Torneo Annovazzi
16 Marzo 2024
INTER, UNDER 14: Alessandro Foroni e Riccardo Marchesi fanno la differenza contro la Pro Sesto al Torneo Annovazzi
Non ci sono parole. Capitando in via Cazzaniga 26, si troverebbero decine di persone intente a sfogliare i dizionari, alla ricerca di una definizione calzante per quanto appena visto, magari qualcuno con un telefono in mano e il numero della Crusca già digitato per chiedere qualche nuovo termine che possa mettere ordine alle idee: perché se non sai dirlo, non puoi davvero pensarlo. E in effetti, questa Inter, quella dei miracoli, quella delle meraviglie, quella che pare già una promessa alla Serie A, è impensabile. Un concetto, un’idea quasi platonica, irraggiungibile nella sua perfezione, inarrivabile nella sua solidità: è l’Inter che ti fa un gol ogni 8 minuti, è l’Inter che va a spasso per l’Italia a regalarsi finali come se fosse sempre Natale. Quando le cose stanno così c’è poco da fare: per spiegare bisogna procedere per esempi. E allora, si prenda pure il Trofeo Annovazzi come punto di partenza, una gara che i ragazzi di Sala stanno dominando in lungo e in largo. Franco Scarioni prima e Pro Sesto (di nuovo) poi: come birilli davanti ad una palla da bowling, sono cadute tutte ai piedi degli inarrestabili nerazzurri. E adesso? E adesso manca solo la finale, adesso manca solo la Juventus.
Dunque no, le parole giuste non le hanno ancora inventate. C’è della filosofia dietro a certe giocate di Ariu, dietro alle galoppate di Foroni, dietro al centrocampo di Marchesi, una filosofia esoterica, di quelle per cui serve un’iniziazione per capire esattamente come funzionano. Anche senza battesimo, un po’ da profani, si può provare però a riavvolgere il nastro, andando alla ricerca di un punto di partenza per trovare risposta alle domande. Un flashback al 10 marzo sarebbe allora la prima tappa: chi si dimentica quel 9-0 contro la Pro Sesto? Non Ariu, non Forlani, non Marchesi, non Penta e nemmeno Serantoni. Rimarrà tutto tatuato nella memoria anche a Vaccarini, che la sua porta l’ha vista violata ogni otto minuti, dopo una pioggia di occasioni nerazzurre.
Ma si potrebbe riavvolgere il nastro ancora, fino al 15 ottobre 2023, nella data in cui l’Inter di Sala si è ripromessa che non avrebbe più perso una partita. Promessa mantenuta? Assolutamente sì. Era la prima giornata di campionato, era la sfida in casa contro il Milan, era in gran momento di Kateete, Marasco e De Nicola. Da quella falsa partenza la musica è decisamente cambiata in via Cilea, ed è partito quel filotto di risultati tondi tondi che sta traghettando i nerazzurri verso l’incoronazione anticipata. Parole per descrivere l’impresa? No, non ce ne sono. Rimangono i fatti e nulla più, ma forse bastano quelli.
E i fatti parlano chiaro: questi nerazzurri non si stancano mai di vincere. C’erano tanti dizionari in via Cazzaniga durante il remake di Inter-Pro Sesto al Trofeo Annovazzi, ma alla fine le parole giuste non le ha trovate nessuno. Dunque, tocca usare i nomi propri, in attesa che qualcuno si inventi quelli comuni e magari anche qualche aggettivo. Foroni fa il Foroni, con le sue scorribande sulla fascia di destra. Prima si mette in mostra con un sombrero dalla distanza, poi sale in cattedra con una corsa forsennata che attraversa tutto il campo e serve ad Ariu un assist da Serie A, infine fa l’inchino davanti al suo pubblico con un tiro a giro devastante. Due volte Ferrari, una volta il palo: tutti sembrano essersi messi d’accordo per rovinargli la festa e togliergli la gioia del gol, ma il terzino di Sala ha tutti i vizi dell’attaccante e si vede.
Nel frattempo, Marchesi fa il Marchesi. Motori scaldati, portati a temperatura e spinta sull’acceleratore già 22 secondi dopo il fischio d’inizio: la firma è di Ariu, ma il primo tiro che mette ko Ferrari è una “marchesata” - altri termini non ce ne sono - da manuale. E poi lì in mezzo al campo, il numero 6 si mette a fare i suoi soliti giochi di prestigio: un secondo prima hai il pallone attaccato agli scarpini, un secondo più tardi passa Marchesi e il pallone - magia! - sparisce e già lo si vede rotolare velocissimo sponda Inter. E che dire di Forlani? In mediana fa il bello e il cattivo tempo, mentre non si nega un momento di gloria offensiva nel finale quando imbuca la saetta del 3-1.
Dall’altra parte del campo, nella zona più calda del match, Pappalardo è come l’architrave che si prende sulle spalle tutto il peso del gol con cui mette in discesa la partita, Penta è come un frecciarossa sparato a 300 km/h sul binario, Ariu è come… Ariu. Al di là della rete che sblocca tutto dopo neanche trenta secondi, al di là delle occasioni che crea davanti alla porta biancazzurra, al di là delle undici firme in campionato, il numero 7 di Sala è quello che, senza dimenticare mai un giorno di timbrare il cartellino, fa gli straordinari in ogni singola partita. Ci sarà tempo fino al prossimo giovedì, quando l’Inter indescrivibile scenderà in campo contro la Juventus dei miracoli, per trovare i termini giusti. Per il momento, lo abbiamo detto, rimangono solo i fatti. E non è poco per niente.