Under 15 A-B
27 Giugno 2024
UNDER 15 A-B, ROMA • Mattia Scala ha portanto in trionfo i giovani giallorossi
«Penso e spero di aver regalato un'emozione a mio padre» le prime parole dopo il fischio finale che l'ha incoronato Campione d'Italia. Nessuna autocelebrazione, nessuna spocchia o traccia di protagonismo. Solo la riconoscenza verso chi gli ha regalato questa passione, il caro vecchio papà. Se sei Mattia Scala e tuo padre è un certo Vito, è più facile che tu nasca col cuore giallorosso. Vito Scala è stato per anni lo storico preparatore atletico della Roma, fino a diventare il braccio destro di un certo Francesco Totti. Di riflesso, Mattia. Che ora può fregiarsi di uno Scudetto storico da allenatore dell'Under 15 della Roma. Un'emozione unica, speciale. Soprattutto per una famiglia romana e romanista come quella Scala.
Da sinistra a destra: Vito Scala, Francesco Totti, Mattia Scala, Christian Totti.
Dall'oblio al successo. Il passo è breve. Davanti ancora quel maledetto Genoa che ha tolto la possibilità all'Under 18 di vincere il 27esimo Scudetto della Roma a livello giovanile. Venturino e Romano, Romano e Venturino. Se lo saranno sognato per giorni a Trigoria. Per fortuna che c'è l'Under 17 dei Campioni D'Europa (Cama, Coletta, Di Nunzio...) a regalare l'ennesimo Tricolore. Era il 21 giugno: la terza delle quattro finali in programma. Primavera, Under 18 e 17 già decise, resta da giocarsi il titolo Under 15. L'obiettivo è pareggiare l'anno prima, conquistando almeno due Scudetti. Mattia Scala e i suoi classe 2009 hanno l'occasione di fare la storia dopo aver dominato per tutto l'anno. Solo due sconfitte in tutto il campionato: Fiorentina e Lazio, smaltite prima di dicembre. Poi, nessun più fino a quella indolore subita ai quarti contro la Juventus (Elimoghale) che non ha però compromesso il passaggio del turno.
Prima il Venezia, poi l'Inter: gli ostacoli fino alla finale, conquistata contro i nerazzurri a Trigoria grazie a Proietti e Dal Bon. Ad Ascoli la vittoria più bella, più sofferta, più incredibile. In rimonta è spettacolare, all'ultimo minuto da lacrime. Tutto questo (ed altro) è la partita contro il Genoa. Iniziata male (gol di Consoli ad inizio ripresa) e finita in trionfo, con Giammattei che dà a Dal Bon e Zekaj i palloni per lo Scudetto. È storia: il ventottesimo tricolore giallorosso è quello buono per superare il Torino (27) in questa speciale classifica e mettere nel mirino l'Inter, imprendibile a quota 38. «È un momento indescrivibile. Voglio fare un applauso a tutto questo gruppo: è davvero favoloso. Ringrazio la società, continua a fare un lavoro straordinario a livello giovanile».
Saranno parole di circostanza, ma Scala non è il classico che vuole prendersi i meriti o le copertine. Anche quando ne avrebbe il diritto. L'uomo dello Scudetto, Alvin Zekaj, è una sua mossa. Coraggiosa. Minuto 16 della ripresa: il Genoa è avanti 1-0 e la Roma non gira. Scala si sbraccia, gira nervosamente in panchina in cerca di una soluzione. Poi, l'illuminazione. «Esce Filippo». È Russo, capocannoniere della categoria. L'uomo dai 24 gol stagionali. «Entra Alvin». Zekaj? Solo due partite da titolare in stagione e un gol in un 11-0 al Cosenza all'ultima giornata di campionato. Il resto è storia, LA storia. La Roma è Campione d'Italia.