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11 Luglio 2024
In queste ore in cui si celebra e si prospetta il secondo fallimento (per ora sportivo e a breve anche societario) in poco più di 20 anni (il primo fu nel 2003, ndr) sono tante le domande, le speranze, i dubbi e le parole che si sentono attorno al futuro dell’Alessandria Calcio 1912.
Dove l’unica certezza, purtroppo però, sembra essere quella che il club cesserà la sua esistenza e la sua attività non avendo provveduto a pagare dipendenti, tesserati, contributi e non solo, che al momento l’eventuale società non avrebbe nè uno stadio dove giocare (revocato il Moccagatta), nè una sede operativa (la ‘vecchia’ era dentro il Moccagatta revocato), nè un campo per gli allenamenti e per le giovanili (essendo il Cento Grigio e il Michelin ormai destinati ad altre attività), panorama a cui si aggiunge una situazione generale debitoria che nel suo complesso sembra si aggiri su alcuni milioni di euro.
La ‘scomparsa’ dell’attuale Alessandria dunque, sembra sempre più vicina e inevitabile ma nell’attesa che sul passato venga messa la parola fine dalla Giustizia sportiva e da eventuali tribunali, le preoccupazioni e i pensieri vanno a quello che potrà o potrebbe essere il futuro. Di cui, ad oggi, è davvero prematuro e quasi impossibile delineare orizzonti e confini. Se da una parte infatti c’è chi ipotizza e vede nel ‘Città di Alessandria’ e già Luese una opzione per non far sparire in nome di Alessandria e dell’Alessandria dal panorama calcistico italiano, c’è anche chi assicura che, amministrazione comunale in primis, prima di dare la ‘benedizione’ a qualsiasi altro ‘progetto o presunto tale’, ci vada con estrema cautela.
Non si nasconde infatti, il desiderio e la volontà di non vivere e rivivere incertezze e avventure che possano anche solo minimamente ricordare e riportare a ciò che in questi mesi si è visto e sentito in casa Alessandria. E chissà se i detrattori di Luca Di Masi non abbiano cambiato almeno un po’ idea sul recente passato del club, per un decennio riportato agli onori del calcio italiano dall’imprenditore torinese ma costretto a lasciare per la contestazione di una piazza che ora ha toccato con mano, purtroppo, cosa significhi allontanare persone e imprenditori seri in nome di chissà quale colpa, per poi lasciare spazio al vuoto totale in cui è facile, nel panorama calcistico italiano, attirare personaggi e situazioni che di solido e credibile hanno davvero poco e che quasi sempre portano tutte allo stesso destino: il declino se non il fallimento in una sorta di contrappasso…
In quest’ottica allora, diventa fondamentale non avere fretta di trovare una soluzione per provare, in pochissimo tempo, a ‘salvare la storia’. E proprio in questa ottica di voler creare un progetto serio, solido, credibile e di alto profilo, non fa mistero e non nasconde le proprie idee, il proprio interesse e il proprio coinvolgimento Luca Sforzini, apprezzato e affermato giovane imprenditore nel campo dell’arte, pavese ma proprietario di un Castello a Castellar Ponzano a Tortona, e che quest'anno e in passato ha toccato con mano la realtà Alessandria avendo avuto il figlio nella squadra Under 15 che ha sfiorato la finale scudetto nell'ultima stagione.
L'imprenditore Luca Sforzini
Che dopo aver avuto nei mesi scorsi qualche contatto con la ‘vecchia proprietà’ descrive così passato, presente e futuro: «In qualità di imprenditore del territorio, avevo manifestato la mia disponibilità a collaborare già a dicembre, in occasione del passaggio di proprietà da Benedetto a Molinaro, ma senza che a ciò venisse dato seguito. Si sono poi ricordati di me verso fine aprile, quando con la nuova proprietà ci fu un colloquio esplorativo. Solo a maggio però, ho avuto le risposte, in forma di bilanci che ho potuto visionare dopo lunga attesa - quando ormai la situazione era precipitata oltre tempo massimo. Purtroppo tutto è precipitato irrimediabilmente. E allora? Io dico e ribadisco che non avendo avuto le risposte che chiedevo e che necessitano come imprenditore per poter anche solo cominciare a costruire un’eventuale squadra a supporto economico e finanziario, non se ne fece nulla e ora la situazione è quella che è».
Presente e futuro che Luca Sforzini disegna così: «Io dico e ribadisco che a livello personale e imprenditoriale la disponibilità, il coinvolgimento e l’interesse personale ci sono e restano. Essendo però abituato come imprenditore a fare solo le cose per bene, preparandole nei dettagli, avendo solidità aziendale e finanziaria, condividendo progetti e idee con persone credibili e di altissimo profilo e con ambizioni vere e non certo quelle di sopravvivere in qualche modo, dico che serve e servirà del tempo ma ci sono e potrebbero esserci le condizioni per una nuova e grande Alessandria ma sul serio!»
Progetto e ambizioni che potrebbero portare a una nuova società che si presenti al via del prossimo campionato un po’ come era successo due anni fa col Novara? «Come detto per i progetti seri e ambiziosi ci vuole tempo e un programma economico e finanziario solido e che guardi al medio-lungo termine. Provare a fare una squadra in poche settimane e senza giovanili o altro, così come immaginare uno spin-off del settore giovanile per salvare il salvabile nell’immediato non è a mio parere la soluzione. Ora è il tempo ‘che si depositi la polvere’, aspettare ciò che sarà della vecchia Alessandria e intanto usare i prossimi mesi per creare davvero un progetto e una proposta solida, credibile e con grandi ambizioni, che non può essere quella di vivacchiare in Serie D o Serie C… Ci sono e ci sarebbero i presupposti per creare davvero qualcosa di importante, solido e ambizioso ma come detto sono abituato a programmare e non improvvisare. E soprattutto le realtà economiche, finanziarie e imprenditoriali che ne sarebbero coinvolte, sono di un tale spessore, serietà e solidità, che non sposerebbero certamente improvvisazioni».
Il post sulla pagina Facebook pubblicato da Luca Sforzini
Nomi, personaggi e realtà di cui è assolutamente prematuro fare identikit e nomi ma di cui Luca Sforzini ribadisce possibili interessi e volontà di sedersi attorno ad un tavolo per un piano aziendale e sportivo pianificato nei minimi dettagli: «Il mio interesse così come quello delle figure eventualmente coinvolte non ha scadenza perchè a tutti noi sta veramente a cuore il territorio, la sua promozione così come tutti gli aspetti sociali che deriverebbero da un nuovo progetto ambizioso per l’Alessandria e per Alessandria, quindi siamo, sono e sarò disponibile a qualsiasi confronto nel merito e di merito, ribadendo però che le cose importanti devono essere preparate senza fretta e nei minimi dettagli di programmazione aziendale, sostenibilità ecc… Sarebbe quindi un grande progetto da rendere possibile e operativo nei prossimi mesi per potersi magare presentare ‘pronti’ tra un anno. Non sarà una soluzione immediata? Come detto le cose fatte di corsa non possono essere cose fatte bene e a livello personale non credo siano comunque le soluzioni migliori».
Contatti con il sindaco? «Fin quando non ci sono certezze sulla situazione così fino a quando non avremo chiaro l’orizzonte e potremo approntare un vero piano industriale e aziendale, non faccio e non facciamo perdere tempo a nessuno. Mi ha fatto sorridere che qualcuno in queste settimane si sia proposto come ‘intermediario’ tra me il sindaco… Persona con la quale anche per motivi personali e imprenditoriali non ho certo bisogno di presunti ‘intermediari’ per poter avere un colloquio o un confronto serio. Ovviamente quello è passaggio obbligato e inevitabile, sono e saremo sempre disponibili ma come detto non facciamo perdere tempo a nessuno fin quando non avremo certezze, solidità e piano strategico, finanziario ed economico. Ma per soddisfare queste condizioni serve del tempo e non sarà nell’immediato, anche in attesa di vedere il ‘percorso e la fine’ che farà la vecchia Alessandria. E comunque ribadisco, fare o provare a fare le cose di corsa e in un mese non è quello che ho e abbiamo in mente di fare. Sopravvivere non è ciò che ho e abbiamo in mente: meglio far stabilizzare la situazione e provare a costruire con persone che hanno dato la loro disponibilità, un grande futuro dell’Alessandria, in linea con le potenzialità delle persone e delle realtà coinvolte a livello aziendale, imprenditoriale, economico e finanziario. Sapendo che come me, sono persone e realtà legate al territorio e che operano e opererebbero solo e soltanto per il bene di Alessandria e dell’Alessandria».