Under 15 A-B
17 Ottobre 2023
UNDER 15 MONZA: a sinistra Zanni, a destra Buscema
12 mesi, 52 settimane, 365 giorni. In parole povere un anno. Da qui la domanda, il dubbio amletico, il quesito da un milione di euro: cosa si può fare in questo arco di tempo? La risposta, probabilmente scontata, vien da sé: tantissime cose. Tra queste c'è chi cambia vita, così come chi addirittura la stravolge. C'è poi chi prende, fa le valigie e risale la Penisola per fare il calciatore. Mosso dalla passione, spinto da un sogno, guidato anche da un pizzico di follia. D'altronde non è da tutti svegliarsi presto la mattina, prendere un aereo e volare verso nord. Soprattutto se hai appena 14 anni e alle spalle ti lasci la vita di sempre: famiglia, amici, compagni di squadra.
Ci vuole passione? Sì. Serve avere un sogno nel cassetto? Sissignore. Serve pure un po' di follia? Affermativo. Unendo i puntini, mettendo tutti i tasselli al proprio posto, ecco due nomi di ragazzi che corrispondono perfettamente a questo identikit: Rosindo Zanni e Rosario Buscema. Piccolo spoiler: il loro viaggio da sud a nord, partendo rispettivamente da Napoli e Catania, lo hanno intrapreso giusto un paio di mesi fa. E nel giro di un anno, per rispondere alla famosa domanda, sono passati dal calcio dilettantistico di provincia alla maglia più importante d'Italia: quella Azzurra, quella della nostra Nazionale. Nel mezzo due mesi convincenti con la casacca del Monza e al servizio del settore giovanile di Mauro Bianchessi, che giusto la scorsa estate ha fatto carte false per portarli con sé a Monzello.

Del primo, Rosindo Zanni, il bomber e golden boy di via Ragazzi del '99, se ne parla da settimane. Dopotutto, doveroso ricordarlo, chi lo ha visto giocare lo descrive come un "crack", per definizione un «giocatore di eccezionale bravura» - come raccontato giusto un paio di giorni fa. E se a Castelnuovo di Napoli erano già consapevoli di aver dato al mondo un diamante, forse ancora grezzo ma potenzialmente pregiato, dopo la convocazione in Nazionale i dubbi rasentano lo zero. Nella ridente cittadina partenopea non si parla d'altro, se non altro perché da quelle parti un giocatore di questo potenziale non si vedeva da decenni. Un talento capace, nell'ordine: di guadagnarsi la fascia da capitano nonostante sia l'ultimo degli arrivati, di prendersi con prepotenza maglia da titolare e ruolo principale nel progetto biancorosso, di segnare a raffica - per i ora i gol sono due, entrambi alla Feralpisalò - e trascinare l'intera formazione di Morin. Mesi fa era sui taccuini di mezza Serie A, oggi è pronto a prendersi la scena davanti a tutta Italia. Una location da perdere il fiato, la casa della Nazionale di Coverciano. Un appuntamento da non perdere, ossia il secondo raduno della nuovissima selezione Under 15 dopo quello destinato esclusivamente alle squadre del nord di settimana scorsa a Novarello.

E per uno che attacca ce n'è uno che difende, vale a dire Rosario Buscema. Altro spoiler: lo fa molto bene e si ispira a Giorgio Chiellini, non proprio l'ultimo degli arrivati. Viene dalla Sicilia, precisamente da Modica: la sua città natale, la ridente cittadina che dalla scorsa estate ha scoperto di aver dato alla luce un possibile «crack», volendo rubare la definizione utilizzata dagli addetti ai lavori per descrivere le gesta di Zanni. Ebbene sì, anche nella provincia di Ragusa l'argomento all'ordine del giorno è un giovane calciatore classe 2009: magnificamente integratosi in via Ragazzi del '99, incredibilmente precoce nel bruciare le tappe, straordinariamente chiamato a indossare la maglia della Nazionale. Dire che la sua storia, il percorso che lo ha portato dal calcio siciliano al settore giovanile di una squadra di Serie A, potrebbe benissimo essere la trama di una favola è probabilmente scontato. Forse pure riduttivo. Si perché nel suo viaggio da Modica a Monza ci sono diverse sfumature, così come numerosi connotati, che rendono il classe 2009 siciliano unico nel suo genere. Qualche mese fa scrivevamo che il suo salto «non è stato né doppio né triplo, bensì quadruplo». Il perché non lascia spazio a particolari interpretazioni: un anno fa giocava nei provinciali (sì, neanche in un campionato Regionale), oggi è un punto fermo del Monza. Ciò che resta delle suo prime settimane in biancorosso sono quattro presenze su quattro, tutte da titolare, e un ruolo principe nella retroguardia di Morin. Adesso la Nazionale per far sì, come direbbe Fedez, che la sua diventi ancor più una «bella storia».