Cerca

Under 18

È il più vincente in 131 anni di storia: l'allenatore dei miracoli è ancora Campione d'Italia

Gennaro Ruotolo vince lo Scudetto, stacca Luca Chiappino e fa sognare il Genoa

UNDER 18 GENOA

UNDER 18 GENOA: Gennaro Ruotolo, tecnico rossoblù

Dei tre Scudetti vinti dal Genoa a livello di settore giovanile, due sono firmati da Gennaro Ruotolo. Quando è stato messo al corrente, gli occhi hanno subito un processo svelto e immediato. Questione di istanti o giù di lì. On-off, quasi come se ci fosse un interruttore. Il risultato parla da sé: pupille dilatate e sguardo fermo, fisso. Pur rimanendo sempre nell'ordine di grandezza del litro, persino qualche lacrima in meno. Di questi tempi roba rara. La questione decibel la tira fuori lui stesso: «Mi fate sempre le interviste quando non ho voce». Tutto a un tratto, come per magia, torna la voce. I decibel, in modo lento e graduale, si alzano. Sempre una questione di istanti. «È qualcosa di indescrivibile». Punto e stop. Persino fin troppo. 

EMOZIONI

Dopo il miracolo contro l'Inter aveva detto che «il calcio è bellissimo». Occhi bagnati dalle lacrime, voce ai minimi storici. Chiaramente fattuale, vedere (leggere) per credere. E dopo il miracolo contro la Roma sottoscrive: «Lo confermo, regala emozioni inimmaginabili». Una piccola pausa, la solita questione di istanti. Poi riprende, non senza difficoltà: «Non si può descrivere quello che subentra». Ancora fattuale, ancora da vedere (leggere). 

Se la semifinale avrebbe meritato una serie tv, per la finale sarebbe servito qualcosina di più. Forse un'opera teatrale, comunque roba d'altri tempi. Un po' come piace a lui. Sotto certi aspetti sembra venire da un'altra epoca, trapiantato ai giorni d'oggi grazie alle 88 miglia orarie della DeLoreanVedere per credere. È sufficiente sbloccare lo smartphone e farsi un giretto sui suoi canali social, dominati da un fotomontaggio che vale più di ogni altra cosa. In alto una scritta, Gennaro da una parte e Ruotolo dall'altra. In basso due Scudetti, uno da una parte e uno dall'altra. Al centro un mix: un po' l'Imperatore Commodo, un po' Gennaro Ruotolo. Il corpo di uno, il volto dell'altro. Iconico.

Direttamente dal profilo Instagram di Gennaro Ruotolo

CORSI E RICORSI

È la chiusura di un cerchio. Un'Odissea lunga più di tre anni, precisamente 1083 giorni. Come Ulisse con la sua Itaca, Gennaro Ruotolo torna sul tetto d'Italia. Il suo posto felice. Ieri Fossati e Vassallo all'Orogel Stadium di Cesena, oggi Venturino e Romano allo stadio Del Conero di Ancona. Ieri prima Inter e poi Roma, oggi... prima Inter e poi Roma. Quando è stato messo al corrente si è fatto trovare pronto, un po' come il suo Leonardo Consiglio: «Tante analogie, vero. Sono stati entrambi belli...» e poi i puntini di sospensione, consapevole di quale sarebbe stata la domanda successiva: «Difficile sceglierne solamente uno, ma credo che il primo sia sempre il primo. Ha un qualcosa di speciale».

Riavvolgendo il nastro, rullo di tamburi... il dato di fatto. Dei tre Scudetti vinti dal Genoa a livello di settore giovanile, due sono firmati da Gennaro Ruotolo. Qualche tips sul primo. Chi? Luca Chiappino in panchina, Mattia Perin e Stephan El Shaarawy in campo. Cosa? Lo Scudetto Primavera, ovviamente. Quando? Il 9 giugno 2010, praticamente una vita fa. 11 anni dopo il secondo, 14 anni dopo il terzo. È storia.

PERCORSO

Detto della cavalcata, sotto con i segreti. Vale un po' tutto, in primis «l'entusiasmo, credo abbia fatto la differenza. Dopo la semifinale c'era un po' di stanchezza, sia fisica che mentale ma i ragazzi hanno reagito alla grande». Dopodiché i vari "prestiti" dalla Primavera, da Romano a Ekhator passando per Venturino, uno degli eroi: «Ci hanno dato una grossa mano, sono scesi con tanta voglia di fare bene e sono stati ripagati». Nodi sul futuro ancora tutti da sciogliere, ma per quello ci sarà tempo e modo: «Adesso mi riprenderò, ci vorrà un po' - scherza Ruotolo -. Poi vedremo cosa farò l'anno prossimo».

IMMAGINI

Tra le altre cose resteranno le immagini, un paio di istantanee che meriterebbero di finire in qualche libro di scuola. L'abbraccio con Venturino dopo la vittoria contro l'Inter, quindi le varie corse pazze in coda a ogni gol di quei 120 minuti pazzi, folli. E poi le interviste, indimenticabili in tutta la loro genuinità. Le lacrime, i decibel rasenti lo zero. Infine lei, la coppa. Tre anni dopo la prima, potenzialmente la seconda di altrettante. Altra storia, almeno per ora.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter