Under 16 Serie C
17 Giugno 2023
UNDER 17 CESENA: Filippo Bertaccini, classe 2007 bianconero
Di nome fa Filippo, di cognome Bertaccini: lui è il giorno, il sole, l'estate. Di mestiere fa l'attaccante, il suo compito è quello di segnare e ci riesce pure molto bene. Ma non solo, perché nella notte di Tolentino - precisamente venerdì 16 giugno 2023, una data che difficilmente dimenticherà - ha pure dato un senso al suo essere straordinario facendo ciò che gli viene meglio, ovvero segnare. Lo ha fatto rendendo giustizia all'assist di Berti, altro talento da tenere d'occhio nella rosa emiliana, ma lo ha fatto soprattutto mettendo la firma sullo Scudetto del Cesena: il primo da allenatore di Juri Tamburini, il secondo consecutivo per i classe 2007, il settimo nella lunga e gloriosa storia della società bianconera.
Di nome fa Davide, di cognome Bertaccini: lui è la notte, la luna, l'inverno. Di mestiere fa il preparatore dei portieri, ma vanta un passato anche da match analyst ma soprattutto da calciatore. La sua è una storia gloriosa, se non altro perché ha vestito maglie del calibro di Civitanovese, Fermana, Fiorenzuola, Casertana e Cervia. Sì, quel Cervia che dal 2004 al 2006 ha segnato un'intera generazione: quello di Ciccio Graziani, quello di Campioni. Il primo anno vince il campionato di Eccellenza, il secondo viene riconfermato e gioca da capitano anche in Serie D. Nel suo caso non c'è una data in particolare da ricordare, bensì un'intera carriera guantoni alla mano e scarpini ai piedi.
Filippo è il figlio, Davide il padre. E sì, è una questione di sangue anche se sono decisamente diversi tra loro, quasi agli antipodi: come il giorno e la notte, il sole e la luna, l'estate e l'inverno. Tale padre, tale figlio? Da una parte sì per l'amore per il calcio, dall'altra no perché uno è un attaccante e l'altro è un portiere. E chissà se Filippo avrebbe trovato il suo spazio nel Cervia di Ciccio Graziani, intanto si porta a casa il secondo Scudetto consecutivo e lancia la sfida al padre: «Se gli tirassi un rigore non saprei come andrebbe a finire, sarebbe divertente. Però non credo lo farò perché non ce la farebbe - sorride il classe 2007 - ma se fosse in forma non entrerebbe nulla, di questo ne sono sicuro». Resta il fatto che avere un papà così è una fortuna, specie se nella vita vuoi seguirne le orme e fare dunque il calciatore. Riguardo ciò Filippo non ha alcun dubbio sul ruolo che sta ricoprendo nel suo percorso di crescita: «Non mi monta mai la testa, vola sempre basso e non va mai sopra le righe. Poi mi aiuta molto, questo sì. Mi dà diversi consigli, io lo ascolto e proviamo a lavorarci assieme» le parole del bomber.
E chissà se è stato papà Davide a fargli scattare il click mentale che dalle fasi finali in poi l'ha reso l'attaccante migliore d'Italia. I numeri parlano chiaro e dalla sfida emiliana contro il Renate, valida per il ritorno degli ottavi di finale, ha messo insieme un totale di 8 gol: uno proprio ai lombardi, quattro alla Pro Vercelli (uno all'andata, tre al ritorno), uno alla Virtus Entella. E uno pure nella partita più importante, quella di Tolentino contro il Vicenza, che lo ha reso il bomber più in forma di tutte le categorie Nazionali. Il tutto dopo appena tre sigilli nella regular season, a testimonianza del netto cambio di passo che lo ha visto protagonista nell'ultimo mese della stagione. «In campionato, sarò sincero, non è andata come speravo perché giocavo poco. Al mio posto c'era Niccolò (Mingarini, ndr) e poi purtroppo si è dovuto fermare a causa di un problema di salute. Da parte mia gli mando un grosso saluto - spiega il classe 2007 - e spero possa tornare presto».
Minuto 12 del secondo tempo, Berti serve Bertaccini che fa quel che gli viene meglio: calciare in porta. Il tiro sembra indirizzato verso lo specchio, ma una sfortunata deviazione di Baidoo lo rende imparabile per Mocanu. Passa un attimo, un istante, un decimo di secondo e la rete si gonfia: Cesena in vantaggio. «Non ci credevo, non ho capito più niente. Dopo che ho visto il pallone entrare - ammette Filippo - ho esultato più forte che potevo, è stata un'emozione pazzesca. Le prime persone a cui ho pensato sono stati i miei genitori, lo dedico a loro». Se per lui ha rappresentato il momento più alto del suo percorso vero il calcio dei grandi, per il Cesena è coinciso con il settimo Scudetto della propria storia, il terzo nel giro di poco più di un anno. Una società, quella bianconera, che lui stesso definisce casa: «Un grazie anche ai compagni, all'allenatore e pure alla società. Non lo nego: credo che in questo momento quello del Cesena sia uno dei settori giovanili migliori d'Italia, questa è casa mia da sette anni e mi ci trovo benissimo».
Lo Scudetto: un sogno per tanti, un obiettivo irrealizzabile per tantissimi, una realtà per pochi. C'è chi ci ha vissuto di rendita per anni, ma c'è anche chi può dire di averci un rapporto speciale. Tra questi ci sono i classe 2007 del Cesena, che a distanza di 355 giorni sono ritornati sul tetto d'Italia. Lo stadio della Vittoria di Tolentino come il Bruno Recchioni di Fermo, il Vicenza come il Bari, Bertaccini come Omokaro: ieri campioni, oggi pure. «Quest'anno più dell'anno scorso volevamo vincere. La sensazione è un po' diversa, però è comunque stupendo e ce lo godiamo. Complimenti al Vicenza perché si sono dimostrati un'ottima squadra - il commento del bomber - ma noi siamo qualcosa di magico, un gruppo incredibile».
Filippo la maglia del Cesena ce l'ha cucita addosso da quando aveva 8 anni, precisamente da quando l'area scouting bianconera lo scoprì ai tempi della Nuova Virtus Cesena, la squadra del suo paese, Ponteabbadesse. Da quel momento ha avuto inizio una cavalcata senza precedenti: gol a valanga, perché alla fine è ciò che prevede il suo mestiere - e ha dimostrato di farlo pure bene - e due Scudetti, entrambi storici. Il tutto sotto gli occhi di papà Davide, il suo primo tifoso. E se è evidente che il meglio debba ancora venire, il piccolo Filippo - che così piccolo non è più da tempo - ha tutte le carte in regola per quantomeno eguagliare quanto fatto dal suo vecchio. Come il giorno e la notte, il sole e la luna, l'estate e l'inverno: come Davide e Filippo Bertaccini.