette orari, sette momenti, sette attimi. Sette pezzi di un puzzle, sette tasselli di un mosaico, sette pennellate di un quadro. Sette parate, sette miracoli, sette giocate di classe. In poche parole sette meraviglie, le quali portano nome e cognome precisi: Marco Taramelli. Di mestiere fa il portiere, vive a Cologno al Serio, da sei anni gioca all'Albinoleffe e il suo compito - spesso infame, ma sempre fondamentale - è quello di parare. E ci riesce pure molto bene. Chiedere conferma alla Reggiana, che si è trovata di fronte un portiere come lui - probabilmente il più in forma d'Italia, sicuramente tra i più forti - nella partita più importante dell'anno: la semifinale Scudetto del Bruno Recchioni di Fermo, la semifinale Scudetto contro l'Albinoleffe, la semifinale Scudetto per raggiungere il Vicenza all'ultimo atto.
Le sette parate di Taramelli come le sette meraviglie del mondo. E se i miracoli di Fermo hanno portato l'Albinoleffe di Barzaghi in finale, chissà se il fuoriclasse classe 2006 riuscirà a confermarsi anche in finale contro il Vicenza. In quel caso ogni discussione verrebbe meno perché l'ottava meraviglia del mondo sarebbe lei, solo lei, sempre lei: la squadra di Omar Barzaghi. Che numeri alla mano è pure la squadra più giovane d'Italia, come confermato dai 10 classe 2007 - sotto età, di cui 5 titolari - scelti per affrontare la Reggiana. Ma questa è un'altra storia.
Gioia, soddisfazione, incredulità. E pure lacrime, tante lacrime. D'altronde serate come queste ti segnano a vita, ti entrano nella testa e difficilmente le dimentichi. Nelle parole di Marco Taramelli c'è esattamente tutto questo: «È la partita più bella della mia vita, così come la più importante e pure la migliore. Sono sicuro che a casa qualcuno mi ha sicuramente aiutato - racconta in lacrime il classe 2006 - e questa vittoria la dedico alla mia mamma, alla mia famiglia e a tutte le persone che mi sono vicine». E pure la consapevolezza. Consapevolezza di essere forti, consapevolezza di poter entrare nella storia, consapevolezza di essere in grado di portare a Bergamo lo Scudetto. «Siamo una squadra molto giovane ma altrettanto forte. Per ora ci godiamo il momento - racconta Taramelli - e poi penseremo alla finale. Il sogno è lì vicino, ormai vogliamo vincere. Dobbiamo essere bravi a gestire le emozioni, contro il Vicenza ce la giocheremo».
Chissà se durante la battaglia del Bruno Recchioni, tra un miracolo e l'altro, si è sentito un po' come il suo idolo di sempre, Gigi Buffon. Poco importa, perché la sensazione è che a Fermo - specie dopo il gol del vantaggio di Barcella, arrivato dopo il momentaneo 1-1 di D'Angelo a seguito del sigillo in apertura di Ronzoni - il pallone non sarebbe mai e poi mai entrato di nuovo. Come se tra i pali ci fosse un muro di cemento armato, come se in porta ci fosse il Gigi Nazionale: quello dei bei tempi, quello del Mondiale del 2006, quello delle Juventus di Lippi, Conte e Allegri. Dicono che la vita sia fatta di sogni, ed è evidente che Taramelli stia vivendo il suo. Il piccolo gigante di Cologno al Serio è diventato grande, il baby talento dell'Oratorio Cologno si giocherà uno Scudetto: se questa non è una favola poco ci manca. Comunque andrà a finire, qualunque sarà l'esito dell'ultimo atto di Fermo, il giovane portiere potrà rientrare nella provincia di Bergamo con il sorriso. Davanti a tutta Italia si è confermato un talento pazzesco, tanto che al momento nella Penisola difficilmente esistono classe 2006 più forti di lui. E scusate se è poco...