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Under 15 A-B

Dal dominio allo psicodramma: i talenti dell'Inter belli solo a metà, il derby è del Milan

L'assist di Allasufi, i chilometri di Limido: le pagelle dei nerazzurri

UNDER 15 INTER

UNDER 15 INTER: a sinistra Allasufi, a destra Limido

Tre parole, forse quattro: c'è solo l'Inter. E sì, c'è chi lo ha letto cantando e chi mente. E sì, nel primo tempo ci sono stati solamente i nerazzurri: il gol di Evangelista, le magie di Matarrese, lo strapotere fisico di Gjeci, la galoppate di Pirola e le geometrie di Allasufi. Ma sì sa, il calcio non è una scienza esatta e nelle partite, volente o nolente, c'è sempre un secondo tempo. Quattro parole, solamente quattro parole: c'è solo il Milan. Sì perché la ripresa, stando ai fatti, è stato un dominio rossonero: il destro di Angelicchio è l'antipasto, la magia di Avogadro - uno dei sigilli più belli degli ultimi anni - la portata principale. Il risultato? Derby al Milan (2-1) e Inter costretta a leccarsi le ferite: Fautario non solo dice addio al suolo di prima inseguitrice dell'Atalanta, ma è anche obbligato a ripartire alla svelta perché domenica, udite udite, tocca affrontare la Dea a Zingonia.

LE PAGELLE DELL'INTER

Galliera 7 Un'uscita, solamente un'uscita. Pure di normale amministrazione, tanto che il compito più arduo che ha nel primo tempo è quello di dare indicazioni a Evangelista e Donato. E nella ripresa? L'opposto. In primis perché, nell'ordine, Di Marco, Guglielmo e Avogadro lo costringono agli straordinari. Dopodiché perché sul tiro da fuori di Angelicchio non può nulla così come sul capolavoro di Avogadro, uno dei gol più belli degli ultimi anni.
Bettelli 6.5 Nel primo tempo si prende in rassegna prima Grilli e poi Menon, dopodiché tocca a Gugliemo provare a impensierirlo: la presenza dietro non manca, così come si rende protagonista di qualche buon affondo. I problemi arrivano quando il Milan si ricorda di fare il Milan e inizia a martellare (39' st Rocca sv).
Pirola 6.5 Dopo due minuti sbaglia uno stop e regala un fallo laterale al Milan. Sì, è una notizia: in primis perché il suo è probabilmente uno dei mancini più raffinati d'Italia, dopodiché perché da quel momento non sbaglia più un pallone. Quando accende il motore è letale, tanto che serve il miglior Mercogliano per quantomeno provare a limitarlo. Nella ripresa l'Inter cala e ne risente anche lui, tanto che spesso è rilegato dietro con compiti prettamente difensivi (39' st Puricelli sv).

Pannuto 6.5 Allasufi e Limido fanno il lavoro sporco, lui ringrazia e veste i panni di Michelangelo: disegna geometrie che sembrano affreschi, mixando anche una buona dose di personalità alla consapevolezza che sì, quando gioca come sa lì in mezzo non ce n'è per nessuno. Impossibile mantenersi a tale livello anche nella ripresa, visto che il Milan abbassa la testa, inizia ad attaccare e la vince. 
Donato 6.5 Che ci sia Grilli o Menon non fa differenza. Bertuzzo prova a mischiare le carte ma no, dalla sua parte non si passa. Si scrive Donato, si legge personalità, forza, temperamento, garra: insomma, non gli manca nulla. Tiene botta anche nel finale ma la pressione rossonera è troppa: in occasione dei due gol rossoneri non può fare molto di più. 
Evangelista 7.5 Se il cross di Allasufi fosse un quadro, il suo colpo di testa sarebbe il tocco finale, l'ultima mano di vernice di un affresco degno della galleria degli Uffizi. Primo gol milanese per l'ex Romulea: nella partita più importante, nel palcoscenico più bello e contro l'avversario più prestigioso. Serve altro? La vittoria, peccato che Angelicchio e Avogadro non fossero d'accordo.
Limido 6.5 E pensare che sette mesi fa giocava (e vinceva) una finale Regionale con la maglia della Varesina. La sua trasformazione a giocatore non solo è a buon punto, ma probabilmente sta già arrivando alle battute finali. Sul centro-destra corre, ripiega, verticalizza e tocca una marea di palloni. Alla distanza un calo fisiologico, anche perché Angelicchio e compagni iniziano a macinare gioco (25' st Morosi sv). 
Allasufi 7 Sì, l'ultima mano è sua. Offre a Evangelista un cioccolatino solo da scartare, poco prima fa lo stesso con Gjeci ma il suo colpo di testa non entra per questione di centimetri. Insomma, il destro è tanto caldo quanto raffinato. È l'ultimo dei baluardi anche in un secondo tempo difficile a dir poco.
Gjeci 6.5 Subito una domanda: chi lo ferma? Chissà. Chissà perché erano anni che non si vedeva un attaccante così dominante. Parte in quarta e fa passare i peggiori incubi a Zangrillo e soprattutto Rocca, lasciato prontamente sul posto con un dribbling secco che se non si trasforma in gol è solo per merito di Faccioli. Giusto qualche minuto prima gli manca la mira: il cross di Pirola è sublime, il suo colpo di testa pure ma finisce alto. Nel secondo tempo l'altro lato della medaglia: si fa spesso anticipare, sparisce dai radar e Fautario lo toglie (25' st Salviato sv).
Calò 6 Sorpresa. Un po' per la posizione in campo, visto che Fautario lo sfrutta sulla trequarti alle spalle di Gjeci e Matarrese. Ma poco, pochissimo per la qualità. Dopotutto di ruolo fa il fantasista e Angelicchio ne sa qualcosa: corre per tre, non dà punti di riferimento e pulisce un'infinità di palloni. L'approccio alla ripresa non è però dei migliori: l'Inter ne risente, Fautario capisce il momento e gli preferisce Piva.
8' st Piva 6 No, non era facile. E non lo sarebbe stato per nessuno: entrare in corsa e provare a riportare la partita sui giusti binari. Qualche accelerazione o poco più.
Matarrese 7 L'ultimo degli esteti. Eppure c'è chi sostiene che i fantasisti stiano scomparendo... Voci di corridoio sostengono che in un paio di circostanze, ai tempi del calcio a sette, abbia giocato un pallone toccandolo più di due volte: sì, glielo si può concedere. Altro? Un assist di testa che manda in porta Gjeci, un tocco di suola sublime che quasi non vale il raddoppio e tanta, tantissima qualità. E non manca nemmeno nel secondo tempo: se solo le sue magie si fossero tramutate in occasione concrete...
All. Fautario 6 4-2-3-1? No. 4-4-1-1? Nemmeno. 4-3-1-2? Sissignore. Mischia le carte, accentra il raggio d'azione di Calò e si porta a casa un primo tempo di dominio. Poi il buio, dettato anche da un Milan sceso in campo con un piglio decisamente opposto. Terza sconfitta stagionale e addio - o forse arrivederci - al ruolo di prima inseguitrice dell'Atalanta. E domenica tocca andare proprio a Zingonia...

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