Under 15 A-B
05 Ottobre 2023
UNDER 15 MONZA: Rosindo Zanni, bomber biancorosso
Chi lo ha visto giocare lo descrive come un "crack", per definizione un «giocatore di eccezionale bravura». Alcuni sono convinti che un talento di questo tipo, a memoria d'uomo, si sia visto pochissime volte nei campi di calcio italiani. Altri ancora, e parliamo di addetti ai lavori con anni di esperienza sul campo e dietro la scrivania, lo hanno addirittura definito come uno dei prospetti più interessanti in circolazione. Subito al sodo: si chiama Rosindo Zanni, ha compiuto 14 anni lo scorso 6 marzo, viene da Casalnuovo di Napoli e da quest'estate è un giocatore del Monza. Il consiglio è semplice: prendere carta e penna, segnarsi questo nome e riporre il bigliettino dove non possa essere trovato per caso, magari in un salvadanaio. Tra un paio d'anni, poi, munirsi di martello - magari il classico per spaccare quelli a forma di maialino - e rileggere quanto scritto. Sarà nata una stella? Difficile, quasi impossibile dirlo. Ma se il destino avrà seguito il proprio corso, obiettivamente, è facile che ci si possa ritrovare davanti a uno dei bomber più forti in circolazione.
Ecco lo spoiler, di mestiere fa l'attaccante. E non potrebbe essere altrimenti quando in valigia, tra scarpini vari e abbigliamento tecnico, ci si porta un totale - gol più, gol meno - di 100 reti. Il classe 2009 si è presentato a Monzello esattamente in questa maniera: tante le promesse, altrettante le aspettative. E le prime risposte, sebbene sia solo all'inizio del suo percorso tra i biancorossi, non si sono fatte attendere. L'esordio in campionato nella sfida interna contro il Lecco è stato l'antipasto. Il talento campano ha dimostrato, in un colpo solo: classe, fisicità, intraprendenza, senso del gol e leadership. Questi ultimi due aspetti sono di fondamentale importanza: il primo perché contro i blucelesti la gioia l'ha pure trovata, se non fosse per un fallo ravvisato dal direttore di gara poco prima del momento clou; il secondo si può riassumere con la fascia che porta con orgoglio sul braccio sinistro, quella da capitano. Morin gliel'ha affidata senza pensarci due volte, il resto è storia.
La seconda uscita stagionale, quella di domenica scorsa in trasferta contro la Feralpisalò, è stata la portata principale. Una prelibatezza culinaria da far venire l'acquolina in bocca a chiunque, persino ai palati più fini. Ha messo a segno due gol, entrambi splendidi ed entrambi decisivi nel netto 3-0 dei biancorossi. Il primo è un mix di tecnica e cinismo: con la prima raccoglie l'invito di Urbano e manda al bar Ferrari, grazie al secondo riesce a battere Pagotto con un destro in diagonale. Poi l'urlo, l'esultanza, la corsa sotto la tribuna. La sensazione è che i presenti al San Filippo, casa della Mario Rigamonti, abbiano assistito alla sua consacrazione. Poi il secondo, un gioiello per estetica e stile: l'assist in profondità di Santulli è millimetrico, il controllo a seguire e il destro sotto la traversa sono semplicemente sublimi. E ancora: urlo, esultanza e corsa, questa volta verso la panchina. In questo caso la sensazione è diversa, quasi opposta. Lo stupore ha lasciato spazio a una sorta di indifferenza, come se quanto fatto dal classe 2009 campano fosse semplice routine. Un po' come alzarsi, prendere la macchina per andare a lavoro e timbrare il cartellino.
Alla fine il suo mestiere non è molto diverso da questo: si alza la mattina, sale sulla macchina di papà Dino - o almeno questo avveniva fino allo scorso giugno, quando giocava ancora nei dilettanti in Campania - e timbra il cartellino. Nel suo caso quest'ultima azione corrisponde con il fare gol: gli riesce da sempre, dai tempi del Capua fino alla parentesi più recente al Real Casarea, e gli riesce pure molto bene. Il merito va diviso tra destino e lavoro: il primo gli ha regalato due piedi come Dio comanda e un fisico statuario, il secondo gli ha permesso di attirare le attenzione di mezza Italia. Su di lui era forte l'interesse della Roma, senza poi dimenticare i flirt con Empoli, Lazio, Fiorentina e pure Juventus. Poi il blitz del Monza, che nel nome di Mauro Bianchessi si è portato a casa uno degli attaccanti più contesi del panorama calcistico nazionale.
È anche uno che ce l'ha nel sangue. Un appassionato di calcio fino al midollo, un giovane cresciuto a pane e pallone. Come lui anche suo fratello, Mario, classe 2007 e capitano del Benevento. Se Rosindo di mestiere fa l'attaccante, il maggiore è un difensore: le basi per una assistere a una gran bella storia, come direbbe Fedez, ci sono tutte. Per ora uno gioca al nord e l'altro al sud, ma ricordate il bigliettino da riporre nel salvadanaio? Ecco, per Mario il discorso è molto simile. E non essendoci tutta questa differenza d'età, chissà se tra qualche anno non potranno incontrarsi. Serie A? Serie B? Serie C? Tocca ribadirlo, tempo al tempo. Intanto il suo nome è Rosindo Zanni. E sì, è da tenere d'occhio.