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Under 17 A-B

È l'attaccante più forte d'Italia: segna 30 gol, sfiora uno storico Scudetto e vede la Serie A

È un classe 2006, viene da Firenze ed ha vissuto una stagione strepitosa

UNDER 17 FIORENTINA

UNDER 17 FIORENTINA: Tommaso Rubino, talento della viola

Partiamo dalla sostanza, ovvero dai numeri. 30 gol stagionali: più di Tommaso Ravaglioli del Bologna (25), più di Francesco Camarda del Milan (26), più di Daniel Curcio dell'Inter (20). E più di ogni altro giocatore in Italia, il che lo rende il Re dei bomber di tutti i campionati giovanili nazionali. Per intenderci Seba Esposito, al tempo gioiello del vivaio dell'Inter, nel 2018/2019 - la sua migliore stagione in assoluto - ne mise a segno lo stesso numero: 7 in Primavera, 16 in campionato con l'Under 17, 2 in Supercoppa, 2 in semifinale e 3 nella storica finalissima del Benelli di Ravenna contro la Roma. E parliamo di Seba Esposito, uno che ai tempi del settore giovanile nerazzurro era considerato un fuoriclasse. Insomma, segnare 30 gol in una singola stagione non è roba da tutti: ci vuole talento, ci vuole lavoro, ci vuole costanza. Ma non solo, perché bisogna avercelo nel sangue e perché bisogna saperci fare con il pallone tra i piedi. Arriviamo alla sostanza, ovvero al nome e al cognome: Tommaso Rubino.

STORICO

In fondo basterebbe prendere esempio da lui, ma giocatori di questo tipo sono merce più unica che rara. Da otto anni se lo coccola la Fiorentina, che una volta prelevato dal Novara non se l'è più fatto scappare. Lui che è un cuore viola fin dalla nascita, lui che è cresciuto all'ombra del Franchi, lui che in quello stadio - che si trova letteralmente dietro casa - sogna di ritornarci da protagonista. E sempre lui che quasi non portava la Fiorentina in finale Scudetto, traguardo solamente sfiorato dopo una cavalcata clamorosa interrotta solamente dall'Inter. Tuttavia, in qualsiasi modo la si voglia guardare, la notte di Ancona non sarà mai dimenticata. Non se la dimenticherà Galloppa, che dopo aver eliminato la Juventus ha sfiorato un traguardo storico. Non se la dimenticherà capitan Sadotti, che quasi non portava la sua Fiorentina a giocarsi lo Scudetto. Non se la dimenticherà lui, Tommaso Rubino, perché il gol del momentaneo 1-1 - arrivato in apertura di secondo tempo dopo il sigillo interista di Mosconi - ha portato proprio la sua firma. E non è stato un gol normale: da una parte perché, come detto, ha rimesso in discussione la semifinale di Ancona, dall'altra perché è stato il numero 30 in stagione

QUALITÀ

In una singola giocata ha dato un perché all'etichetta di predestinato che da sempre si porta sulle spalle. Con l'intelligenza si è staccato dai blocchi per ricevere il pallone, con la velocità lo ha raccolto da Deli dopo un gran lavoro di Fortini, con la freddezza lo ha indirizzato nell'angolo lontano. Tutto qui? Non proprio, perché il tutto lo ha fatto utilizzando il piede sinistro, lui che nella teoria - ma evidentemente non nella pratica - sarebbe un destro naturale. Senza dimenticare poi l'approccio del primo tempo, tanto che con Pozzoli ha fatto passare i peggiori incubi alla retroguardia nerazzurra: sia vestendosi da uomo-assist, sia calciando verso la porta difesa da Tommasi. Del 3-4-2-1 di Galloppa è stato il faro, il riferimento, il frontman. Dopotutto quanto fatto allo stadio del Conero è la fotografia esatta della sua stagione: qualità, sostanza e gol. E pensare che di mestiere non fa nemmeno l'attaccante, visto che in maglia viola ha sempre giocato da trequartista o al massimo seconda punta. Ritornando al paragone con Seba, è evidente che i suoi gol possano valere addirittura doppio: l'ex stella dell'Inter giocava al centro dell'attacco con alle spalle gente del calibro di Gnonto e Oristanio, lui predilige una posizione più arretrata e dunque più focalizzata al gioco per la squadra.

SANGUE

Arrivando al discorso età ci sarebbe da scrivere un libro. Rubino è nato il 10 novembre 2006, dunque attualmente deve ancora compiere 17 anni. È un secondo semestre, fisicamente non è proprio un marcantonio ma sa il fatto suo anche quando c'è da fare la guerra. E se è vero che buon sangue non mente, il perché di un talento così cristallino lo si evince dal nome si suo padre: Raffaele Rubino, ex calciatore con un passato, tra le altre, a Novara, Torino e Perugia. Avere l'Artemio Franchi a pochi chilometri da casa sicuramente è un fattore, se poi il tuo vecchio è uno che nel calcio la sua sporca figura l'ha fatta eccome, è evidente che torni tutto quanto.

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