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Il talento dell'Inter fa impazzire la Spagna: il classe 2008 si prende l'Europa e avverte l'Italia

Il bomber del vivaio nerazzurro è andato a in gol nell'amichevole contro la Romania

UNDER 16 INTER

UNDER 16 INTER: Daniel Curcio, a sinistra in maglia Inter e a destra in maglia Spagna

Avrà poco più di due ore. Per la precisione 2 e all'incirca 5 minuti, a detta di Google la durata del volo diretto da Alicante a Milano. Due ore per pensare, due ore per razionalizzare, due ore per tornare a contatto con la realtà. Lascerà la Spagna questa sera, dopodiché tornerà alla vita di sempre: stessa scuola, stessi amici, stessa squadra. Tutto come al solito, se non fosse che avrà una storia da raccontare. Una storia unica, una storia pazzesca, una storia per certi versi clamorosa. E se vogliamo anche una storia di riscatto, di rivincita personale

In Italia lo conoscono come Daniel Curcio: è nato il 12 gennaio 2008, viene da Tradate - piccola realtà in provincia di Varese - e gioca nell'Inter. In Spagna lo conoscono come Daniel Curcio Rubio: quest'ultimo è il cognome della mamma, Ana Rubio, nonché il motivo grazie al quale, da due mesi a questa parte, è un punto fermo della selección. Il doppio passaporto gli ha permesso di entrare nel giro della nazionale spagnola, il resto è storia. 

STORIA

È unica? Sì. Senza scomodare Wikipedia per conoscere l'elenco dei calciatori italiani che hanno giocato con la Nazionale spagnola, è evidente che Curcio faccia parte di una cerchia ristretta. Un circolo per pochi, d'altronde non è proprio da tutti essere scelti da una delle selezioni più ambite e forti del mondo. Ci vuole talento: quello vero, quello genuino, quello innato. Ci vuole fame, ci vuole consapevolezza, ci vuole anche un pizzico di fortuna. Ma bisogna pure avercelo dentro, forse anche nel destino. Ed ecco come le lunghe estati passate a Marbella, ridente località turistica a sud della Spagna, iniziano ad acquisire un senso più profondo.

È pazzesca? Pure. Parlano i fatti: se la convocazione dello scorso settembre nella doppia sfida all'Italia avrebbe potuto rappresentare un fuoco di paglia, la volontà del ct spagnolo David Gordo di chiamarlo nuovamente per sfidare la Romania non lascia spazio a particolari interpretazioni. Per certi versi è anche una miccia. E sì: quel fuoco - potenzialmente di paglia - è diventato a tutti gli effetti un incendio

È clamorosa? Sissignore. Ma tocca partire da una premessa. Daniel di gol ne ha sempre fatti tanti e altrettanti ne farà: sa segnare di destro, è abile pure col sinistro, ci prova spesso anche al di fuori dei sedici metri e, da vero centravanti, di testa le prende tutte lui. Quanto all'area di rigore, laddove non bisogna mai tentennare, si traveste da rapace e diventa presto una sentenza. Insomma, quello tra il bomber dell'Inter e il gol è a tutti gli effetti un matrimonio che s'è fatto. E pure da diversi anni, già dai tempi dell'Insubria arrivando fino alla parentesi con il Milan. La domanda vien da sé e la risposta è sì, la strada per raggiungere le "nozze d'oro" - sebbene manchino giusto una manciata di anni... - sembrerebbe quella giusta.

GOL

Quindi sì, di gol ne ha sempre fatti. Ma quello segnato alla Romania, stando ai fatti, potrebbe letteralmente avergli cambiato la vita. Quanto all'estetica, l'avesse fatto in un altro contesto sarebbe sicuramente passato inosservato: un tap-in ravvicinato dopo una buona sponda di testa, normale amministrazione per uno come lui. Quindi il momento, il palcoscenico, le conseguenze: tutto, ma proprio tutto, da togliere il fiato. Questi i motivi: perché il parziale era di 0-0, perché ha sbloccato una partita complessa davanti a un pubblico degno delle più grandi occasioni, perché il suo sigillo è risultato decisivo nell'1-0 con cui la Spagna si è sbarazzata della Romania. Tutto qui? Macché. Non contento, giusto un paio di minuti dopo ha centrato una clamorosa traversa dal limite dell'area. E adesso? Tutto finito? Non ancora e il perché è semplice: se nella seconda amichevole ci ha messo la firma, nella prima - quella giocata due giorni fa, martedì 24 ottobre - ha servito un assist al bacio per il gol di Alfonso Romero Sanz, baby talento in forza al Getafe.

LETTERINA

Il tutto impacchettato e spedito in tempo zero a Coverciano, magari direttamente all'ufficio di Daniele Zoratto. Che sia la volta buona per vedere il bomber dell'Inter con i colori Azzurri? La prima certezza, probabilmente quella più importante, è la volontà del calciatore. Nonostante tutto, infatti, Daniel Curcio farebbe carte false per giocare con l'Italia. Anzi ci metterebbe pure la firma per raggiungere Lissi, Grisoni Fasana, Carrara e La Torre, tutti e quattro nel giro della Nazionale da ormai un anno a questa parte. D'altronde, regolamento alla mano, al momento potrebbe benissimo mantenere aperte entrambe le porte. La seconda riguarda l'attenzione e la stima dello stesso Zoratto, manifestata in tempi non sospetti - dai quarti di finale contro il Bologna, arrivando poi alla doppia semifinale contro la Juventus - ma mai tramutata in una convocazione vera e propria. Lo stesso ct era presente giusto qualche giorno fa a Milano per Inter-Cittadella: il risultato? 2-0 in favore dei nerazzurri firmato da Lissi, già nel giro della Nazionale, e proprio da Curcio. I tempi sembrano maturi, le parti sembrerebbero destinate a unirsi l'un l'altra. Ci riproviamo: che sia la volta buona per vedere il bomber dell'Inter con i colori Azzurri? Chissà.

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