Under 15 Serie C
28 Giugno 2024
UNDER 15 PRO SESTO: Fabio Sacco e Andrea Saldarini
«È la mia ultima partita con la Pro Sesto». Era nell'aria, adesso è ufficiale. Fabio Sacco lascia nel momento più bello, al termine di una finale vinta ai rigori contro l'Arezzo. L'ultimo, quello di Federico Pozzi, l'ha consacrato nella storia del club e nella storia del calcio professionistico italiano. Un Tricolore che a Sesto San Giovanni mancava da 16 anni. Era il 2008, la categoria Berretti e dall'altra parte c'era il Pescara di Marco Verratti, già fenomeno tre anni sotto età. Gli artefici di questo Scudetto non erano neanche nati. Sacco ha trasformato un gruppo di 2009 talentuosi (parecchio) in una macchina da guerra prima e nella squadra Campione d'Italia poi. Dominando, dall'inizio alla fine. 114 gol segnati, l'ultimo da Gabriele Farina al 6' della finale Scudetto, e senza sconfitte dal 7 gennaio. Chapeau.
Quando si dice lasciare bene. «Portaci in Europa, mister Sacco portaci in Europa» si vola sulle ali dell'entusiasmo. Ma la sensazione è che, con un allenatore così, tutto sia possibile. Il percorso della Pro Sesto è stato trionfale: in testa al Girone A fin dalla prima giornata, non si contano le goleade. Le varie avversarie che hanno provato a mettere i bastoni tra le ruote ai biancoblù, si sono schiantate sullo strapotere di Pozzi e Signore. O sulle giocate di Mazzola e Menotti. O sulle reti di Farina e Ponzo. Potremmo continuare quasi all'infinito. Sacco ha chiuso l'anno come miglior prima classificata d'Italia (72 punti) e con 97 gol segnati nel Girone A. 31 li ha fatti da solo Riccardo Ponzo, numero 9 letale.
Poi le fasi finali. «Il nostro obiettivo è arrivare nelle prime quattro d'Italia» disse a campionato vinto. L'asticella man mano si è alzata. Il percorso è stato atipico: una cinquina in casa del Rimini alla prima degli ottavi e superata subito quota 100. Poi quattro pareggi di fila: il ritorno (3-3), doppia sfida con l'Alessandria (due 1-1 che qualificano la Pro per il miglior piazzamento) e l'1-1 dell'andata della semifinale contro la Pergolettese, deciso da una rovesciata assurda del centrale cremasco Gianluca Pupo. Proprio la Pergo rischia di mettere i bastoni fra le ruote alla squadra di Sacco, andando avanti 2-0 nel ritorno a Sesto. Ma questa Pro è imbattibile, segna 5 gol e si assicura una storica finale Scudetto contro l'Arezzo.
Il resto, è già storia. Non se lo scorderà mai. Farina illude Sacco dopo 6' che sia tutto facile (18esimo gol in stagione: è una mezzala!), Pianaccioli riporta i milanesi sulla terra. Si va ai rigori. Quattro a testa: tutti dentro. Quinto slot: Lobasso sbaglia, Pozzi no. La Pro Sesto è Campione d'Italia: «Siamo felicissimi» le prime parole che escono dal cuore del tecnico. «Cercavo di spingerli anche io dalla panchina a segnare i rigori, avremmo meritato da vincere prima». E invece il destino ha voluto che fosse così: un po' più amaro, un po' più bello. Ugualmente leggendario. «Il segreto? La serenità. Ci teniamo a lavorare duro ma in un clima sereno. Per i ragazzi è stato un anno pieno: il primo anno di superiori con quattro allenamenti alla settimana. Non è stato facile. Ma siamo Campioni».
«Abbiamo fatto un regalo a tutta la Pro Sesto: è stato un anno complicato per tutta la società». Il settore giovanile biancoblù ha sempre lavorato al meglio, ma paga "colpe" non sue. I risultati della prima squadra che non arrivano, i tre cambi d'allenatore ed infine la retrocessione in Serie D. Si ritorna tra i Dilettanti. Una tragedia per tutti questi ragazzi che non potranno più fare i nazionali. O almeno con la Pro. Non poteva lasciare nel modo migliore Sacco. Sapeva già che sarebbe stata la sua ultima partita a Sesto. Un percorso arrivato al culmine dopo 3 anni di duro lavoro nell'Under 15. Per tre anni miglior attacco del suo Girone. Per due anni miglior attacco d'Italia. Per una volta Scudettato. Il futuro? Sicuramente nei professionisti, resta da capire dove. La dedica? Alla famiglia, ovviamente: «Questo titolo è per mia moglie e per le mie figlie Greta e Francesca. Da tanti anni sono lontano da casa, quindi questa coppa la posso solo regalare a loro».