Lutto
05 Marzo 2024
Un pezzo di Toro e del Torino Fc è volato a fare compagnia agli ‘Invincibli’: Giulio Ferrero, da oltre 20 anni dirigente delle giovanili granata e prima ancora storico dirigente del Beinasco. Un vero cuore granata, tifoso del suo Torino che per oltre vent’anni ha portato il simbolo del cuore sempre sul cuore. Con la sua giacca da dirigente sempre impeccabile nella forma e nella sostanza, ha accompagnato, coccolato, strigliato ed è entrato a far parte della vita di tutti i ragazzi e allenatori con cui ha condiviso lo spogliatoio di granata vestito.
Il dirigente per antonomasia: sempre in servizio, sempre al servizio. Dei suo ragazzi, del suo allenatore di turno. Con lo sfondo sempre granata ad accompagnare stagioni, annate, categorie e condottiero. E anche noi (allora) giovani cronisti. Quando nelle giovanili nazionali si aveva ancora la fortuna e il privilegio di vivere, parlare e guardarsi negli occhi, nei pre-partita e nei dopo-gara, prima dell’alienazione da uffici stampa che hanno accentrato e azzerato quegli splendidi rapporti umani che si costruivano a bordo campo.
Giulio Ferrero
Rapporti, modi e gentilezza di cui Giulio Ferrero era ed è stato il simbolo. Preciso e attento come un bravo dirigente sente di essere e dover essere. Sempre disponibile a rispondere ad un saluto o a una chiamata al telefono. Quando nei viaggi di ritorno sul pulmann aveva la precisione e la pazienza per ‘dettare’ a noi cronisti formazioni, sostituzioni, gol ed episodi di gara, accendendo la luce piccola se la truppa stava dormendo o 'urlando' silenzio se la truppa si faceva troppo rumorosa. Prima che la facilitazione di una foto-report su whatsapp cancellasse il piacere di sentire voci, emozioni e sentimenti.
Una persona per bene. Un dirigente modello ed esemplare. Un tifoso del Toro e granata vero. Un amore profondo e sincero, a cui si perdonava tutto e mai dalla sua bocca sarebbero mai uscite parole ‘contro’. Nemmeno nei momenti più difficili e delicati della storia granata. Perchè un amore vero e viscerale non si mette mai in discussione. E Giulio Ferrero, classe 1944, per 80 anni ha insegnato questo: saper mettere le parole giuste al momento giusto. Che fosse un rimprovero a qualche ragazzo all’interno dello spogliatoio per una maglia buttata malamente e un calzettone mancante o una ‘carezza’ a chi ne avesse bisogno quando il campo dava risposte non gradite.
Lui, nato a Villarbasse e che mosse i primi passi da dirigente nello storico Beinasco degli scudetti, come ricorda Vittorio Ronco: «Una persona speciale e unica, un dirigente come non ce ne sono più. Con noi già sul finire degli anni ’70 e scudettato nella stagione tricolore 1979-1980. Con la sua voce inconfondibile e la sua passione smisurata».
Quella voce sicura e rassicurante, decisa e dolce come solo quella che esce direttamente dal cuore sa essere. Da qualche anno non aveva più potuto seguire i suoi ragazzi di granata vestiti ma nel momento del dolore, tutta la sua famiglia granata fatta di suoi ex ragazzi, allenatori, colleghi dirigenti e componenti degli staff che lo hanno accompagnato, dai massaggiatori ai dottori ai magazzinieri, si è stretta attorno a Giulio Ferrero così come lui ha fatto per tutta la sua vita. Con loro e con tutti.
E, nel rosario di martedì sera e nell’ultimo saluto nella sua Villarbasse nella mattina di mercoledì 6 marzo, ci piace, da persone fortunate che hanno avuto il piacere e il privilegio di conoscere un uomo e un dirigente speciale, ci piace immaginare il suo popolo granata e la sua Maratona intonare e adattare il coro-simbolo del sentimento Toro:
«In fondo al cuore ho una passione, quella passione la dedico a te, se per le strade nessuno cammina e perchè stiamo cantando per te… C’è una bandiera che sventola ancora, il suo colore è il più bello che c’è… La ‘biro’ in mano e il granata nel cuore, perchè Toro sei tutto per me!». Ciao Giulio.
Il Ricordo dell’amico e compagno di viaggio il dott. Paolo Battaglino sulla sua pagina Facebook
Ho fatto il tuo numero, sapevo che stavi male. Era spento. Dopo un giorno mi ha richiamato una signora e mi ha detto che non hai sofferto e che ti avrebbero messo una cravatta del Toro.
Proprio in quei giorni di pioggia, alla fine dell’inverno, Giulio.
Eri un mai cresciuto Giulio Ferrero e i ragazzi sapevano che eri come loro. Ti facevi prendere in giro e provavi una gioia fisica a stare con loro. A sporcare il tuo bel vestito della domenica su qualsiasi campo, a contare pantaloncini e calzettoni e maglie sporche dopo la partita. A esultare come un bambino tutte le volte che facevamo gol e venivano a spettinarti ‘sti quattro spinaci che avevi in testa.
E la tua voce da tenore, intimorivi i ragazzi arbitri e di sicuro qualche punto ce lo hai fatto vincere, 3 o 4 dai, esageruma nen.
La mia prima annata al Toro. Sapevo di poter sfogare la mia frustrazione per gli errori che facevo da medico inesperto. Ne faccio ancora perché sembra facile ma a te importerebbe il giusto e un caffè preso insieme era come dirsi siamo insieme.
Mille aneddoti, scherzi, smargiassate dette in torinese antico e più grosse erano più partiva la risata, più le ripetevamo e più si rideva. Appoggiavi la voce al ridere e ci mettevamo le mani addosso ed eri forte e ancora a ridere come i ragazzi.
Eri lo sbuffo di vapore quando c’era un gol dei ragazzi e ora non me ne ricordo nessuno, ricordo quello e la tua voce e i tuoi e dai Ninu e va là e possibile e daje sec!
Ciao Giulio, grande dirigente ragazzo. Se ne va un pezzo del mio Toro, eppure rimbomba forte. È la pioggia, è l’urlo per un gol, sono le tue distinte scritte a mano, è una parolaccia perché non trovi un calzettone, sono le tue galline, la cartellina, io che ti do il tesserino tu che me lo riporti in fretta perché devo scappare.
I tuoi soprannomi non si possono riportare ma se potessi dirteli ancora…
Ciao Giulio, un pezzo del nostro Toro. Ti porterò sempre in panchina, la domenica.
IL SALUTO SUL SITO UFFICIALE DEL TORINO FC