CAGLIARI SERIE A - Comunardo Niccolai aveva 77 anni ed era stato bandiera dei sardi
Chi era Comunardo Niccolai? Un nome che evoca ricordi di un calcio romantico, di un'epoca in cui il talento e la passione erano gli unici veri protagonisti. Un nome che da poche ore purtroppo evoca anche un calcio che ormai non c'è più, con la sua scomparsa a 77 anni. Nato il 15 dicembre 1946 a Uzzano, piccolo centro in provincia di Pistoia, Niccolai è stato uno dei pilastri del Cagliari che conquistò lo storico scudetto della stagione 1969-1970. Una delle imprese più grandi nella storia della Serie A.
LE ORIGINI DI UNCAMPIONE Comunardo Niccolai deve il suo nome al padre Lorenzo (ex portiere del Livorno e convinto antifascista), che lo chiamò così in omaggio alla Comune di Parigi. Un nome curioso, che già da solo racconta una storia di idealismo e passione. Niccolai iniziò la sua carriera nel vivaio del Montecatini, ma fu alla Torres, nel 1963, che il giovane difensore iniziò a farsi notare. Con 22 partite in Serie C, Niccolai si segnalò come uno dei migliori prospetti della categoria, attirando l'attenzione del Cagliari con il quale compì appunto il doppio salto in Serie A.
L'ASCESA CON ILCAGLIARI Il passaggio al Cagliari fu il trampolino di lancio per Niccolai. Arrivato giovanissimo in Sardegna, inizialmente dovette fare da riserva al più esperto Vescovi. Ma con la partenza di quest'ultimo nel 1968, Niccolai si impossessò definitivamente della maglia numero 5. Da quel momento, il difensore toscano divenne una colonna portante del Cagliari, contribuendo in maniera decisiva alla storica conquista dello scudetto nel 1970 ad eccezione di una piccola parentesi ai Chicago Mustang in America del Nord.
LANAZIONALEE ILMONDIALE DEL 1970 Dopo la straordinaria cavalcata con il Cagliari, anche la Nazionale si accorse di lui. Il ct Ferruccio Valcareggi lo fece esordire in una amichevole in Portogallo nel maggio del 1970 e lo lanciò subito tra i titolari per il Mondiale in Messico. La leggenda vuole che Manlio Scopigno, l'istrionico tecnico dei sardi, pronunciò la famosissima frase: «Mi sarei aspettato di tutto dalla vita, ma non di vedere Niccolai in mondovisione...». Frase che in realtà non fu mai pronunciata. Ma il sogno mondiale di Niccolai durò solo 37 minuti della gara contro la Svezia, a causa di un infortunio che lo escluse dai giochi. Tornerà in azzurro una sola volta, nell’ottobre del 1970 a Berna, in una amichevole pareggiata 1-1 contro la Svizzera, passata alla storia per uno straordinario gol di Sandro Mazzola.
LA CARRIERA DA ALLENATORE Appesi gli scarpini al chiodo, Niccolai non abbandonò il mondo del calcio. Divenne allenatore e apprezzato selezionatore delle giovanili azzurre, tenendo a battesimo, in senso calcistico, anche due futuri campioni: Gianluigi Buffon e Francesco Totti. Nel 1993/1994, divenne commissario tecnico della Nazionale femminile, dimostrando ancora una volta la sua capacità di adattarsi e di trasmettere il suo amore per il calcio alle nuove generazioni. Il nome di Niccolai è legato anche ad alcuni autogol rimasti leggenda. Ma questa imperfezione è stata decisamente enfatizzata. Niccolai rimane unico e indimenticabile nella storia del calcio italiano.
L'ULTIMO SALUTO Comunardo Niccolai si è spento all'ospedale di Pistoia all'età di 77 anni. La notizia ha scosso il mondo del calcio, che ha voluto ricordarlo con affetto e gratitudine. «Tutto il Cagliari Calcio piange la scomparsa di Comunardo Niccolai, indimenticabile protagonista dello Scudetto del 1970. Niccolai lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene. Ciao, Comunardo». Si legge sui social della società rossoblù. Un omaggio doveroso a un uomo che ha dato tanto al calcio italiano, sia come giocatore che come allenatore.
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