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Under 18

A 17 anni fa il fenomeno e si prende l'Italia: segna da 30 metri e firma uno Scudetto clamoroso

Il classe 2006, che compirà 17 anni il prossimo 22 giugno, fa godere la Genova rossoblù

UNDER 18 GENOA

UNDER 18 GENOA: Lorenzo Venturino, talento rossoblù

La ragazza più invidiata d'Italia si chiama Carolina. Sembrava una serata come le altre: divano e pop-corn, amiche e Dazn. La solita partita di calcio. Poi scoccano le 20:47, l'ora "x". Ahanor sale a sinistra, alza la testa e passa. Venturino controlla, se la sposta sul destro e si ricorda di essere straordinario. Ci prova da distanza siderale, una trentina di metri. Parla il primo esperto: «Vedi come la prende d'esterno? Secondo me l'ha cercato». Parla il secondo esperto: «Il portiere avrebbe potuto fare molto di più». Parla il terzo esperto: «Ha rimbalzato male, il pallone rimane basso e lo trae in inganno». Quindi parlano i fatti: il pallone è in rete, il Genoa è in vantaggio. Bello o brutto importa il giusto. Infine parlano le immagini, quelle che Carolina non dimenticherà mai. Perché cosa fa Lorenzo Venturino? 18 anni il prossimo 22 giugno, genovese doc e talento... vale ogni sinonimo di "clamoroso". «Hey Siri...». In un attimo sembra prendere coscienza di quanto fatto, nel giro di qualche secondo molla tutto e parte. Corre veloce sotto la tribuna est, quella del «Genoa, Genoa, Genoa», alza le braccia al cielo e mostra un cuore. Nessun milanista sta piangendo, probabilmente gli è solo entrato un Alexandre Pato negli occhi. Lo fa a favore di telecamere, praticamente davanti a mezza Italia. Era per Carolina, la sua fidanzata: «La mia dedica è per lei».

DI TUTTO

Più scosso che commosso, più ignaro che consapevole. Erano le 22:30, minuto più minuto meno. Poco prima Stefano Arata l'aveva alzata al cielo, sotto gli occhi di mezza Italia e aiutato da mamma Elisa. Poco dopo sarebbe partita una festa che no, probabilmente non avrà una fine. Tra un Consiglio scatenato (quella foto con la coppa?), un Mavraj iconicoFoto zolo») e un viaggio di ritorno che... niente, ciò che succede in pullman resta in pullman.

Quindi scosso, un po' per il mix di emozioni e un po' per tante, troppe altre cose. Quindi ignaro, semplicemente perché ci vorrà del tempo. Un po' per trovare il senso a un qualcosa che no, un senso apparentemente non ce l'ha. E un po' per dare il giusto peso a una medaglia, quella dei Campioni d'Italia. Quando tornerà nella sua Genova avrà giusto un paio di storie da raccontare...

PARLANO GLI ESPERTI

Dovrebbe partire dalla semifinale contro l'Inter, da quei 120 minuti fantascientifici, irreali. Svariati assist (tecnica), un palo clamoroso (sfortuna), un gol strepitoso (estro) e tanti, tantissimi chilometri (cuore). Sarebbe cosa buona e giusta stare alla larga da Milano almeno per qualche mese. Come Gennaro Ruotolo, come il suo condottiero. Ma a questo punto andrà posticipata anche la visita al Colosseo con Carolina. È stato il motivo delle notti insonni della Roma: prima per studiarlo (o quantomeno provarci), poi per dimenticarlo (o quantomeno provarci). C'è quindi il suo zampino anche nei vari mal di testa in casa giallorossa, chiedere a Matteo Obleac e Filippo Reale. Ruotolo ha fatto di necessità virtù (fuori Carbone, squalificato), inserendo Sancinito quinto a destra e alzando Venturino sulla stessa linea di Romano. Il resto è storia.

E i vari esperti, in coro: «Ma che partita ha fatto Venturino?». Un mantra per 90 minuti. Dall'alba al tramonto, da quelle galoppate sulla destra («Quando parte mica lo prendi...») fino a quello scatto con Romano, i due eroi nella notte di Ancona. Si può dire con assoluta determinazione che sì, esistono coppie di talenti giusto un filo peggiori... Nel mezzo, ovviamente, il cuore per la sua Carolina

STORIA

Parla già da veterano. Parte chiaramente con le frasi di circostanza: «Abbiamo vinto una partita importante, non era semplice. Il percorso è stato ottimo, ce lo siamo meritati». Breve e conciso. Chiude poi con il virgolettato che vale più di tutto, quello da titolo: «Voglio rimanere qui per sempre, amo il Genoa». Nella terra di mezzo la chiave di lettura più importante: «Vincere lo Scudetto con questo gruppo non ha prezzo». Parola di chi lo ha "lasciato" in inverno per volare in Primavera (15 presenze), parola di chi lo considera come una famiglia: «Siamo insieme fin da quando siamo bambini, sempre noi. È bellissimo».

Nasce a Genova, cresce a Genova e chissà, magari vivrà per sempre a Genova. I primi passi li muove all'Arenzano, giusto un paio di chilometri verso ponente rispetto al capoluogo ligure. Aveva cinque anni, più che uno sbarbato. Poi la chiamata della Genova rossoblù, quindi un matrimonio di cui esiste un inizio ma no, una fine proprio no. Altro? Tanto, troppo. Altri capitoli sono in tipografia, stay tuned... 

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