Under 17 A-B
24 Giugno 2023
UNDER 17 ROMA: Filippo Reale, classe 2006 giallorosso
Se la Roma fosse il Paradiso, e dopo la vittoria dello Scudetto contro l'Inter non è poi così tanto un'utopia, lui sarebbe Dio. Se la Roma fosse un regno, lui sarebbe il Re: per buona pace dei fantastici 7 della capitale, così come quell'ottavo che dalla primavera del 2017 è diventato immortale. Se la Roma fosse un impero, poco importa se d'oriente o d'occidente, lui sarebbe l'Imperatore. Perché in fondo la settimana vissuta da Filippo Reale è stata tutto questo: una settimana da Dio, una settimana da Re, una settimana da Imperatore. O più semplicemente una settimana da fuoriclasse, visto che nel Tricolore dei giallorossi - l'ottavo di Under 17, il venticinquesimo a livello di settore giovanile - c'è tanto, tantissimo del terzino sinistro classe 2006.
E questa è già di per sé una notizia, visto che il talento romano non nasce propriamente come esterno di difesa. I suoi primi anni a Trigoria li passa sì sulle corsie laterali, preferibilmente quella di sinistra per piede e caratteristiche, ma ben più avanzato. Poi qualche infortunio di troppo, un percorso apparentemente arenato che proprio non ne voleva sapere di decollare, ma alla fine l'intuizione. E quella di Marco Ciaralli, che se l'è preso sotto braccio dalla scorsa estate quando ha preso in consegna da Falsini i classe 2006, col senno di poi è stata decisamente vincente. Quasi da fantasista, dunque da numero 10, roba che all'ombra del Colosseo conoscono molto bene dalla notte del 28 marzo 1993. I primi risultati si intravedono già a metà anno, quando a suo di prestazioni con l'Under 17 attira pure l'attenzione di Federico Guidi, allenatore della Primavera, che se lo porta in panchina prima col Cesena e poi col Bologna. Lo stesso avviene con Tugberk Tanrivermis, guida tecnica dell'Under 18, che lo fa addirittura esordire dal primo minuto nella sfida di Trigoria contro l'Empoli. Resta in campo meno di un'ora, ma abbastanza per prepararsi al meglio al rush finale con i suoi classe 2006.
Le prestazioni dai quarti di finale in poi sono un continuo crescendo, tanto che Ciaralli se ne priva giusto l'ultima mezz'ora della gara d'andata contro l'Atalanta. Dalla trasferta di Zingonia alla finale di Ancona non salta un singolo minuto: a Trigoria contro la Dea si prende in rassegna Bonanomi, non proprio l'ultimo degli arrivati, e non gli fa vedere palla, poi a San Benedetto del Tronto fa lo stesso con Di Siena prima e Scotti poi, quest'ultimo già nel giro della Primavera di Abate. Poi l'ultimo ballo, la ciliegina sulla torta, l'ascesa come Dio, l'incoronazione a Re, a Imperatore: la finalissima di Ancona contro l'Inter. Rispetto alle due uscite precedenti non ha diretti avversari da marcare, ma la prestazione è altrettanto sublime: numerose le discese palla al piede, altrettante le letture indovinate con tempismo e personalità da vendere.
Una Final Four da fuoriclasse a coronamento di una stagione sublime: serve altro? Le sue prestazioni non sono passate inosservate nemmeno a Ciaralli, che dopo averci puntato ha parlato così dopo la vittoria sull'Inter: «Su di lui ci abbiamo lavorato davvero tanto, siamo contenti. Credo che i risultati si siano visti - racconta il tecnico giallorosso - e sono felice che sia migliorato tantissimo. Contro Milan e Roma ha giocato due partite di ottimi livello, ci ha dato una grossa mano». Nel giro di un anno ha svoltato la sua carriera, la sua vita. È tornato a sognare, ma soprattutto ha iniziato a far sognare. Oggi rappresenta uno dei giocatori più futuribili del vivaio giallorosso, d'altronde le qualità sono quelle giuste per poter sfondare: tecnica, corsa, fisico, intelligenza, predisposizione al lavoro e passione. Reale ce le ha tutte: lo sa la Roma e lo hanno saputo, nell'ordine, anche Atalanta, Milan e Inter. E scusate se è poco.