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Under 17 Serie C

Dal grande incubo allo Scudetto: si rompe il crociato, torna in campo e diventa Campione d'Italia

Un anno ai box, poi la rivincita: la storia del classe 2006 e di uno Scudetto clamoroso

UNDER 17 VICENZA

UNDER 17 VICENZA: Lorenzo Imbevaro, classe 2006 biancorosso

Quando lo vedi in campo ti spaventi. Capello biondo, occhi della tigre e, come direbbe Lele Adani, una "garradegna di un pilone degli All Blacks. Insomma, scarpini ai piedi è un osso duro per chiunque se lo ritrova davanti, in più gioca a centrocampo quindi le battaglie sono il suo pane quotidiano. Fuori dal rettangolo verde, se vogliamo, è ancora più un "duro" e la sua storia lo conferma. Partiamo dalla fine, precisamente da quando Giordani di Aprilia ha fischiato tre volte mettendo la parola fine alla finalissima tra Albinoleffe e Vicenza: il gol di Zorzi è decisivo, il Vicenza è campione d'Italia. E lo è anche Lorenzo Imbevaro: lui che due anni fa si è rotto il crociato, lui che a cavallo tra i 15 e i 16 anni è dovuto restare ai box per una stagione intera, lui che non ha mai mollato

"After a hurricane comes a rainbow", dopo un uragano arriva un arcobaleno. A dirlo è Katy Perry, che nell'immortale "Firework" ha segnato un'intera generazione. Quando veniva pubblicato il capolavoro della cantante statunitense, ovvero il 26 ottobre 2010, Lorenzo aveva appena quattro anni: probabilmente si apprestava a iniziare il suo percorso che nel giro di qualche anno lo avrebbe portato sul trono d'Italia, e mai avrebbe pensato che un infortunio potesse mettergli un bastone tra le ruote nella rincorsa suo sogno. Like a hurricane, come un uragano, nell'estate del 2021 la doccia gelida: rottura del crociato. Seguono mesi complicati, tanto complicati, specie se hai 15 anni e dai tuoi occhi si intravede la voglia di spaccare il mondo. «Mentalmente è stato molto difficile - racconta il classe 2006 -. Vedevo i compagni giocare e sarei voluto essere lì con loro, mi ha aiutato avere un obiettivo: mi allenavo con voglia, pensavo solo al calcio e non ho mai perso la speranza». Like a rainbow, come un arcobaleno, a due anni di distanza - precisamente il 13 giugno, una data che rimarrà scolpita anche nella sua storia - il lieto fine: la vittoria nella partita più importante di tutte, la vittoria dello Scudetto. «Quello che sto provando è un mix di gioia, felicità e orgoglio. Mi sono tolto una bella soddisfazione, per me è un traguardo speciale anche per quanto ho passato. Ci credevo fin dall'inizio - ammette l'ex Padova - e abbiamo dimostrato di essere un bellissimo gruppo».

QUALITÀ

L'ha pure vinto da protagonista, soprattutto dai quarti di finale in poi. Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, almeno così dicono: mai frase fu più azzeccata visto che lui, Imbevaro, è un "duro" per definizione. Rigoni, che nella sua carriera da calciatore ha incantato giocando a metà campo con grinta e qualità, gli ha affidato le chiavi della mediana e lo ha reso una colonna portante del suo 3-4-1-2. Il risultato è stato splendido, le prestazioni pure: contro il Sangiuliano ha macinato chilometri e ha fatto vivere i peggiori incubi a Gualtieri, contro l'Albinoleffe ha fatto lo stesso per novanta minuti dimostrando di non sentire minimamente la fatica. Il tutto con qualità perché sì, oltre a essere un prototipo di Barella - chilometri, rotture e inserimenti senza palla - gioca a calcio come Dio comanda. E pensare che qualche anno fa, ai tempi del Padova, giocava come terzino ed era tutt'altro che un giocatore di qualità. In tal senso la differenza l'ha fatta tutta la testa, la stessa che gli ha permesso di rientrare in campo dopo oltre un anno e spaccare tutto. Letteralmente.

Il nuovo inizio è coinciso con l'amichevole contro il Montecchio, all'incirca un anno fa. «Tornare in campo è stato bellissimo, una sensazione fantastica» il commento di Imbevaro, che dalla sua ha pure le idee chiare sul futuro. Nonostante abbia saltato un'intera stagione, pure trionfale per i classe 2006 del Vicenza visto la clamorosa semifinale raggiunta l'annata scorsa, le carte in regola per fare il calciatore ci sono tutte. D'altronde è quello che lui vuole dalla vita, e pensando al suo trascorso la certezza è che ce l'ha metterà tutta. Intanto è campione d'Italia, roba non da tutti. Ma in fondo va (quasi) sempre così: "after a hurricane comes a rainbow"... E nel suo caso l'arcobaleno è di tre colori: da sinistra a destra verde, bianco e poi rosso.

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