Under 15 A-B
26 Giugno 2023
UNDER 15 INTER: Alessio Grotti, classe 2008 nerazzurro
Il suo percorso all'Inter assomiglia alla scalata verso l'Everest. Lì in alto, esattamente a 8848 metri, c'è la vetta, il punto d'arrivo, il coronamento di un sogno. È ancora molto distante, quasi un miraggio, ma sia la direzione che l'equipaggiamento sono quelli giusti. Tutto ha avuto inizio il 14 luglio 2022, dopo aver firmato e messo nero su bianco il suo trasferimento sulla sponda nerazzurra del Naviglio. Ecco quindi il campo base, il primo, situato a 5364 metri. Poco meno di un anno dopo di strada ne ha fatta, di pareti ghiacciate ne ha scalate, di ostacoli ne ha superati. Di quanto sia effettivamente salito non è dato saperlo, tuttavia è sufficiente la consapevolezza di aver fatto un bel passo in avanti. Il rush finale, l'ultimo centinaio di metri prima del secondo campo base, è coinciso con la sfida all'Empoli nell'ultimo atto della corsa Scudetto: un palcoscenico da togliere il fiato, un avversario tra i più forti in Italia, ma anche un epilogo dolcissimo. L'Inter si aggiudica anche il secondo round di una sfida diventata ormai classica, batte i toscani per il secondo anno consecutivo - per di più dopo una finale pazzesca, una finale senza senso - e conquista il decimo Tricolore di categoria. E in campo, tra i vari Curcio, Carrara, La Torre e Bovio, c'era anche lui: Alessio Grotti.
Precisamente dal minuto 34 della ripresa, quando ha preso il posto di Sorino e si è piazzato sulla corsia di destra. Partiamo dalla fine: la sua prestazione è stata sublime. Nulla di eccezionale, sia chiaro: ha tenuto la posizione, ha coperto gli spazi a dovere e tecnicamente, aspetto tutt'altro che scontato, se non altro per l'importanza della partita, non ha sbagliato nulla. E di fronte non c'erano proprio gli ultimi arrivati, anzi. Il reparto offensivo dell'Empoli era e rimane tuttora uno dei più forti in Italia: un giocatore come Busiello non ha certamente bisogno di presentazioni, lo so stesso vale per Zanaga, Campaniello e chi più ne ha più ne metta. Riassumendo, entrare a partita in corso in una finale non è affatto semplice, ma lui lo ha fatto con qualità. Sia nei tempi regolamentari, quando è stata l'Empoli a fare la partita, sia nei venti minuti addizionali, giocati tutto sommato con tranquillità anche grazie a un forcing meno spinto da parte dei toscani.
E pensare che prima della sfida di Fermo in stagione era sceso in campo appena altre cinque volte, tre nella regular season ma ben due dagli ottavi di finale in poi. Leggendo i dati da un'altra prospettiva è evidente che il suo sia stato un percorso in continuo crescendo, come sevsi fosse dovuto ambientare prima di riuscire a esprimersi al proprio meglio. Il che sarebbe anche logico perché prima del suo arrivo al campo base, ovvero ai famosi 5364 metri, di strada ne ha dovuta fare parecchia. D'altronde la tanto agognata firma del 14 luglio 2022, quindi il lascia passare per iniziare a sondare il terreno per raggiungere la cima, se l'è dovuta sudare. Rispetto a gran parte dei compagni non ci è arrivato dal portone principale, bensì da una porta secondaria. Defilata, probabilmente meno sotto ai riflettori, ma comunque diretta agli 8848 metri. Perché sì, lo scorso anno Alessio Grotti giocava all'Enotria, quindi nei Dilettanti. Un'ottima stagione in rossoblù, unita a una manciata di allenamenti con i pari età nerazzurri, hanno poi convinto la dirigenza interista a portarselo con sé a Interello.
Quella appena conclusa è stata infatti la primissima stagione all'ombra della Madonnina. Un anno fa, subito dopo la firma, parlava così: «Voglio dare il mio contributo e fare il meglio possibile. Non mollerò mai e il mio obiettivo è quello di conquistarmi una maglia da titolare». Il suo contributo l'ha dato, e soprattutto non ha mai mollato. La maglia da titolare è sembrata spesso un miraggio, vero, ma le carte in regola per conquistarla ci sono tutte. Intanto si gode uno Scudetto vinto da protagonista, oltretutto in una finale che certamente entrerà negli annali dell'Inter, dopodiché ci sarà tempo per pensare alla prossima stagione. E quindi al proseguo della scalata, d'altronde il campo base è ormai alle spalle e la vetta non è poi così lontana. Perché non provarci? Giusto qualche anno fa giocava nell'oratorio CEA, oggi rientrerà a Milano con la medaglia dello Scudetto: comunque andrà a finire il suo viaggio, qualunque epilogo racconterà il suo percorso, è già bello così.