Under 15 A-B
25 Giugno 2023
UNDER 15 INTER: Simone Fautario, tecnico nerazzurro
Nel destino l'Inter: la squadra che lo ha prelevato dalla Nuovo Milano Calcio, la squadra con cui è cresciuto arrivando fino alla Primavera, la squadra che 15 anni dopo è tornata a essere la sua casa calcistica. Nel destino anche lo Scudetto: quello vinto da giocatore con la Primavera di Vincenzo Esposito nel 2007, quello perso da vice di Tiziano Polenghi un anno fa contro il Bologna in Under 17. E da ieri, sabato 24 giugno, anche quello conquistato al Bruno Recchioni con l'Under 15: storico per le modalità, strepitoso per il risultato, indimenticabile per il significato. Partiamo da quest'ultimo, visto che per Simone Fautario rappresenta il primo grande traguardo da allenatore. Ma non è finita qui, perché il Tricolore vinto a Fermo arriva alla fine della sua prima vera stagione da allenatore. Potete chiamarlo come preferite, ma l'aggettivo più adatto sarebbe predestinato: perché lui ce l'ha nel sangue, perché diventare campione d'Italia al primo anno non è roba da tutti.
Veniamo alle modalità, riassumibili con una sola, semplice parola: follia. La finale contro l'Empoli è stata una vera e propria battaglia, tra due squadre che se le sono date di santa ragione e che si sono risposte colpo su colpo, gol dopo gol. Ne sono usciti 100 minuti fantastici, indimenticabili: tanto i primi 80, ovvero la durata dei tempi regolamentari, quanto i successivi 20 e poi i calci di rigore, visto che per battere l'Empoli i nerazzurri ne hanno dovute sudare parecchie di camicie. «Penso che a casa si siano divertiti - spiega Simone Fautario - perché anche per noi è stato bellissimo. La partita non è stata affatto semplice, ma ce l'aspettavamo. Conoscevamo l'Empoli e conoscevano la loro forza, chiaramente paragonabile a quella di Bologna e Juventus». Che la finalissima di Fermo potesse regalare spettacolo era chiaro già alla vigilia, ma nessuno avrebbe potuto mai immaginare una sfida di questo tipo: probabilmente una delle finali più folli di sempre, sicuramente la più bella degli ultimi anni. La differenza l'hanno fatta loro, sempre loro, solo loro: i talenti. Sponda Empoli si sono distinti giocatori come Tavanti, Bagordo, Busiello, Campaniello, Blini e Zanaga, per l'Inter i soliti Curcio, Carrara, Bovio, La Torre, Moressa e Mortarino. «Ero consapevole che sarebbe potuta venire fuori una partita così. Dopotutto sono ragazzi di appena quindici anni - spiega il tecnico - quindi è un bene che non ci siano chissà quanti tatticismi. Sono dell'idea che debbano andare sempre forte, divertirsi con il pallone tra i piedi. È stato un grande spettacolo, meritavano anche loro di vincere e gli faccio i complimenti».
Arriviamo quindi al risultato, una vittoria ai calci di rigore dopo il rocambolesco 3-3 nei tempi regolamentari. È lo Scudetto numero 36 per il vivaio nerazzurro, che si conferma di gran lunga il più vincente in Italia staccando ulteriormente sia il Torino (secondo) che la Roma (terza). È anche il numero 10 a livello di Under 15, quello della stella: serve altro? E la mano di Fautario si è vista eccome, in primis nel momento in cui l'Inter si è ritrovata sotto di due lunghezze. «Nella vita bisogna sempre crederci, se non lo avessi fatto io non avrei potuto pretendere che lo facessero i ragazzi. Il merito è tutto loro: hanno sempre lavorato in maniera impeccabile - spiega l'allenatore - e dal primo momento si sono messi a disposizione». Un pensiero dell'ex calciatore è diretto anche agli altri classe 2008 che non sono scesi in campo a Fermo: dagli infortunati Farronato e Franchi ai vari Suppa, Medina e Orlacchio: «Ringrazio tutti e gli faccio i complimenti: hanno raggiunto un traguardo incredibile, devono goderselo. Una dedica va anche a mia moglie, a volte ci ho parlato poco perché ero con la testa al campo e la ringrazio».
L'ultima pensiero è invece per l'uomo che in 12 anni ha letteralmente rivoluzionato il vivaio dell'Inter, vale a dire Roberto Samaden. Arrivato ormai alla fine del suo percorso in nerazzurro, tanto che nel giro di qualche settimana inizierà ufficialmente l'avventura all'Atalanta, Fautario lo ricorda così: «Un grazie va a lui perché ha creduto in me. Mi ha permesso di iniziare ad allenare e gli sono grato. Inoltre è stato anche mio allenatore ai tempi dell'Under 13, ho un bel ricordo». In poche parole, dopo due anni in pre-agonistica e uno di apprendistato come braccio destro di Polenghi, il grande salto: il risultato? Scudetto al primo anno. Il tutto seguendo le note di una canzone, semplice ma dal titolo inequivocabile: "Noi siamo l'Inter". I classe 2008 hanno iniziato ad ascoltarla dopo la gara d'andata contro il Bologna, e guarda caso da quel momento in poi non si sono più fermati: coincidenze?