Nazionali
01 Febbraio 2024
UNDER 18 INTER: Matteo Lavelli, bomber nerazzurro
Prima quello che sarà. O meglio, quello che dovrebbe essere salvo clamorosi colpi di scena. Matteo Lavelli, il "pocho" di Milano, firmerà il primo contratto da professionista con l'Inter. La fumata bianca è solo questione di tempo: un po' perché l'esito degli incontri preliminari sembrerebbe nascondere un "sì, lo voglio" da ambo le parti, un po' per la volontà delle stesse di non voler interrompere un percorso iniziato ormai sette anni fa, un po' perché tutti gli indizi - sì, proprio tutti, almeno per ora... - portano il "pocho" sempre più vicino a rafforzare ancor di più il suo legame con i colori nerazzurri.
Quindi sì, la firma potrebbe essere questione di giorni, al massimo settimane. E sebbene eventuali colpi di scena rappresentino un'ipotesi alquanto remota, i prossimi faccia a faccia tra l'entourage di Lavelli e la dirigenza nerazzurra - anche in questo caso è una questione di giorni, forse addirittura di ore - vestiranno comunque un ruolo principe nell'esito della trattativa che, al momento, pare essere nelle mani dell'attaccante classe 2006. Tradotto: la volontà dell'Inter è ormai cosa nota e l'offerta è sul piatto, ma l'ago della bilancia resta la posizione Lavelli. Che se da una parte nutre un amore incondizionato per i colori nerazzurri, dall'altra è alla ricerca di garanzie e centralità nel progetto. Intanto le ultime notizie da viale Liberazione vorrebbero Lavelli inserito nella lista Uefa per la trasferta di settimana prossima contro l'Olympiakos, gara valida per i playoff di Youth League che, in caso di vittoria, garantirebbe all'Inter un tagliando per le migliori 16 d'Europa.
Da qui quello che sarebbe potuto essere. Ma anche quello che, tocca ribadirlo, salvo clamorosi dietrofront non sarà. La notizia è che Matteo Lavelli, il "pocho" di Milano, piaceva un po' dappertutto. In Italia come all'estero, tanto che la scorsa estate i sondaggi dall'Olanda - PSV e Volendam su tutte - erano talmente insistenti che non si tramutarono in una vera propria trattativa per questione di dettagli. E forse di attimi, istanti, momenti. Quindi sì, sarebbe potuta essere l'ennesima puntata della fuga di talenti dall'Italia: la vicenda Ndour ha fatto da apripista, quella Ciardi - tanto cara ai colori nerazzurri, loro malgrado - ha fatto scuola.
Tutto qui? Non proprio, anzi. Perché se quello di PSV e Volendam è stato più che altro un flirt, l'interesse del Genoa - la prima a muoversi per Lavelli - per poco non si è trasformato in un vero e proprio appuntamento a lume di candela. Il tutto in tempi ben più recenti della scorsa estate. Nel frattempo il Sassuolo avrebbe iniziato a chiedere informazioni - forte anche degli ottimi rapporti con la dirigenza interista, vedi il recente passaggio di Gabriele Vedovati in neroverde - e persino l'Atalanta si sarebbe mostrata quantomeno incuriosita dalla vicenda, il cui vivaio è ormai da mesi sotto le mani di Roberto Samaden, grande ex di viale Liberazione. Indizi, col senno di poi. Indizi che avrebbero portato l'Inter a voler blindare il classe 2006.
Intanto Lavelli sta facendo parlare il campo. E no, non è scontato. Non è scontato per la serie di vicissitudini che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi. Non è scontato perché le aspettative erano alte, molto alte, se non altro per il peso dei 17 gol dello scorso anno che lo hanno reso il miglior marcatore di tutto il vivaio nerazzurro. Non è scontato perché, volente o nolente, un attaccante verrà sempre giudicato dai gol.
Non proprio roba da tutti, è evidente. Ma sicuramente roba da Lavelli, roba da "pocho". Ne sanno qualcosa a Frosinone e sì, probabilmente Minicangeli avrà impiegato almeno un paio di nottate per dimenticarselo. Prima si è presentato come Matteo Lavelli, che già non è poco essendo una delle migliori promesse del vivaio dell’Inter, ma gli sono bastati una ventina di minuti per travestirsi nel "pocho". Per la precisione 22, il tempo trascorso dal primo colpo di testa vincente all’imbucata di destro dal limite dell’area: nel mezzo un altro sigillo, sempre di testa. Il terzo di giornata e il nono stagionale. Era sabato 20 gennaio, era Frosinone-Inter. E quando mancano ormai solamente due settimane al derby di Milano, mai come quest'anno potenzialmente decisivo per le sorti del campionato, il messaggio per Andrea Zanchetta è stato già scritto, confezionato e spedito.