Under 17 Serie C
21 Giugno 2024
RENATE UNDER 17 SERIE C • Diego Stagi, difensore centrale: 33 presenze, 6 gol, 2767 minuti giocati
Tre fischi, uno dietro l'altro. Giusto il tempo di pensare che la partita è terminata, giusto il tempo di realizzare che è finita 2-1, giusto il tempo di renderti conto che sei Campione d'Italia. Le gambe che cedono, e ti ritrovi a terra: esausto, sfinito. Faccia in giù, lacrime agli occhi e sguardo incredulo. La telecamera di un telefonino che arriva: «Oh, oh, ma cosa avete fatto?». Lo sguardo si alza, quello sguardo che era incredulo… e che rimane incredulo. Qualche secondo ancora, poi la testa - logicamente in tilt dopo 90 minuti di battaglia - comincia a collegare: i pensieri si diradano, la stanchezza fa posto alla gioia, i compagni arrivano ad abbracciarti uno dietro l'altro. Ed è lì che lo capisci veramente: hai vinto lo Scudetto, e lo hai vinto segnando un gol in finale. Quello dell''1-0 sull'Ancona, quello che dà il via all'impresa sportiva più incredibile di quest'anno, quella dei classe 2007 del Renate: «Siamo stati grandiosi: questo Scudetto è dedicato a mamma, papà, e nonno Eugenio».
Lui è Diego Stagi, ha compiuto 17 anni lo scorso 14 maggio e nella magica serata di San Benedetto del Tronto è stato uno dei migliori in campo in assoluto. Non solo per come ha annullato gli attaccanti avversari, ma anche - e, mai come stavolta, soprattutto - perché è stato proprio lui a sbloccare, a inizio secondo tempo, una partita dagli equilibri delicatissimi. Il calcio d'angolo di Valerin pennellato a rientrare all'altezza della linea dell'area piccola, il posizionamento errato della difesa avversaria, l'inserimento perfetto del numero 6 che appoggia in rete l'1-0 per il Renate: «Il portiere è uscito ma non è riuscito a prenderla, io ero alle sue spalle e ho visto spuntare la palla, ci sono andato d’istinto e ho fatto gol». E anche se rimarrà sempre il dubbio con quale parte del corpo abbia colpito il pallone - «Di testa» dicono i fotografi dall'altra parte del campo, «Di coscia» dice il giornalista che ha rivisto l'azione al rallenty in tv, «Di petto» dice invece lui - rimarrà per sempre anche il valore di una giocata semplicemente decisiva, in un momento decisivo, dopo un primo tempo equilibrato e nel quale l'Ancona aveva provato a mettere alle corde i ragazzi di Giovanni Cristiano: «Nella ripresa però - racconta Stagi a fine gara - siamo scesi in campo con una consapevolezza diversa, sapevamo che questa era una finale e che magari non ci sarebbe mai ricapitato di giocare una partita del genere, ci abbiamo messo gli attributi e siamo stati bravissimi: a respingere tutti i loro attacchi e a sfruttare le occasioni che abbiamo avuto». Compresa quella che ha sbloccato la partita. La sua.
RENATE-ANCONA UNDER 17 SERIE C • Diego Stagi in posa con Vito Tisci, presidente del Settore Giovanile e Scolastico, al momento della consegna delle medaglie
Poco dopo segnerà Luca Valerin, l'Ancona la riaprirà nel convulso assedio finale rendendo infuocati i minuti di recupero, poi quel famoso "triplice fischio". Quello che restituisce a mamma Catia, a papà Yuri e nonno Eugenio un figlio e nipote Campione d'Italia. Da protagonista assoluto, e al termine di una stagione pazzesca: condita da 33 presenze su 34 (della serie: mai chiedere a Cristiano di rinunciare a lui), da 2767 minuti giocati su 3060 totali (della serie: praticamente sempre), da 2 convocazioni - nelle partite contro Brescia e Udinese - con la Primavera di Gianluca Savoldi (della serie: il futuro è già suo). In coppia con il capitano, Gianvincenzo Napoli, ha formato una coppia difensiva impermeabile. A conti fatti, la migliore d'Italia: «Con Napoli mi trovo alla grande, è fortissimo, è un giocatore che fa la differenza: quando non c’è, la sua mancanza si sente». Per fortuna, a San Benedetto c'erano entrambi. Risultato? La Coppa oggi è a Renate.
RENATE-ANCONA UNDER 17 SERIE C • L'indice che indica la Coppa, lo sguardo fiero: Diego Stagi è Campione d'Italia
E poi il gol, perché alla fine si torna sempre lì. Troppo importante in quel momento, un momento - l'esultanza verso i genitori in tribuna, le mani che mimano il cuore, il sorriso a 32 denti - che di sicuro si porterà dietro per un bel po' di tempo. Probabilmente per sempre. Il gol più importante dell'anno, il gol più importante della sua vita. Lui che di gol in questa stagione ne ha fatti tanti, dopo che nelle due annate precedenti in Under 16 e in Under 15 non ne aveva fatto nessuno. Prima dell'Ancona in finale aveva timbrato il cartellino con Pontedera, Pro Sesto, Sestri Levante, Giana Erminio, Lucchese: 6 gol totali, mica male per chi i gol dovrebbe pensare più ad evitarli. Quarto marcatore della squadra dietro a Bassani (15), Carta (14) e Tessari (7), tutti attaccanti. 6 gol proprio come Valerin, di professione fenomeno e fantasista: «Quando facevo la punta - ricorda Diego - ne facevo tantissimi». Da piccolissimo, nella squadra del suo paese - la Cornatese di Cornate d'Adda - e poi alla Tritium per due anni. Entra al Renate all'età di 11 anni, in prima media: da quel giorno la maglia nerazzurra tatuata sulla pelle, la trasformazione in difensore centrale, e quel rapporto con il gol che però difficilmente si dimentica: «Negli ultimi due anni non ho mai segnato, sono stato un po’ sfortunato diciamo: non era da me». Quest'anno, nell'area avversaria è tutto un altro mondo. Nell'area avversaria vige la legge di Diego Stagi: «Direi che mi sono rifatto, dai». Telegrafico. Essenziale. Tricolore.