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Alessandria, tempo scaduto! Niente bonifico e già senza Moccagatta: verso un altro fallimento dopo quello del 2003

Il termine è scaduto per il versamento dei debiti nei confronti di Figc, tesserati, dipendenti e Comune è scaduto alle ore 18: stadio (con dentro la sede) già revocato

Dopo quello del 2003 per l'Orso grigio e l'Alessandria lo spettro sempre più 'reale' di un nuovo fallimento

Dopo quello del 2003 per l'Orso grigio e l'Alessandria lo spettro sempre più 'reale' di un nuovo fallimento

Il termine delle 18 imposto dalla Figc per i pagamenti ai tesserati dell'Alessandria Calcio, compresi gli stipendi e i contributi relativi ai mesi di marzo, aprile e maggio, è scaduto senza che i fondi siano stati trasferiti. La situazione è stata comunicata alla Figc, mentre risulta essere stata revocata la concessione al Moccagatta.

Il 10 luglio 2024 segna una data nera per l'Alessandria Calcio. L'attesa di un'inversione di rotta si è rivelata vana, con i dipendenti in sede che attendevano invano notizie sui pagamenti. A pochi minuti dalla scadenza stabilita per versare i fondi alla Figc, nessuna telefonata di conferma è giunta. Le risorse non bonificate sul conto dell'Alessandria 2023 impediscono il pagamento degli emolumenti, ammontanti a circa 700mila euro.

Nell'albo pretorio del Comune è stata pubblicata la determina che risolve la convenzione con la società grigia e prevede la riconsegna dell'impianto. I conti della società rimangono bloccati, nonostante i tentativi dell'avvocato Massimo Grattarola di sbloccarli. La situazione finanziaria dell'Alessandria Calcio appare sempre più critica, con un creditore che ha richiesto la liquidazione giudiziale. La proprietà non fornisce rassicurazioni concrete, mentre i dipendenti non ricevono risposte alle loro domande.

La revoca della concessione dello stadio sembra segnare definitivamente il destino della squadra verso una crisi irreversibile dal punto di vista contabile. Si profila un futuro incerto per i grigi, ma resta ancora una speranza di risollevamento da parte dell'imprenditoria locale per evitare il triste epilogo della sparizione definitiva dell'Alessandria Calcio. Già nelle settimane passate e nei mesi scorsi qualche tentativo di avvicinare qualche imprenditore locale era sfumato a causa della situazione non chiara dei conti che la cronaca delle ultime ore ha confermato. Chissà però che quegli stessi imprenditori non provino la strada che era stata percorsa dal Novara solo qualche stagione fa: ripartire magari anche solo con la prima squadra con una nuova società e poi ricostruire con pazienza...


UNA STORIA CHE TRISTEMENTE SI RIPETE... DOPO IL 2003 SI PROSPETTA UN NUOVO FALLIMENTO

Quello che sembra profilarsi sempre più come un fallimento alle porte, datato 2024, riporta, purtroppo al recente passato, con il 'primo' fallimento datato 2003: così come si legge anche sul sito dell'Alessandria Calcio nella sezione in cui si ripercorre la stora del club. Storia di cui riportiamo gli eventi salienti proprio da quel 2003...

Al termine del campionato 2002-03 la società, dopo anni di delusioni sportive e di tribolati passaggi di proprietà che coinvolsero anche il patron del Livorno ed ex-presidente del Genoa Spinelli, retrocesse tra i Dilettanti, prima del fallimento dichiarato per inadempienze economiche il 13 agosto 2003.

Dalle ceneri dell’Unione Sportiva nacque inizialmente, per iniziativa del Comune di Alessandria e nonostante la forte contrarietà della tifoseria alessandrina (che decise di non seguire la nuova squadra per la durata dell’intero campionato), una nuova società, la Nuova Alessandria 1912, che ripartì dall’Eccellenza regionale. Nel 2004, con gli acquisti del titolo sportivo e, successivamente, del marchio originale da parte di una cordata d’imprenditori locali, il club in maglia grigia fece il suo ritorno nel calcio italiano, risalendo con facilità nel campionato di Serie D. Il 30 marzo 2008 ottenne con largo anticipo sulla fine del campionato la promozione in Lega Pro Seconda Divisione per la stagione 2008-09; il primo torneo tra i professionisti a cinque anni dal fallimento vide l’Alessandria costantemente al vertice.

Completata la propria resurrezione al termine di un campionato di buon livello, la società passò dalle mani dell’imprenditore ovadese Gianni Bianchi a quelle del già presidente del Sansovino Giorgio Veltroni. Malgrado l’improvviso ripresentarsi di questioni economiche, una squadra vivace e ben organizzata dal tecnico Maurizio Sarri andò ben oltre i pronostici, centrando il terzo posto finale del campionato 2010-11, miglior risultato sportivo degli ultimi decenni, e la prima partecipazione ai play-off per la promozione in Serie B, poi persi di fronte alla Salernitana. L’era Veltroni si chiuse dopo un’unica stagione con il ritorno sotto l’egida di imprenditori locali, ma vicende giudiziarie portate in dote dall’ex proprietà relative al caso Scommessopoli costarono alla squadra la retrocessione a tavolino in Lega Pro Seconda Divisione.

Nel gennaio 2013 la società passò nelle mani dell’imprenditore torinese Luca Di Masi e, al termine del campionato 2013-2014, ottenne l’accesso al nuovo campionato di terza serie, istituito nella susseguente stagione sportiva.

Nella stagione 2015-2016 raggiunse la semifinale della Coppa Italia, eliminando in trasferta due formazioni di Serie A (Palermo e Genoa) e due di Serie B (Pro Vercelli e Spezia), diventando la prima formazione di terza serie in grado di raggiungere una fase così avanzata della competizione dopo trentadue anni.

Nella stagione 2020-2021 l’Alessandria militò nel girone A della Serie C: dopo un girone d’andata deludente, Angelo Gregucci venne sostituito da Moreno Longo. La squadra disputò un ottimo girone di ritorno che le consentì di chiudere il campionato al secondo posto. Nel corso dei play-off per l’assegnazione dell’ultimo posto disponibile per l’accesso alla Serie B, i grigi eliminarono Feralpisalò e AlbinoLeffe rispettivamente nei quarti e nelle semifinali, trovando il Padova in finale. La gara d’andata all’Euganeo di Padova terminò 0-0. Nella gara di ritorno, al Moccagatta di Alessandria, nel corso dei 90 minuti regolamentari e dei successivi 30 supplementari il risultato rimase fermo sullo 0 a 0. Il verdetto finale venne pertanto deciso dai calci di rigore, con l’Alessandria che si impose per 5 a 4, ritornando pertanto, per la prima volta dal 1975, in Serie B dopo 46 anni.

Il successivo campionato di Serie B 2021-2022 si concluse amaramente per gli alessandrini, che retrocessero in Serie C per effetto della sconfitta subita all’ultima giornata in casa contro il L.R. Vicenza, che, a parità di punti, ebbe accesso ai play-out per avere vinto i due scontri diretti contro i grigi.


LE DIFFICOLTÀ, LA RETROCESSIONE IN SERIE D E L’OMBRA DI UN NUOVO FALLIMENTO

Al ritorno in C, l’Alessandria venne inserita nel Girone B, dove ottenne faticosamente la salvezza grazie alla vittoria nei playout contro il San Donato Tavarnelle. L’anno successivo, il presidente Luca Di Masi cedette la società ad Enea Benedetto, uomo d’affari torinese nel campo delle cryptovalute. Nell’autunno 2023, Benedetto cedette poi le sue quote ad Andrea Molinaro, imprenditore milanese originario di Como impegnato nei settori della segnaletica stradale, delle mense scolastiche, della pulizia, delle manutenzioni e della logistica, il quale divenne successivamente presidente dell’Alessandria Calcio. L’annata si rivelò sfortunata e molto complicata, complice il passaggio di quote e il caos societario: la squadra ne risentì particolarmente e, nonostante i vari cambi di allenatori, terminò la stagione all’ultimo posto, retrocedendo in Serie D.

Il resto, purtroppo, è cronaca di questi giorni e queste ore con l’ombra del (nuovo) fallimento e la liquidazione ormai alle porte…

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