Serie C
24 Agosto 2024
PALOMBI, ALCIONE: L'esordio in Serie C è tutto orange (Crediti foto: Ufficio Stampa Alcione)
C'è solo una reazione possibile: il cuore che batte a 100 all'ora. Lì davanti c’è l’Atalanta Under 23. Lo scrivevamo un mese fa, papale papale. Il giorno è arrivato: 24 agosto 2024, è la data che entra nella storia dell’Alcione. È l’esordio nel calcio dei grandi, è il battesimo nella Serie C, è il momento della grande prova al cospetto della Dea. Il comunale di Caravaggio fa da palcoscenico, le bandiere orange sono le immancabili decorazioni, tutto intorno gli sguardi fieri dicono una cosa soltanto: «siamo già nella leggenda». Sono volti che non potevano neanche immaginare quanta leggenda ci fosse in quei 90 minuti più recupero, i primi degli orange nei professionisti. Le premesse non erano delle migliori, viste le tante defezioni tra i soldati di Cusatis. Ma solo chi ha la faccia tosta di sbattersene dei pronostici riesce a fare la storia. Invernizzi prima, Bagatti poi: 2-1 per l'Alcione contro l'Atalanta Under 23. Semplice quanto inaspettato, meraviglioso quanto meritato. Un Alcione che soffre, un Alcione resiliente, un Alcione che punge quanto meno te lo aspetti. Un Alcione leggendario, tutto il resto è noia.
«Siamo già nella leggenda», si diceva. Ma poteva forse l'Alcione di Milano accontentarsi di un'orgogliosa partecipazione? Nossignore. Spiace dare torto ai visi fieri della tribuna, ma la leggenda vera si compie solo 9 minuti dopo il primo fischio di Terribile di Bassano del Grappa. Ci pensa Invernizzi a scrivere l’epica, parola per parola. L’inchiostro? Un pallone che parte da centrocampo e gli arriva perfetto sullo scarpino, scavalca Comi prima e Dajcar poi per gonfiare la prima rete dell’Alcione tra i prof. La chiosa? Una corsa tranquilla, con le braccia allargate e la testa all’indietro: una liberazione. Può dirsi leggenda questa?
Non basta Bernasconi (10’), non basta Panada (28’), non basta Vavassori (32’ e 35’): la legge non scritta - non serve - vuole che Filippo Bacchin sia impenetrabile. Sugli sviluppi del calcio d’angolo di Panada, il numero 11 nerazzurro si coordina bene, ma i guantoni orange dicono che no, non si passa. Soffre questo Alcione? Sì, non ci sono dubbi. Per 12 lunghissimi minuti le telecamere sono tutte puntate sulla metà campo di Piccinocchi e compagni, con la Dea che pressa come se volesse offrire una nuova versione della leggenda, come se non volesse proprio saperne di rimanere a guardare. Soffre questo Alcione. Ma resiste. Terribile fischia e manda tutti negli spogliatoi sull’1-0 per gli orange di Milano. Se non è leggenda questa…
Davide contro Golia, pare. Ma non sempre la realtà nuda e cruda segue le regole della favola biblica. Dopo tanto resistere alla fine del primo tempo, anche la testa più dura si scalfisce. E chi poteva essere il Golia che reinventa tutte le regole della storia? Ovviamente, un certo Dominic Vavassori. Classe 2005, ma pare che il calcio lo mastichi dall’età della pietra. È il secondo minuto della ripresa, è il miracolo di Vlahovic ad innescare il pibe de oro della fascia sinistra, è il capolavoro del numero 11 della Dea: al volo, bellissimo, a trafiggere anche Bacchin. Dunque 1-1. Scrivere la leggenda d’altronde non è mestiere facile.
Ma l’Alcione è vivo. Davide non è pronto ad alzare bandiera bianca. Lo dice Pirola in difesa, due volte provvidenziale su Bernasconi. E soprattutto lo dice Palombi. 96 all’anagrafe, 96 anche il numero di maglia: al 67’ fa tutto da solo, rimbocca le coperte alla difesa nerazzurra e tenta di riprendersi la penna per continuare a scrivere la leggenda degli orange. Il palo gli toglie la gloria, ma sì: l’Alcione è vivo. Anzi, vivissimo. Guardare per credere. Dalla sinistra l’assist di Dimarco - sangue interista: cresciuto nelle giovanili della sponda nerazzurra di Milano, il fratello è il Federico che conosciamo tutti -, dalla testa di Bagatti il capolavoro: Dajcar si allunga ma non c’è niente da fare, questo Alcione la sua leggenda non la molla. Chiamatelo miracolo, chiamatela magia, chiamatela come meglio credete. La panchina era corta, l'attacco decimato per via di infortuni, colonne portanti della storica promozione in Serie C (vedi Foglio) erano fuori uso: ma quando la storia chiama, l'Alcione risponde. Sempre. E sì, Davide ce l'ha fatta ancora una volta...
ATALANTA U23-ALCIONE 1-2
RETI: 9' Invernizzi (Al.), 2' st Vavassori (At.), 34' st Bagatti (Al.)
ATALANTA (3-4-2-1): Dajcar 6, Bergonzi 6.5, Comi 5.5, Ghislandi 6 (40' st Camara sv), Idele 6.5 (25' st Ghezzi 6), Gyabuaa 6.5, Panada 6 (40' st Kraja sv), Bernasconi 6.5, Muhameti 6 (1' st Bonanomi 6), Vavassori 7 (32' st Fiogbe sv), Vlahovic 7. A disp. Bertini, Torriani, Armstrong, Tavanti, Manzoni, Maffessoli, Capac. All. Modesto 6.
ALCIONE (4-3-1-2): Bacchin 7.5, Chierichetti 7, Pirola 7, Miculi 7 (45' st Caremoli sv), Dimarco 7, Bagatti 8, Piccinocchi 7, Palma 6.5, Bright 6.5 (41' st Bertolotti sv), Invernizzi 8 (36' st Pio Loco sv), Palombi 7.5. A disp. Agazzi, Mazzola, Bonaiti, Lanzi, Bertoni, Rebaudo. All. Cusatis 7.5.
ARBITRO: Terribile di Bassano del Grappa 7.
ASSISTENTI: De Luca di Merano e Fenzi di Treviso.
QUARTO UOMO: Poli di Verona.
AMMONITI: Miculi (Al), Bagatti (Al), Piccinocchi (Al).