Under 15 A-B
14 Ottobre 2023
UNDER 15 ATALANTA: Francesco Gasparello, talento della Dea
Le aspettative erano altissime. Un po' per il nome, perché dopo aver attirato su di sé l'attenzione di tutta Italia non c'è addetto ai lavori che non ne abbia sentito parlare. Un po' per la storia, da quella più remota e quella più recente. E un po' anche per quella sorta di "hype" creatosi attorno al suo talento, roba che nel nostro calcio non si vedeva da tempo. Tanto che anche all'estero, precisamente in Inghilterra, ha iniziato a circolare il suo nome. Alcuni emissari del Chelsea, particolarmente colpiti da uno dei classe 2009 più forti d'Italia, lo hanno definito «un potenziale crack, uno da tenere sotto la lente d'ingrandimento». Serve altro? Sì, il nome e il cognome: Francesco Gasparello.
Subito al nocciolo della questione: tutte queste promesse, il cui peso specifico non è affatto trascurabile, sono state mantenute. Con la maglia dell'Atalanta, che lo ha soffiato sotto il naso all'Inter, ha segnato già due gol in campionato - entrambi nel 6-3 di Zingonia contro il Venezia - e non ci ha impiegato troppo tempo a diventare un perno importante della formazione di Previtali. Con quella della Nazionale, dopo essere stato selezionato per il raduno dell'area nord dello scorso giovedì, ha fatto altrettanto bene: sulle spalle la numero dieci, poco più avanti Gjeci - bomber dell'Inter, altro talento da tenere d'occhio - e ai suoi lati la coppia juventina Corigliano-Elimoghale. 4-2 fantasia? Sissignore.
Da qui un dato di fatto, semplice e incontrovertibile. Sulla sponda nerazzurra del Naviglio, precisamente in viale Liberazione, si stanno mangiando le mani. Tuttavia la dirigenza interista ha ben poco da rimproverarsi, visto che gli step da seguire per prelevarlo dal Padova sono stati fatti tutti: allenamenti a Interello, svariati tornei - tra cui il Manlio Melis in Sardegna - e un corteggiamento lungo e duraturo. Poi la manovra dell'Atalanta, un fulmine a ciel sereno per tempistiche, modalità e risultato. Quindi due domande. La prima: questa mossa della Dea, magari tra qualche anno, potrà assumere un significato ancor più profondo? La seconda: nell'immediato può spostare gli equilibri del campionato, di conseguenza influirà sulla corsa Scudetto? Le risposte, rullo di tamburi, sono entrambe sì.

Nell'immediato l'Atalanta ha trovato un trequartista. E sì, pure un fantasista: che strizza l'occhio agli amanti dell'estro e della fantasia, che rappresenta una prelibatezza capace di accontentare ogni palato, anche quelli più fini. Gasparello è l'ultimo degli esteti, l'ultimo dei romantici. Dal suo modo di giocare a calcio, di accarezzare il pallone, sembra arrivato dal passato. Forse dal Barcellona di Pep Guardiola, oppure dal Real Madrid dei galácticos. O ancora dall'Ajax di Cruijff, dal Milan di Sacchi, dal Manchester United di Sir Alex Ferguson. Tuttavia, guardandolo da un'altra prospettiva, è anche un giocatore moderno: perché bada al sodo, perché quando c'è da fare la guerra è sempre in prima linea, perché vanta una duttilità non indifferente e può ricoprire diversi ruoli. L'importante è che sia dal centrocampo in su, per il resto poco cambia: da mezzala smista palloni, si inserisce coi tempi giusti e garantisce entrambe le fasi; da trequartista può fare l'esteta, ma soprattutto formare una coppia d'oro con capitan Fugazzola.
Per il futuro, sebbene sia presto per dirlo, la stessa Atalanta potrebbe essersi assicurata un potenziale fenomeno. O forse sarebbe meglio definirlo «crack», come fatto dagli inglesi. Tra gli innumerevoli motivi ce ne sono due principali, ossia la coppia di sigilli messa a segno giusto due settimane fa contro il Venezia. Il primo è un mix di furbizia, freddezza e tecnica: il risultato? Mancino preciso, diagonale millimetrico e pallone in rete. Nel secondo ha dimostrato, nell'ordine: capacità di inserimento, facilità di dribbling - ne ha saltati addirittura due in un colpo solo - e ancora freddezza. Il tutto a Zingonia, poco meno di una settimana dopo l'esordio stagionale a Interello contro l'Inter. Ironia della sorte? Forse sì, intanto la presentazione è stata speciale: «Eccomi, piacere Francesco».
Intanto la Nazionale non è stata a guardare. Ma sicuramente il nome di Gasparello era presente nei taccuini dell'entourage Azzurro da diversi mesi, magari dallo scorso giugno quando, con la maglia del Padova, ha vinto lo Scudetto. Il palcoscenico era quello di Coverciano, il coro al termine dei tre giorni uno dei più belli: «I campioni dell'Italia siamo noi». Il tutto dopo un'intera stagione giocata sotto età in Under 15, a dimostrazione che anche a Padova erano ben consapevoli del suo enorme potenziale. Il futuro? Nell'immediato c'è da vincere a Zingonia contro il Sudtirol, dall'altra un primo posto da conquistare e, perché no, pure un Tricolore da riportare a Bergamo. Per lui, come detto, sarebbe il secondo consecutivo. E se fosse pure la consacrazione? Tempo al tempo, intanto una cosa è certa: l'Atalanta gongola, l'Inter piange.