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Youth League

Tra leggenda e destino, il Milan vuole diventare Campione d'Europa: «Andiamo a vincerla»

I rossoneri si giocheranno l'accesso alla finalissima di Youth League

PRIMAVERA MILAN

PRIMAVERA MILAN: Abate e Scotti

Non se lo spiega nemmeno lui, Ignazio Abate. Uno che quella musichetta lì, quella con il finale «the champions» rigorosamente urlato a gran voce, meglio ancora se da tutto lo stadio, l'ha ascoltata più di trenta volte. Perché «cambia l'atmosfera», perché «l'aria che si respira è diversa», perché «si avverte il blasone della partita». Parole di Ignazio Abate, sempre lui. Vale tutto, ovviamente. Ma il "perché" definitivo, la classica «reason why», probabilmente, resterà un arcano per tanto, tantissimo tempo. E chissà, forse per sempre. D'altra parte come si può dare un senso a un qualcosa che no, un senso apparentemente non ce l'ha? È il legame del Milan con l'Europa, meglio ancora «quella che conta» e quindi sì, la Champions League

L'atmosfera cambia. Facile crederci, anche solo per quella musichetta lì (sempre lei) che racchiude sogni e speranze di intere generazioni, che racconta una storia diversa in ogni sua nota. E cambia pure l'aria che si respira, la stessa che sembra sparire quando parte quella musichetta lì. Sì, sempre lei. Per non parlare del blasone della partita, d'altra parte, forse, è sufficiente spulciare qualche libro di storia, o meglio ancora aprire l'app rossa più famosa del mondo (YouTube, ndr) e imbattersi in qualche video. Che sia quello del rigore di Sheva nel 2003 a Manchester (c'è chi, quella finale contro la Juventus, l'ha vissuta con un reggiseno al collo, ma questa è un'altra storia...) o quello della doppietta di Inzaghi nel 2007 ad Atene, quando quel pallone (quel maledetto pallone...) sembrava non raggiungere mai la porta. 

RAPPORTO

È magia? È magia. È storia? È storia. È un miliardo di altre cose? È un miliardo di altre cose. Intanto tocca fidarsi di Ignazio Abate. Lui che quella magia l'ha vissuta in prima persona, sia sotto il cielo di Milano sia sotto le stelle di Madrid e Barcellona. Lui che la storia, nel suo piccolo, da quando ha varcato (di nuovo) le porte del Vismara, la sta riscrivendo in tutto e per tutto. Da una parte quella del Milan: gloriosa, clamorosa... punto e basta perché di aggettivi, qualora esistessero, ne servirebbero tanti, forse troppi. Dall'altra quella dell'Italia, da Pordenone a Modica. Per fare meglio della Roma (sconfitta dal Chelsea nel 2015), per fare meglio della Juventus (sconfitta del Benfica nel 2022), per fare meglio... del Milan. Sì, per fare meglio di sé stessi e quindi per riscattare la sconfitta contro l'Hajduk Spalato. Sempre lì, a Nyon. Sempre a un passo dal sogno, in semifinale. E sì, sempre in Youth League, la Champions League dei giovani. E scusate se è poco...

PERCORSO

Magia, storia. Sempre loro. E pure il solito miliardo di altre cose. Tra cui vari intrecci, pure il destino. Quindi vari intrecci del destino. Il Milan partirà per Nyon questo giovedì, 18 aprile. Esattamente un anno dopo la sconfitta contro l'Hajduk Spalato, ma quella è letteralmente un'altra storia. Passata ma non dimenticata, archiviata ma non obliata. Dopotutto in un anno sono cambiate tante, troppe cose. Chiaramente un po' di tutto, in primis il percorso: «Quello di questa stagione è stato molto diverso, questa semifinale ha un valore ancor più importante. Abbiamo eliminato squadre molto forti - spiega Ignazio Abate - quindi c'è la consapevolezza di poter fare bene».

Paris Saint Germain, Borussia Dortmund e Newcastle alla fase a gironi: 12 punti su 18, la bellezza di 14 gol fatti (pure quello di Camarda in rovesciata contro il PSG) e un primo posto che sì, col senno di poi portava con sé il sapore del classico antipasto stellato in una cena a lume di candela. Quindi gli ottavi di finale contro il Braga, corazzata per definizione: Sia e Zeroli nei tempi regolamentari, ancora Zeroli (ma il meglio deve ancora venire...) dagli undici metri nell'ultimo, decisivo calcio di rigore. Infine i quarti di finale contro il Real Madrid e no, non servono chissà quali presentazioni. In fondo sono sufficienti le parole di Ignazio Abate: «Il primo tempo è stato alquanto difficile, abbiamo subito tanto». Come dargli torto? D'altra parte in campo c'erano giocatori del calibro di Meso, Pol Duran, Garcia e Youssef. Sì, prendere appunti è obbligatorio. Poi il gol di Diego Sia, l'uomo più rappresentativo. Infine lui, Kevin Zeroli, il Ruud Gullit di Busto Arsizio: sempre dagli undici metri, sempre con una corsa già iconica. Un po' come le sue treccine.

DIFFICOLTÀ

Nel 2023 oltre 15 mila tifosi croati, quest'anno una delle squadre più forti in circolazione. Qualche dato per dare un'idea della forza del Porto. 15 punti nella fase a gironi, gli stessi del Barcellona. Quindi un percorso pressoché netto e quasi senza intoppi nella fase a eliminazione diretta, aperta con la vittoria ai rigori sui campioni in carica dell'AZ Alkmaar e proseguita con i quattro gol al Mainz, letteralmente spazzato via in terra tedesca. Intanto Abate rincara la dose: «Ci troveremo di fronte quella che, probabilmente, è la squadra più forte. Il nostro obiettivo comunque è chiaro, vogliamo arrivare in fondo. Se non dovessimo riuscirsi non avrò nulla da dire ai ragazzi, non cambierebbe nulla». Traduzione, doverosa. In campo per vincere? Sì. In campo per vincere ma con la testa libera? Pure. «Non dobbiamo arrivare in "over", un po' come nel derby contro l'Inter - spiega il tecnico rossonero -. Ai ragazzi dico di godersi la partita e il palcoscenico, vivranno delle belle emozioni».

LA PROBABILE

Prima le cattive notizie, vale a dire la (lunga) lista degli indisponibili. Quasi certe, infatti, le assenze di Eletu, Stalmach, Jimenez e Cuenca, tutte pedine potenzialmente importanti per Abate. Quindi le buone, ossia i "rinforzi" che dovrebbero arrivare da Pioli. Innanzitutto tornerà a disposizione Zeroli, assente sabato contro l'Empoli e pronto a riprendersi fascia da capitano e maglia da titolare. Stesso discorso per Bartesaghi, potenzialmente aggregato alla prima squadra per la trasferta di Europa League contro la Roma ma quasi certo di partire per Nyon. Con loro non mancheranno tutte le altre certezze, da Sia (miglior marcatore stagionale, ben quattro in Youth League) a Camarda, passando per i vari Simic, Nsiala, Scotti, Sala, Magni e Malaspina. Formazione titolare che dunque potrebbe non discostarsi più di tanto da quella di sabato contro l'Empoli, con il solo Zeroli che dovrebbe prendere il posto di Bonomi alle spalle di Camarda. Poco più indietro Sala e Malaspina, quindi la linea a quattro solita davanti a Raveyre: Magni e Bartesaghi sulle corsie, Simic e Nsiala al centro. Insomma, la storia chiama. E il Milan risponde? Chissà...

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