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Il Benfica domina, l'Inter si salva e perde la testa: i nerazzurri versione Europa non brillano

Berenbruch illude Chivu, poi i portoghesi abbassano la testa e la pareggiano nel secondo tempo

INTER-BENFICA YOUTH LEAGUE

INTER-BENFICA YOUTH LEAGUE: uno scatto della sfida di Interelloa

Per capire cosa non ha funzionato ci sarà tempo e modo. Soprattutto ragionare sul perché di tante, troppe cose: l'incapacità di proporre il proprio gioco, la mancanza pressoché totale di idee, il numero alquanto esiguo di palloni toccati dai giocatori di maggiore qualità. E pure la difficoltà, emblematica nella ripresa, anche solo di superare la proprio metà campo. Ma quando non puoi vincere non devi perdere, specie in una competizione europea che storicamente non ha mai perdonato i passi falsi. E in questo, se non altro, l'Inter si conferma squadra matura: perché strappa un pari importantissimo contro il Benfica (1-1), perché mantiene l'imbattibilità stagionale sia in campionato sia in Youth League, perché muove nuovamente la classifica del girone D dopo il 3-3 di due settimane fa contro la Real Sociedad. Poco importa se il sigillo di Rego sia arrivato a meno di dieci minuti dal triplice fischio, perché in casa nerazzurra è impossibile parlare di rimpianti: nonostante il vantaggio firmato Berenbruch, migliore per distacco assieme a Calligars, e nonostante anche la traversa colpita da Kamate, unico sussulto di un secondo tempo in cui c'è da sottolineare anche l'espulsione - alquanto ingenua - di un nervosissimo Cocchi.

APPROCCIO

Chivu conferma il solito 4-3-3 e si affida ai fedelissimi. Rispetto alla sfida con il Torino ne cambia due: in cabina di regina non c'è Bovo ma Stankovic, che rientra con la fascia da capitano dopo la convocazione di Simone Inzaghi per la trasferta di Salerno, mentre sulla sinistra fiducia a Cocchi, classe 2007, al posto di Motta. È invece solo uno il volto nuovo rispetto all'esordio europeo di San Sebastian in casa della Real Sociedad, con Spinaccè preferito a Sarr al centro del tridente completato da Kamate a destra e Quieto a sinistra. Di fronte ai nerazzurri un Benfica che non vince da un mese esatto (l'ultima vittoria risale al 3 settembre, 5-1 in campionato all'Atletico Viseu) e quindi in cerca di riscatto. Valido si mette a specchio e si affida al talento di Hugo Felix - fratello di Joao, diamante del Barcellona - e, più in generale, a un tridente offensivo che funziona. Matjaz e Cocchi lo capiscono in fratta, precisamente dopo sette minuti, quando Rego lavora di sponda per Lima che non trova la porta per questione di centimetri. L'episodio che segna l'ingresso in partita dell'Inter corrisponde con il gol del vantaggio: Prioste pasticcia in fase di costruzione, ne approfitta Berenbruch che col sinistro va a segno per la terza volta in stagione (11'). Il centrocampista lecchese si conferma il più ispirato e per due volta sfiora addirittura il raddoppio: prima calciando a lato dopo un bell'assist di Kamate (23'), poi impegnando Velickovic con un tiro-cross dalla sinistra (28'). Quindi è il turno dello stesso Kamate, che fa tutto bene ma pecca sul più bello dopo una grande discesa di Aidoo (30').

GLI STESSI

Nel mentre il Benfica non sta a guardare. Da una parte non si snatura e continua a puntare su una manovra ragionata, alle volte forse un po' lenta, ma in qualche modo capace di nascondere il pallone all'Inter. Dall'altra cerca con più frequenza gli esterni alti, provando quindi di verticalizzare con maggiore frequenza. I risultati sono positivi a metà: perché Hugo Felix spaventa per due volte Calligaris ma non incide (23' e 46'), e soprattutto perché Lima - migliore per distacco nei primi 45 minuti - fa lo stesso in quella che è di gran lunga la chance migliore per i portoghesi (41'). Positivi abbastanza per Chivu, a tal punto che già all'intervallo ridisegna la difesa: fuori un acciaccato Matjaz e dentro Maye, che si piazza alla sinistra di Stante. Ma i problemi per i nerazzurri sono gli stessi, con la differenza rispetto al primo tempo che nemmeno le sgasate di Berenbruch riescono a spezzare il dominio portoghese. Il pallone ce l'ha sempre il Benfica e si costruisce con merito quattro occasioni da gol, tutte in crescendo a livello di pericolosità: prima Luis trova lo specchio ma colpisce Stante (1'), poi Felix si porta a spasso Maye ma pecca in precisione (4'), quindi Spencer impegna Calligaris dai sedici metri (17'), infine lo stesso portiere nerazzurro è costretto agli straordinari per disinnescare il missile dalla distanza di Luis (20'). Nel mezzo altre due mosse di Chivu: entrano Bovo e Diallo, escono Stankovic e Quieto. La musica non cambia e il gol del pari sembra solo questione di tempo. Giusto qualche minuto dopo un salvataggio miracoloso di Cocchi sul tentativo di Silva, al 36' Rego riesce finalmente a battere Calligaris sfruttando anche una leggera deviazione. Per l'Inter, almeno sulla carta, non mancano i rimpianti per una clamorosa traversa colpita da Kamate dopo un erroraccio di Fonseca giusto qualche minuto prima, ma resta un punto guadagnato visto che fino al triplice fischio - sulla falsariga di quanto avvenuto nell'intero secondo tempo, dove va segnalata l'espulsione diretta di Cocchi - si gioca a una porta sola. 

IL TABELLINO

INTER-BENFICA 1-1
RETI: 11' Berenbruch (I), 36' st Rego (I).
INTER (4-3-3): Calligaris 7, Aidoo 6, Stante 6, Matjaz 5.5 (1' st Maye 6.5), Cocchi 5, Di Maggio 6 (39' st Ricordi sv), Stankovic 5.5 (18' st Bovo 6), Berenbruch 7, Kamate 6.5, Spinaccè 5 (39' st Vedovati sv), Quieto 5.5 (18' st Diallo 5.5). A disp. Raimondi, Guercio. All. Chivu 6.
BENFICA (4-3-3): Velickovic 6.5, Conceicao 6, Okon Engstler 6.5 (25' st Meotti sv), Fonseca 7 (49' st Mustmaa sv), Spencer 6, Prioste 7, Lima 7, Luis 6.5, Rego 7, Veloso 6 (32' st Silva sv), Felix 7.5. A disp. Mendes Dudzinski, Martins, Wynder, Rego. All. Valido 6.5.
ARBITRO: Jankins (WAL) 7.
ASSISTENTI: Bird (WAL) e Jordan (WAL).
QUARTO UOMO: Piccinini di Forlì.
ESPULSO: 45' st Cocchi (I).
AMMONITO: Stante (I), Quieto (I), Cocchi (I), Kamate (I).

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