Under 17 Serie C
16 Giugno 2023
ALBINOLEFFE • Marco Malenchini, 31 anni compiuti lo scorso 10 giugno
Lo scorso 10 giugno ha compiuto 31 anni, e come regalo di compleanno aveva chiesto un regalo ben specifico: lo Scudetto. Sarebbe stata, per il Responsabile di Settore Giovanile più giovane d'Italia, la ciliegina sulla torta di un quinquennio incredibile: lo Scudetto non è arrivato, ma Marco Malenchini non può e non vuole rimproverare nulla a nessuno. L'Under 17 del suo Albinoleffe ci ha provato in tutti i modi: nella finalissima di Fermo ha tenuto testa a un Vicenza fuori categoria, ha combattuto alla pari per 90 minuti e ha ceduto l'onore delle armi per una questione di dettagli. Il gol di Zorzi sul finire di primo tempo, poi la traversa di Paganessi e il miracolo di Siviero su Ceresoli nel momento migliore dei bergamaschi, che in quel momento avrebbero meritato di pareggiare e di riaprire la partita. Il Tricolore di categoria - che mancava dal 2013 - è scivolato via così, sotto la pioggia del Bruno Recchioni e tra le lacrime dei ragazzi a fine partita, delusi ma consapevoli di aver fatto qualcosa di straordinario.
Quello che ha fatto la squadra di Omar Barzaghi, infatti, non ha alcun precedente. Con cinque classe 2007 tra i titolari e altri cinque in panchina, la formazione guidata dal tecnico ex Giana Erminio ha giocato una grande finale contro un Vicenza che l'anno scorso era arrivato tra le prime quattro squadre d'Italia, ma nei campionati riservati ai club di Serie A e B: «Ottima partita - le parole di Marco Malenchini nel post partita - ho visto due grandi squadre: facciamo i complimenti al Vicenza, per quanto ci riguarda penso che siamo stati sfortunati nell'episodio in cui abbiamo preso gol ma abbiamo fatto una buonissima prestazione. Abbiamo giocato e indirizzato la gara dove volevamo, abbiamo schierato tanti ragazzi più piccoli e di questo c'è da andarne fieri».
La finale Scudetto centrata con l'annata mista 2006-2007 è solamente l'ultimo atto di un cammino incredibile per il vivaio di una squadra che fino a un mese fa non si sapeva che fine avrebbe fatto. Quando infatti la prima squadra è rimasta invischiata nei playout, in tanti hanno tremato: una retrocessione in Serie D avrebbe forse azzerato quello che, grazie al lavoro di Malenchini (e di Simone Grossi sull'Attività di Base, e di tutto lo staff dirigenziale), è diventato uno dei migliori vivai d'Italia a livello di Serie C. Organizzazione, competenza, strutture e una visione comune rivolta al futuro, come dimostra la rosa dell'Under 17 che a questo punto anche l'anno prossimo potrà recitare un ruolo da grande protagonista: «Abbiamo sicuramente una buona base su cui costruire - continua Malenchini - ma bisognerà capire il percorso dei ragazzi: qualcuno avrà bisogno di fare ancora questa categoria, altri avranno le necessità di misurarsi con una categoria superiore. Faremo le dovute valutazioni a mente serena». Per smaltire questa sconfitta servirà un po' di tempo, perché aldilà del fatto di aver giocato contro una formazione fuori categoria, poi in finale nessuno vuole perdere. Una volta voltata pagina, l'analisi che ne rimane - visto che anche l'Under 13 ha fatto un vero e proprio capolavoro laureandosi vice Campione d'Italia dietro alla Roma (!) - è sicuramente positiva: «La stagione - chiude il Responsabile del Settore Giovanile orobico - è stata certamente importante, penso che il nostro vivaio abbia cambiato dimensione. Ci siamo confrontati con realtà di assoluto livello e per noi questa stagione deve essere un punto di partenza: c'è sicuramente rammarico per i due Scudetti persi, e adesso dobbiamo solo lavorare per fare in modo che queste finali non siano un caso». Insomma, il lavoro di Malenchini è sotto gli occhi di tutti tanto che alcuni club importanti gli avrebbero dato in mano le chiavi del proprio Settore Giovanile come ad esempio la Cremonese, che aveva deciso di puntare su di lui per la sostituzione di Giovanni Bonavita prima di virare su Stefano Pasquinelli. Il più giovane direttore d'Italia, alla fine, si è però deciso a rimanere nel club che ormai considera casa sua. La voglia di continuare a migliorare c'è, e tornerà ancora più forte dopo questi due titoli scivolati via per un niente. E come si può fare meglio di così? Vincendo. Malenchini lo sa bene, e sa anche come farlo.