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Torneo Annovazzi

È una rimonta senza logica: l'Inter dei fenomeni batte la Juventus in una finale leggendaria

Nerazzurri sotto a inizio ripresa, poi Poltronieri e Ferri la ribaltano

UNDER 14 INTER

UNDER 14 INTER: Ferri e Poltronieri

E chi se la dimentica? Probabilmente nessuno, sicuramente non l'Inter: che va sotto per mano di Tufaro (anzi piede, un mancino prelibatissimo), che la ribalta in 8 minuti (prima Poltronieri, poi Ferri e infine ciao ciao con la manina), che la vince di forza (servono davvero altre parole?). E che, per la ventunesima volta nella sua storia e a due anni di distanza dal colpo di tacco di Daniel Curcio contro il Milan, detta legge al Torneo Annovazzi. Quindi no, sponda nerazzurra nessuno, ma proprio nessuno se la dimenticherà. Se non altro perché dall'altra parte del campo c'era la Juventus, perché in via Cazzaniga era derby d'Italia e perché, stando ai fatti, vincere una finale così fa godere ancora, ancora e ancora di più.

No, Clarence Poltronieri non se la dimenticherà: quel cross al bacio di Pietro Omini, quella girata da mille e una notta, quel pallone che batte Cerboneschi come a dire «eccoci, siamo tornati». E no, neanche Daniel Ferri se la dimenticherà. Lui, entrato dalla panchina. Lui, che ringrazia Foroni. Lui, che trova l'incrocio più lontano. Lui, che diventa Re nella notte più importante. Discorso a parte per Noah Forlani, capitano di mille battaglie: è lui a mostrarla al cielo di via Cazzaniga, è sua l'istantanea che sì, meriterebbe un posto speciale in viale Liberazione. 

WIMBLEDON

Sì, l'erba di via Cazzaniga ha giusto qualcosina da invidiare a quella di Wimbledon. E in campo non ci sono né FedererDjokovic (come dimenticare la finale del 2019?), né tantomeno Borg e McEnroe (e quella del 1980?). Fatte le dovute premesse, via con la tesi: sembra una partita di tennis. Se non altro per i colli dei presenti in tribuna (tanti, tantissimi) e il loro moto: da nord a sud, da sud a nord. Tradotto: Inter e Juventus se le danno di santa ragione e sì, il pallone fa il classico "coast to coast" alla velocità della luce. Da una parte le Desmosedici nerazzurre, Foroni e Tondini: uno a destra, uno a sinistra, entrambi in serata di grazia. Dall'altra le M1 bianconere, Mazzotta e Samà: il primo certamente più intraprendente, il secondo più accorto. D'altra parte nella zona bazzica un certo Ariu, fresco 14enne: poco più avanti Serantoni, dall'altra parte Penta e qualche metro indietro Marchesi. Quindi i gemelli Omini, Gioele e Pietro: ruoli diversi (uno regista, uno trequartista) ma stesse qualità (strepitose).

Non c'è neanche il tempo di respirare e la conseguenza vien da sé: occasioni, seppur fievoli, da ambo le parti. Nulla di trascendentale, dunque, ma comunque abbastanza per dimostrare che sì, in campo ci sono le due squadre più forti d'Italia. Apre l'Inter con Ariu (10') e chiude la Juventus con Ghiotto (27'), nel mezzo un po' di tutto: lo schema nerazzurro che libera Forlani al tiro (17'), il colpo di testa di Scarnato a spaventare Costante (15') e tanto, tantissimo talento.

TALENTO

Il talento, quindi. Quello vero? . Quello genuino? Yes. Quello innato? Ja. E quello di Gabriele Tufaro? Sim. Rigorosamente in portoghese, la lingua dei brasiliani e quindi la lingua degli esteti del calcio, di quelli cresciuti a pane e pallone. E probabilmente anche la sua, Gabriele Tufaro, perché lo fa splendido (il più bello della sua vita?) e porta avanti la Juventus con un calcio di punizione semplicemente sublime: il mancino è fatato, il pallone finisce sotto l'incrocio dei pali. Come Pietro Salvai un mesetto fa contro il Monza, come i fuoriclasse (17'). Poco prima una conclusione appena alta di Scarnato, poco dopo l'inizio di un'altra partita. Roba per palati fini, roba prelibata.

Subito al sodo perché, nel giro di cinque minuti, l'Inter torna a fare l'Inter: prima flirtando con il gol (Penta e Marchesi fanno tutto bene, ma Cerboneschi fa pure meglio), poi trovandolo con una girata di Poltronieri su angolo di Pietro Omini (20'). Perché sì, il nome degli Omini fa chiaramente rima con talento. Quello vero, quello genuino e pure quello innato. Doveroso approfondire il discorso interista. Un po' perché l'Inter torna a fare l'Inter e lo fa in maniera prepotente, un po' perché nel giro di qualche minuto la vince: Ferri ringrazia Foroni e diventa Re (28'), ma guai a esultare. Sì perché a tempo scaduto la Juventus centra un palo clamoroso con Tufaro, sempre lui (32'): ma sono lacrime, visto che passa qualche secondo e Anselmi scatena la festa interista.

IL TABELLINO

INTER-JUVENTUS 2-1
RETI: 18' st Tufaro (J), 20' st Poltronieri (I), 28' st Ferri (I).
INTER: Costante, Foroni, Tondini, Forlani, Poltronieri, Omini G., Marchesi, Penta, Serantoni, Omini P., Ariu, Caputo, Bassani, Del Duca, Vezzaro, Ferri, Seghezzi, Pappalardo. All. Sala.
JUVENTUS: Brostic, Mazzotta, Samà, Balbo, Pioli, Ghiotto, Tufaro, Vidzivashets, Scarnato, Salvai, Cotrone, Cerboneschi, Catino, Cento, Bonetti, Mosso, Scaglia, Castagneri. All De Martini.
ARBITRO: Anselmi di Milano.
ASSISTENTI: Bacchini di Milano e Di Giovine di Milano.

LE PAGELLE

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