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Under 16 A-B

È il più forte d'Italia e piace in Europa! A 15 anni ha un talento mai visto: «È un fenomeno»

Francesco Gasparello, ex Padova, vince lo Scudetto con l'Atalanta da sotto età

È il più forte d'Italia e piace in Europa: il baby prodigio di 15 anni

«Quello forte dell'Atalanta gioca?». Richiesta di informazioni. «Non vedo l'ora di vederlo». Una frase, milioni di significati. Passo e chiudo. Poi silenzio, un'oretta circa. Osserva, pensa. Braccia conserte, occhi puntati sul verde dello stadio Riviera delle Palme. «Ammazza...» avrà pensato tra sé e sé. Probabile, quasi sicuro. Quindi un'emoticon, forse la più famosa. Due cuori al posto degli occhi. Un grande classico. Sa di stupore, puzza di estasi. Infine due parole: «Che giocatore». Semplice, chiaro, limpido. E fattuale. Parola di un addetto ai lavori, la voce del popolo. Con lui tutta la curva est, quella baciata dal tramonto di San Benedetto del Tronto.

«Alla faccia del classe 2009». Era sulla bocca di tutti. La tribuna ovest, quella più borghese, forte di ombra, bar attrezzatissimo e seggiolini comodi, la conquista in 270 secondi. Colombo fa il Colombo: devasto sulla destra, dribbling bruciante su Tartaglia e rasoterra illuminante. Poi il controllo, sublime. Quindi la conclusione, sopraffina. È un messaggio: «Welcome to the final show». Il mittente? Francesco Gasparello, il bimbo d'oro di Terrassa Padovana. 2500 anime, gioiellino dell'estremo sud padovano. Dal 2 gennaio 2009 un predestinato, dall'1 luglio 2023 un giocatore dell'Atalanta, dal 22 giugno 2024 un Campione d'Italia. «Ma che giocatore è?». Null'altro. 

LO SCATTO

Altre tre emoticon. Cuore rosso, classicone. Tricolore, iconico. Faccina commossa, emblematica. Poco sopra una serie di cinque foto. Focus sull'ultima. È un abbraccio, splendido. A sinistra Alessio Gambirasio, l'allenatore e l'artefice del capolavoro Atalanta. Sembra dirgli «vieni qui, è tutto vero». Come un padre. A destra lui, il talentino di Terrassa Padovana. In lacrime. Nascondono un «grazie» grande come una casa. Come un figlio.

Sotto 167 commenti. Tondi tondi. «Forte, forte, forte». È la cover. «Fenomeno». È il denominatore comunque. «09 più forte della via lattea». È la voce della verità. Niente fonte protetta, tutto pubblico. Parla Isoa_isaac, nella vita di tutti i giorni Isaac Isoa. Doppietta in finale Scudetto, si può chiudere un occhio per quella maiuscola che manca. Parole poche, significati tanti. Se non altro per quel "09" lì, il senso di ogni cosa. E torna di moda anche il tormentone della tribuna ovest. «Alla faccia del classe 2009». Tutti gli altri classe 2008, lui anno in meno. A proposito di predestinato...

FINALE

«Se a Zingonia ti chiamano "Gasp" devi avere un'intelligenza calcistica fuori dal comune. Se a questo ci abbini due piedi da artigiano della qualità, il piatto per un futuro da Serie A è completo». Tutto il resto sta qui. Tirava aria di consacrazione. Una sorta di prova del nove. Stadio da togliere il fiato, diretta nazionale e finale Scudetto. Una prima risposta dopo tre minuti, i celebri 270 secondi. Un'altra a dieci dalla fine. Damiano inventa e passa, Gasparello calcia di prima ma non trova la porta. Questione di centimetri, forse millimetri. Sarebbe venuto giù tutto. Letteralmente.

Niente ciliegina sulla torta? Sì e no. Di nuovo di moda le cinque foto. Focus sulle prime quattro. Tre in campo, petto in fuori e testa alta. Come piace a lui. Sguardo eloquente, fisico statuario. «Alla faccia del classe 2009». Se lo dovrebbe tatuare. Una in bianco e nero, roba d'altri tempi. Alessandro Rinaldi con la coppa, dietro lui e tutti gli altri. Se la dovrebbe stampare. Non se lo dimenticherà mai.

STAGIONE

A 15 anni si è preso l'Italia. Fattuale. E per il secondo anno consecutivo è lassù, dove tutto è più bello. Ieri con il suo Padova (29 maggio 2023), oggi con la sua Atalanta. 22 giugno 2024, altro tatuaggio? Al via la raccolta firme da presentare a Guerrino Gasparello, il padre. Classe 1979, ex Rovigo, Bassano, Pro Patria, San Marino e Padova. Quando buon sangue non mente...

A 16 anni si prenderà l'Europa? Aperto il dibattito. Che piaccia un po' dappertutto non è certamente una novità, anzi. Da qui a vederlo in un Borussia Dortmund di turno (vero Samuele Inacio?) ce ne passa, ma è altresì vero che l'Atalanta debba rimanere con le antenne dritte dritte. Se ne riparlerà tra un annetto circa. Intanto resta tutto il resto. Anzitutto uno Scudetto, vinto da protagonista assoluto dalle fasi finali in poi. Dopodiché i numeri, in un certo senso emblematici. I gol sono 18, i vari «Alla faccia del classe 2009» tanti, troppi. Il resto? Tempo al tempo. Altro che «Welcome to the final show»...

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