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Under 15 Serie C

Gioca una finale perfetta e diventa il più forte d'Italia: «Mai provata un'emozione del genere»

La scelta tra rugby e calcio, la crisi durante la pandemia, la dedica a nonna Marilena: le parole di Filippo Signore, Campione d'Italia con la Pro Sesto

Filippo Signore

PRO SESTO UNDER 15 • Filippo Signore, difensore centrale e capitano della squadra Campione d'Italia

«C'era una volta», tutte le storie più belle cominciano così. E quella di Filippo Signore è una storia non bella ma bellissima, e quindi… «C'era una volta Filippo Signore». Difensore centrale, ma ancora di più capitano. Trascinatore della squadra, ma ancora di più leader. Punto di riferimento per allenatore e compagni, ma ancora di più Campione d'Italia. Lui come tutti suoi compagni, ma con in più una fascia sul braccio: dalla quale derivano aspettative e responsabilità, dalla quale arriva il compito più importante, quello di alzare la coppa al cielo in caso di vittoria finale. È successo: mercoledì 26 giugno, intorno alle 20:30, al termine della finale Scudetto della sua Pro Sesto contro l'Arezzo. Un finale infinita e sbloccata - dopo l'1-1 dei tempi regolamentari - solamente ai calci di rigore, con quello di Federico Pozzi (suo compagno di reparto) che vale il Tricolore: «Un'emozione fortissima - racconta fiero dopo la festa - e non ci sono parole per descrivere una finale del genere». In realtà le parole ci sono eccome. Del resto, il «C'era una volta» è sempre e solo l'inizio.

TURBINIO DI EMOZIONI

E se il «C'era una volta» è sempre e solo l'inizio, il «Vissero tutti felici e contenti» è il più classico dei finali. Azzeccato più che mai, in questo caso: «È stata una stagione incredibile - le parole di Signore, che rivive in pochi attimi una stagione lunghissima e trionfale - e penso che nessuno all’inizio dell’anno si aspettasse un risultato del genere, siamo contentissimi di averlo raggiunto. È stata una finale tosta, ma penso che abbiamo meritato di vincerla». E pensa bene Filippo, non tanto per la finale in sé - giocata benissimo contro una squadra molto forte come l'Arezzo - quanto per tutto un percorso da prima della classe: i 72 punti in campionato, i 113 gol segnati prima della finalissima. Numeri da urlo, per una squadra da urlo. Anche se gli ultimi 80 minuti non sono stati una passeggiata, con il gol di Pianaccioli a rimettere in equilibrio il match dopo l'1-0 lampo di Gabriele Farina: «Abbiamo fatto 35 partite ufficiali, siamo a fine giugno, nel secondo tempo siamo calati ma è normale una volta arrivati a questo punto della stagione: l’importante però era portare a casa la coppa, e il come non ci interessava». Rimini agli ottavi di finale, Alessandria ai quarti, poi la semifinale con la Pergolettese e quel momento - il 2-0 parziale per i gialloblù nel ritorno dopo il 2-2 dell'andata - in cui tutto poteva sembrare perduto: «Ma io ero tranquillissimo - ricorda Filippo - perché sapevo perfettamente che avevamo le capacità per ribaltarla e l’avevamo già fatto in altre occasioni, ero fiducioso nei nostri mezzi». E aveva ragione lui. Quella partita finisce 5-2 per la Pro Sesto, che vola in finale e va a vincere lo Scudetto dagli undici metri: «Il rigore di Pozzi? Sono scoppiato a piangere, ho provato un’emozione fortissima: mai provato qualcosa del genere in tutta la mia vita». E vissero tutti felici e contenti.

PRO SESTO-AREZZO UNDER 15 SERIE C • Un attimo prima della festa: lo staff urla "oooooohhhh", Filippo Signore prende la coppa dello Scudetto e va ad alzarla al cielo di Recanati 

C'ERA UNA VOLTA…

Per Signore, però, il calcio non è sempre stato rose e fiori. Ci sono stati i momenti difficili, come normale che sia alla sua età, e come è normale che sia per una generazione che ha dovuto affrontare la pandemia in un momento particolarmente delicato della propria crescita. Le belle storie però sono piene di supereroi, e anche Filippo ha il suo. Non ha un nome d'arte come Superman o Batman ma ha un nome e un cognome ben preciso, Roberto Raimondi: è un ex allenatore proprio della Pro Sesto, abita due piani sotto alla famiglia Signore e durante lo stop all'attività sportiva ha tenuto accesa la fiammella della passione in quello che oggi è il capitano più forte d'Italia a livello di Serie C: «Gli devo moltissimo, facevamo gli allenamenti individuali quando non si poteva fare nient'altro e mi ha fatto tornare l'entusiasmo per questo sport». Pippo scendeva le scale dal suo quarto piano, Roberto stava al secondo e via insieme a fare esercitazioni e scatti. E anche da quegli allenamenti è nato il Filippo Signore di oggi, anche da quegli allenamenti - oltre a quelli ovviamente di Simone Sacchi e Andrea Oggioni che lo hanno avuto prima di Fabio Sacco in Pro Sesto - è nato il Filippo Signore che si laurea Campione d'Italia: «I ringraziamenti sono ai mister Sacco e Saldarini e alla società che ha creduto in me, la dedica invece è per mia nonna Marilena che non c’è più: mi piace pensare che oggi abbiamo vinto questa partita anche grazie a lei. Poi ovviamente a mio papà, a mia mamma e a tutta la mia famiglia». A papà Francesco, a mamma Valentina, alla sorellina più piccola Agata. E a tutta Lequile, paese di nemmeno 10mila abitanti a pochi chilometri da Lecce nonché terra originaria proprio di suo padre Francesco.

UN VERO CAPITANO

«La determinazione è mezza prestazione» come mantra prima della partita, poi tutta una serie di riti di avvicinamento al match. La sera prima si va a letto presto, prima di uscire per andare al campo una bella doccia, poi la musica (ultimamente Nabi, ma è particolarmente affezionato anche a "Triste" di Simba la Rue), la consegna delle maglie, la vestizione sempre nello stesso ordine, il saltello prima di avviarsi a salutare la panchina avversaria. Piccoli gesti che danno sicurezza, quella sicurezza che poi Filippo - ma per tutti Filo o Signo - mette e trasmette in campo. Un livello di sicurezza per certi versi inusuale per un ragazzo di 15 anni (compiuti lo scorso 18 aprile), un livello di sicurezza che ovviamente ha anche attirato le attenzioni di diversi osservatori tant'è Como, Cesena e Fiorentina starebbero pensando a lui per l'anno prossimo. Nato e cresciuto nel Villa (società di Milano, zona Greco), ha cominciato a fare sport giocando a rugby ma virando poi definitivamente sul calcio: e, anche stavolta, ha avuto ragione lui.

PRO SESTO-AREZZO UNDER 15 SERIE C • Filippo Signore in posa con la Coppa: un momento scolpito per sempre

NUMERI DA URLO

Quelli di una stagione clamorosa: 34 presenze su 35 partite ufficiali, 2688 minuti su 2800 totali (ha saltato solo l'ultima partita col Sestri Levante per ricaricare un po' le pile ed è stato sostituito al 9' del secondo tempo nel match contro la Lucchese in campionato, per il resto Sacco non ha mai fatto a meno di lui), il tutto condito da 5 gol segnati - contro Sassari Torres (2ª giornata), Olbia (9ª), Lucchese (10ª), Carrarese (11ª) e Giana Erminio (22ª) - e tutta una serie di prestazioni perfette, come del resto quella nella finalissima con l'Arezzo. Una finale che si ricorderà per sempre. La tensione pre-partita, i 100 minuti di battaglia, il pathos dei calci di rigore, la coppa finita tra le sue mani e alzata al cielo di Recanati insieme a tutti i suoi compagni. E vissero tutti felici e contenti.

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