JUVENTUS - Nicolò Fagioli prima di entrare in pianta stabile nei bianconeri di Serie A ha giocato nel club Under 23
Chi avrebbe mai detto che la Serie C potesse essere una fucina di talenti per la nazionale italiana? Eppure, è proprio così, come altre volte lo è stato in passato se si pensa alla carriera di Fabio Grosso, colui che ha messo il punto esclamativo sulla vittoria del Mondiale 2006. Il commissario tecnico della nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha diramato la lista definitiva dei 26 convocati per il campionato europeo in programma in Germania dal 14 giugno al 14 luglio, e tra questi ben 8 vantano esperienze in Lega Pro. Un dato che fa riflettere e che ci porta a esplorare le storie di questi giocatori, veri e propri protagonisti di una scalata che li ha portati dai campi polverosi della terza serie ai palcoscenici più prestigiosi del calcio europeo.
DAI CAMPI DI PROVINCIA AI RIFLETTORI INTERNAZIONALI La Serie C, spesso considerata come un limbo per molti calciatori, si rivela invece un trampolino di lancio per chi ha la stoffa del campione. Tra i pali, Guglielmo Vicario è un esempio lampante: difese la porta del Venezia nella stagione 2016-17, e ora è pronto a difendere i colori azzurri in Germania. Un percorso simile lo ha fatto Giovanni Di Lorenzo, che ha calcato i campi di Cuneo, Reggina e Matera prima di diventare uno dei terzini più affidabili del panorama calcistico italiano.
IL MURO DIFENSIVO: ESPERIENZA E GRINTA In difesa, oltre a Di Lorenzo, troviamo Andrea Cambiaso e Federico Gatti. Cambiaso ha militato nell'Alessandria nella stagione 2019-20, mentre Gatti ha indossato la maglia della Pro Patria nel 2020-21. Entrambi hanno dimostrato che la gavetta in Serie C può forgiarti e renderti pronto per sfide ben più impegnative. La loro presenza nella rosa di Spalletti non è solo un riconoscimento del loro talento, ma anche un messaggio di speranza per tutti quei giovani che sognano di fare il grande salto.
CENTROCAMPO DI QUALITÀ: DA JORGINHO A FAGIOLI Il centrocampo azzurro è arricchito da giocatori che hanno fatto la loro gavetta nei campi di provincia. Jorginho, ad esempio, esordì in Italia in Prima Divisione col Verona nel 2009 e la stagione successiva scese in Seconda Divisione con la Sambonifacese. Un percorso che gli ha permesso di affinare le sue doti tecniche e tattiche, diventando uno dei centrocampisti più completi del panorama internazionale. Michael Folorunsho e Nicolò Fagioli sono altri due esempi di come la Serie C possa essere una palestra fondamentale. Folorunsho ha trascorso tre anni in terza serie, due alla Virtus Francavilla e uno al Bari, tra il 2017 e il 2020. Fagioli, invece, ha militato nella Juventus U23, dimostrando di avere tutte le carte in regola per emergere.
L'ATTACCO: LA FAME DI GOL DI ZACCAGNI Anche l'attacco azzurro ha il suo rappresentante proveniente dalla Serie C. Mattia Zaccagni, dopo l'esordio in Seconda Divisione al Bellaria, squadra della sua città nella quale risiede ancora la famiglia di imprenditori nel settore alberghiero, ha giocato in Prima Divisione con Venezia e Cittadella. La sua capacità di adattarsi a diversi contesti e di essere decisivo in zona gol lo ha portato a essere uno degli attaccanti più temuti del campionato italiano.
LA RIVINCITA DELLA GAVETTA Ma cosa ci insegnano queste storie? Forse che il talento, quando è accompagnato da dedizione e sacrificio, può emergere anche nei contesti più difficili. Questi otto giocatori sono la dimostrazione vivente che la Serie C non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Un trampolino di lancio che, se sfruttato al meglio, può portare a traguardi impensabili. E allora, perché non sognare? Perché non credere che anche dai campi di provincia possano nascere i campioni di domani? La storia di questi otto azzurri ci insegna proprio questo: che con il lavoro, la passione e un pizzico di fortuna, tutto è possibile.
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