Under 16 A-B
24 Giugno 2024
UNDER 16 ATALANTA: Alessio Gambirasio, tecnico della Dea
Il sonno poco, i sogni tanti. Fare l'allenatore a livello giovanile è così: chilometri, sacrifici, ore di campo e di viaggio infinite. Per rincorrere un sogno, per alimentare la passione. Quella viscerale, incontrollabile. Quella che dà la forza e toglie energia, quella che ti fa toccare il cielo con un dito o mancare la terra sotto i piedi. Quella che a volta ripaga, ma spesso presenta il conto. Per Alessio Gambirasio, allenatore dell'Atalanta, è la volta del giro di giostra, quello del 777 alle slot. Il jackpot è lo Scudetto vinto in finale con il Milan, la monetina il lavoro senza cui tutto questo sarebbe stato possibile. La passione è la manovella che aziona il meccanismo. Poi: l'esultanza che sa di liberazione, la Coppa baciata come il primo degli amori. Già, la coppa. Quella portata in albergo e con cui dormirci affianco. E stringerla, per far sì che al risveglio il sogno non sia svanito. Perché, almeno stavolta, è tutto vero.
«Uno su mille ce la fa» cantava Gianni Morandi nell'omonima canzone del 1985. Da oggi Gambirasio fa parte di quello 0,1%. 22 giugno 2024, non se lo scorderà mai. Non l'avrebbe fatto a prescindere. La prima finale in carriera, il momento in cui convergono le strade verso la meta. Ma non basta esserci. Bisogna prendersi il trofeo. A seguirlo 35 persone vestite d'arancione. Né per l'Atalanta né per il Milan: sono tutte lì per Alessio Gambirasio. Sono i membri del gruppo B.O.Ca, acronimo di "Boltiere Oratorio Calcio", una società creata ad hoc dal parroco del comune bergamasco dove il tecnico dell'Atalanta opera col ruolo di educatore. Praticamente mezza curva dedicata, che si è fatta quasi 600 km per seguirlo. Al gol di Tartaglia, nel primo tempo, quel sogno sembrava svanire e tutti i sacrifici fatti crollare. Ma il calcio, come la vita, sa premiare che non smette mai di crederci...
«Ma questo non sbaglia mai?» deve aver pensato Gambirasio all'ennesimo miracolo di Alessandro Longoni nel primo tempo della finale. Il portiere del Milan è stato da poco nominato miglior numero 1 del continente dopo la vittoria degli azzurrini all'Europeo Under 17. Gioca stabilmente coi più grandi ma è sceso a dare una mano ai coetanei. E invece sul più bello sbaglia e dà una chance a tutto il popolo atalantino. Michieletto scarta il regalo, ringrazia e fa esplodere di gioia la panchina. È 1-1. Isoa vola sulle ali dell'entusiasmo e arriva direttamente in cielo, dove impatta i due calci d'angolo perfetti di Colombo e regala lo Scudetto ai nerazzurri. «All'intervallo eravamo sotto nel punteggio, ho detto ai ragazzi di crederci fino alla fine - ha dichiarato il tecnico della Dea ai microfoni della FIGC -. Abbiamo fatto un cammino straordinario, questa vittoria è la ciliegina sulla torta» ha dichiarato il tecnico tronfio a fine partita.
Ed è stato veramente straordinario, non sono parole di circostanza. Perché quando batti tutte le favorite una dopo l'altra è come se te lo meritassi di più. Un percorso trionfale partito dal rigore di Inacio agli ottavi contro il Torino e concluso da Isoa in finale contro il Milan. Nel mezzo la rimonta ai danni della Roma ai quarti di finale, quando servivano due gol nel secondo tempo del ritorno di Trigoria e sono arrivati firmati da Damiano, capitan Rinaldi e Colombo.
Per poi superare la squadra più forte di tutti, i 2008 dell'Inter reduci da due Scudetti consecutivi. 2-0 all'andata, 3-2 al ritorno: come se fosse semplice, come se fosse normale. Per arrivare lì, al traguardo più ambito: «Il secondo tempo è il riassunto di due anni fantastici. Come settore giovanile l'obiettivo è far crescere i ragazzi: speriamo che qualcuno di questi fra qualche anno possa esordire in Serie A con la maglia dell'Atalanta e ricordarsi del successo di stasera».