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06 Marzo 2024
Italia-Inghilterra Under 17 (foto figc.it)
L'esordio di Camarda per molti è stato prematuro e mediatico. In Italia ormai si ha "paura" a far esordire i giovani cresciuti nei vivai, perché a detta delle società si va incontro al rischio di bruciare prima del volo i loro prodigiosi talenti. Quindi sorge già il primo dilemma: se non giocano non va bene perché bisogna dargli fiducia, ma se giocano e sbagliano sono acerbi e devono farsi le ossa.
Ma come andrebbero cresciuti questi ragazzi? Senza andare troppo lontano, l'Inghilterra ha stabilmente inserito nelle rotazioni ragazzi poco più che sedicenni (e in alcuni casi lanciandoli anche da titolari), mentre l'Italia, sotto questo punto di vista, è anni indietro. Qualche società di Serie A sta provando a intraprendere qualche strada diversa, partendo dai centri sportivi nuovi di pacca per potenziare il proprio vivaio, come quello del Viola Park di Firenze finanziato da Rocco Commisso, o come l'attrezzatissimo centro di Coverciano. Tutto questo può bastare? Forse sì, ma di sicuro quello che manca in Italia è il coraggio.
Partiamo da un'oggettività. All'estero le società hanno fondi a disposizione da investire sulle giovanili molto più sostanziosi rispetto all'Italia: basta prendere ad esempio la City football Accademy (centro sportivo giovanile del Manchester City), che ha un investimento medio che si aggira attorno ai 250 milioni di euro, più del doppio di quanto viene speso in Italia per tutte le formazioni Primavera. I soldi però non possono essere una scusante per la nostra nazione, che vive e ha fatto la storia del calcio: l'Italia negli ultimi anni ha dimostrato di non credere nelle nuove leve, ancorandosi a un pensiero comune come il «Non sono ancora pronti», mettendo al primo posto il risultato sportivo preferendo pescare dall'estero, ma ultimamente qualcosa si sta muovendo per cambiare questo sistema lenitivo.
Parliamo di risultati sportivi. I nostri ragazzi rispondono sul campo a suon di illuminanti prestazioni, dimostrandosi spesso superiori sul rettangolo verde anche contro chi investe di più sui settori giovanili. Viene facile pensare ai risultati proprio contro l'Inghilterra, come la vittoria dell'Italia Under 15 dell'aprile 2022 (guidata al tempo da Massimiliano Favo), oppure il successo dell'Italia Under 16 di Daniele Zoratto, risalente allo scorso agosto. Il divario tecnico fra Azzurri e inglesi, alla fine, non è cosi ampio e negli ultimi anni pende a favore dell'Italia. Eppure c'è ancora chi pensa che la nostra nazionale, nei settori giovanili, sia più debole delle altre.
La giovane età non deve essere sinonimo di inadeguatezza, anzi: se abbinata alla indiscussa qualità deve essere un aggettivo che eleva all'ennesima potenza l'essenza e l'obbiettivo di questo sport, ovvero la meritocrazia. Le partite dimostrano come l'Italia non sia seconda a nessuno. Perché un calciatore che esce dalle giovanili del Liverpool deve valere a priori di più di un ragazzo uscito dal settore giovanile della Roma? La grande mancanza è la consapevolezza dei propri mezzi.
Facciamo un esempio più pratico. Due calciatori in rampa di lancio, uno della Primavera italiana e uno delle selezioni giovanili inglesi: da un lato abbiamo Giacomo Corona, classe 2004 e trascinatore dell'Empoli, dall'altro Marshall Callum, classe 2004 in forza al West Bromwich Albion.
Giacomo è il quinto discendente di una famiglia di calciatori (Nonno, papà e zii). L'attaccante palermitano è una vera e propria forza della natura, possiede una stazza pari a 195 cm che unisce a forza fisica e finalizzazione per battere a rete. Il discorso affrontato in precedenza calza a pennello con le avventure di questo ragazzo, che prima di raggiungere la massima serie, ha giocato nelle giovanili della sua città natale e con loro ha firmato il primo contratto da professionista arrivando ad esordire in Serie C. Dopo l'esperienza siciliana la punta classe 2004 si trasferisce al Torino aggregandosi alla Primavera. Adesso gioca nell'Empoli e in questo campionato ha collezionando 13 reti in 22 presenze in Primavera, meritandosi la convocazione e l'esordio in Serie A. Gli emiliani con la scarsa produzione offensiva mostrata quest'anno magari potranno proporgli un'ulteriore chance in futuro. Il suo valore di mercato è di soli 25.000 euro (Fonte: Transfermarkt), un affare per qualunque squadra.
Nasce un bomber sulle coste di Glengormley e nei campi del Linfield in Irlanda del Nord, arrivando fino alla Championship (equivalente della nostra Serie B) passando dalle giovanili della Premier League, stiamo parlando di Callum Marshall, attaccante rapido e brevilineo che trova nel suo baricentro basso un punto di forza da spendere sull'equilibrio e sulla coordinazione. Marshall a gennaio del 2022 approda al West Ham in Under 18, dopo soli 6 mesi viene promosso nell'Under 21 e in totale realizza 49 gol in 65 partite con le giovanili degli "Hammers", disegnando fantastiche traiettorie con il suo mancino. Nell'ultima sessione invernale il promettente attaccante classe 2004 viene girato in prestito al West Bromwich militante in Championship, con la quale realizza 3 presenze. In questa stagione la La punta Irlandese ha totalizzato 16 reti in 13 partite (tra PL2 e Championship) e attualmente vale 1 milione di euro (Fonte: Transfermarkt).
Balza subito all'occhio la clamorosa differenza di prezzo tra i due giovani attaccanti, con Marshall che, seppur abbia esordito in una squadra di Championship (Serie B inglese) e pare più pronto, valga comunque 40 volte tanto rispetto a Corona. Ci sta che valga di più, ma di così tanto?
Vincitore? Non c'è nessun vincitore, sono entrambi due grandissimi prospetti del panorama mondiale, che ci aiutano a far capire le differenze tra due mondi calcistici diversi. La cosa che si può notare maggiormente è come Marshall sembri essere uno dei tanti prospetti in rampa di lancio in Inghilterra, mentre Corona, dopo una sola presenza in Serie A in una società non d'élite come l'Empoli ha già fatto notizia. La realtà deve essere un'altra: lanciare i ragazzi giovani deve essere la normalità, senza paura e con lo stesso coraggio che possiamo "rubare" agli amici inglesi.
❝Parlando proprio di Empoli: due promettenti classe 2009, Edoardo Biondini e Jacopo Landi, provenienti dal vivaio emiliano sono convocati dal commissario tecnico dell'Under 15 della nazionale italiana, per la doppia amichevole contro la Spagna di questa settimana e questo di certo un caso non è. I meriti sono da attribuire a un Empoli che cresce e fa esprimere al meglio i propri giovani❞
Il nostro paese ha già presentato diverse regole da attuare il prossimo anno per ringiovanire il calcio italiano, a partire dalla Serie D, con la seguente formula: le squadre dovranno avere un minimo di 3 calciatori "Under" tra gli undici di partenza. La strada è quella giusta, dobbiamo insistere.