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Sette minuti da incubo! La Lazio ribalta l'Inter nel finale ed è già in testa

Ancora vacante la prima vittoria per i nerazzurri di Zanchetta, cambi decisivi per i biancocelesti

Thomas Berenbruch; Inter Primavera

INTER PRIMAVERA • Thomas Berenbruch, il suo assist al bacio illude Zanchetta

Roma Caput Mundi? No, è Lazio Caput Mundi. Perché quando successo al Fersini, Roma e i laziali li mette al centro del mondo. O meglio, al centro e quindi in testa al campionato Primavera dopo appena due giornate. Com'è stato possibile tutto ciò? Semplice, con un'impresa senza senso, un'impresa targata biancocelste. Perché nel 3-2 che manda al tappeto l'Inter di Zanchetta c'è di tutto. Un primo vantaggio targato Balde, non perfetto Calligaris che vive una partita tutt'altro che positiva, poi la rimonta nerazzurra con i capolavori di Motta e Berenbruch, che però sanno solo di beffarda illusione. D'altronde d'impresa di parlava, di clamoroso si diceva. Ecco che allora Sanderra tira fuori il coniglio dal cilindro, o meglio i conigli. Dentro Ferrari e Serra che confezionano il pari, dentro D'Agostini che scaraventa in porta un pallone che firma una vittoria che è già storia. Perché la Lazio architetta una rimonta da panico, perché sale in vetta al campionato, perché dopo due partite la voce "punti" recita 1 per i nerazzurri di Zanchetta. Il campionato è appena iniziato vero, ma è una sconfitta che fa già parlare.

 

 

MOTTA SVEGLIA L'INTER

 

È già tempo di risposte per l'Inter di Zanchetta, che dopo il pari all'esordio (1-1) contro il Bologna tra luci ed ombre cerca i primi tre punti della stagione. E lo fa nel caldo infernale del Mirko Fersini di Roma dove ad accogliere i nerazzurri c'è la Lazio di Sanderra. Biancocelesti che, a differenza dei meneghini, sono reduci dall'esordio positivo e vincente in casa dell'Empoli (0-1) confezionato dal nuovo acquisto ex Barça, Cristobal Munoz. Laziali che cambiano due uomini rispetto alla trasferta in Toscana di sette giorni fa: dentro Sulejmani e Cuzzarella al posto di Serra e D'Agostini; meneghini che invece confermano la formazione dell'esordio. L'avvio è però tutto dell'Inter, brava a tenere fermamente il possesso con il palleggio reiterato del proprio centrocampo e di conseguenza i suggerimenti per gli esterni Quieto da una parte e De Pieri dall'altra. Proprio su un suggerimento del dieci nerazzurro arriva la prima grande occasione della partita (3'): Quieto lascia partire un cross dalla sinistra che taglia l'area di rigore e arriva sul fondo per Berenbruch, tocco magico d'esterno destro per Lavelli che in piena area piccola colpisce a botta sicura ma calcia male, favorendo l'intervento di pura opposizione di Renzetti.

Un primo campanello d'allarme che sveglia la Lazio, perché nonostante capitan Alexiou e compagni continuino a mantenere il predomino del pallone, le occasioni faticano ad arrivare. Ed ecco che alla prima sortita offensiva, i biancocelesti fanno centro e lo fanno con Munoz per Balde (15') che da fuori lascia partire un destro su cui Calligaris si allunga ma non è perfetto: palla in porta e vantaggio biancoceleste. Svantaggio che stordisce ma non butta giù i nerazzurri. Palla che gira sì ma con qualche difficoltà, vista la ritrovata pressione dei padroni di casa, ringalluzziti da gol trovato ma poi mai veramente concreti. E allora ecco che la squadra di Zanchetta ragiona, ragiona, fraseggia e....colpisce al minuto 38: azione tremendamente "Gasperiniana" con un dialogo da esterno a esterno. Quindi Aidoo dalla destra che la mette in mezzo perfetta per l'inserimento dalla parte opposta di Motta che col piatto al volo fa 1-1.

 

 

DELIRIO BIANCOCELESTE

 

Si riparte e l'Inter fa copia, ma questa volta incolla. Sì, perché nel primo tempo Lavelli cestina dopo tre minuti, nel secondo invece Thomas Berenbruch, stesso minuto, non perdona: cross magistrale dalla sinistra di Motta che pesca perfettamente il colpo di testa del sette nerazzurro che svetta lasciato inspiegabilmente solo da Petta e Bordon e sigla il gol che vale la rimonta nerazzurra (1-2). Reazione da grande squadra quella dell'undici nerazzurro che monta in sella subito, riprendendo da dove aveva lasciato: palla gestita magistralmente dal trio Topalovic-Bovo-Berenbruch a centrocampo, che cerca di addormentare la partita, nonostante una Lazio comunque sul pezzo ma inizialmente poco concreta. Sanderra cambia tutta la corsia mancina inserendo Ferrari e Serra per svegliare la squadra, Zanchetta invece sceglie Romano al posto di Quieto. Al 20' è ancora il piede fatato di Berenbruch a disegnare calcio e portare occasioni: il centrocampista nerazzurro avanza al limite dell'area di rigore e scucchiaia un pallone col contagiri che taglia la difesa biancoceleste e arriva a Motta; il terzino però a tu per tu con Renzetti svirgola la conclusione al volo col mancino fallendo il gol della sicurezza.

L'inter gestisce, senza forzare troppo, forse piacendosi un pò troppo, senza affondare. E allora ecco che a mezz'ora abbondantemente scoccata la Lazio fa tutto quello che l'Inter non gli aveva concesso prima, lo spazio sulle corsie (32'): Ferrari fugge a De Pieri e mette un cross forte e teso su cui Calligaris buca ed ecco che appostato come un falco c'è Serra che appoggia a porta vuota il gol del pareggio. Cambi proverbiali, per usare un eufemismo. Gol e assist dei subentrati? Sì, ma non finisce qui, perché passano neanche dieci minuti ed ecco che, ancora dalla panchina, ancora lato biancoceleste, la partita svolta (39'): un Bovo stanchissimo perde palla in mezzo al campo, ripartenza orchestrata poi per Gelli che la mette in mezzo, Bovo interviene di testa rischiando l'autogol, Calligaris respinge ma appostato come un falco c'è D'Agostini che ribadisce in porta il gol del clamoroso 3-2. È la sliding door decisiva, quella che mette la parola fine alla partita: festeggia Sanderra, piange Zanchetta.

 

IL TABELLINO

 

LAZIO-INTER 3-2
RETI (1-0, 1-2, 3-2): 15' Balde (L), 38' Motta (I), 3' st Berenbruch (I), 32' st Serra (L), 39' st D'Agostini L. (L).
LAZIO (4-3-3): Renzetti 6.5, Zazza 6.5, Petta 7, Bordon 6, Milani 6.5 (15' st Ferrari 6.5), Nazzaro 6 (21' st Gelli 6.5), Di Tommaso 7 (42' st Marinaj sv), Munoz 6.5, Cuzzarella 6 (15' st Serra 7), Sulejmani 6 (21' st D'Agostini L. 7.5), Balde 7. A disp. Bosi, Cipriani, Bordoni, Ercoli, Bigotti, Pinelli. All. Sanderra 7.5.
INTER (4-3-3): Calligaris 5, Aidoo 6.5, Garonetti 5.5, Alexiou 6, Motta 7, Berenbruch 7.5, Bovo 5.5 (42' st Zanchetta sv), Topalovic 6.5, De Pieri 6 (37' st Mosconi sv), Lavelli 5.5 (37' st Spinaccè sv), Quieto 6 (17' st Romano 6). A disp. Zamarian, Maye, Zarate, Venturini, Della Mora, Re Cecconi, Pinotti. All. Zanchetta 5.
ARBITRO: Burlando di Genova 7.
ASSISTENTI: Lisi di Firenze e Romano di Isernia.
AMMONITI: Petta (L), Bordon (L), Munoz (L), D'Agostini L. (L), Topalovic (I).

 

 

LE PAGELLE 

 

LAZIO

Renzetti 6.5 Salva con un riflesso felino la conclusione sporca a botta sicura di Lavelli sulla linea di porta, poi non può nulla sui gol di Motta e Berenbruch che hanno vita facile nell'area avversaria.
Zazza 6.5
Il suo dirimpettaio è Motta, un cliente mai come quest'oggi difficilissimo e che lo costringe a tirare i remi in barca, lui però reagisce benissimo arroccandosi con efficacia.
Petta 7
La marcatura mancata sul 2-1 nerazzurro rischia di rovinare una prestazione sino a quel momento esemplare, ma non è aria. Non sbaglia più nulla chiudendo la porta in faccia a Lavelli prima e alla coppia Mosconi-Spinaccè poi.
Bordon 6
Partecipa al concorso di colpe sul gol di Berenbruch, a differenza di Petta la sua reazione non c'è, gioca una partita poco pulita e poco concreta.
Milani 6.5
Parte benissimo con sovrapposizioni e tagli alle spalle della difesa, poi rincula quando l'Inter spinge e di fatto lo costringe nella propria zona di competenza.
15' st Ferrari 6.5
Tocca pochi palloni ma porta tanto brio alla spina offensiva biancoceleste, la giocata più importante è senza dubbio l'assist per Serra che vale il 2-2.
Nazzaro 6
Davanti a lui Topalovic è un vero e proprio mastino che si fionda su ogni pallone, ha poco spazio per agire, fa il suo senza strafare ma neanche eccellere.
21' st Gelli 6.5
Così come Ferrari entra, non si vede molto, ma quando ha il pallone tra i piedi fa male, suo il pallone che origina la rete del 3-2.
Di Tommaso 7
In mezzo al campo comanda lui, il suo collega avversario Bovo sale in cattedra e inizialmente gli toglie spazio, lui però non si scompone, reagisce e di minuto in minuto si prende il trono del centrocampo (42' st Marinaj sv).
Munoz 6.5
Non efficace e tagliente come ad Empoli una settimana fa, davanti si vede poco ma il suo apporto nel possesso e nelle transizioni è sempre fatto con i tempo giusti.
Cuzzarella 6
I primi minuti sembrano suggerire una prestazione, la sua, destinata a brillare, poi però si spegne col passare dei minuti e di fatto non sfonda mai.
15' st Serra 7
L'ennesima mossa vincente di Sanderra nel corso della partita, si apposta come un falco e mette dentro a porta vuota il 2-2 sul buco di Calligaris.
Sulejmani 6
Tanto lavoro sporco per lui, poche conclusioni verso la porta ma da apprezzare nella sua prestazione c'è ben altro.
21' st D'Agostini L. 7.5
Il profeta di giornata, l'uomo della provvidenza, anche a lui bastano pochi minuti per carburare, il risultato? La botta terrificante da pochi passi che vale il gol della rimonta e dei tre punti.
Balde 7 Inizia benissimo con una forte conclusione dalla distanza che beffa Calligaris e sblocca la partita, poi tanto lavoro sporco e lavoro in fase di raccordo utile ai fini della gestione della partita.
All. Sanderra 7.5
Quando la tua squadra rimonta in sette minuti e i gol portano la firma dei subentrati, per il merito va guardato senza dubbio chi è seduto in panchina. La sua Lazio è brava a gestire le scorribande dell'Inter, a resistere e poi colpire architettando un successo che fa già rumore.

 

 

INTER

Calligaris 5 Giornata da dimenticare: indeciso sia sulla botta dalla distanza di Balde che sul cross teso rasoterra messo da Ferrari, buono il riflesso sul fuoco amico di Bovo ma non può evitare la deviazione vincente di D'Agostini.
Aidoo 6.5
Inizia benissimo arando la corsia di destra ogni volta che ne ha la possibilità, confeziona un assist al bacio per il gol del pareggio di Motta, poi diminuisce i giri del motore col passare dei minuti e la Lazio ne approfitta.
Garonetti 5.5
Poco sicuro nel tenere linea e posizione, e infatti secondo e terzo gol della Lazio arrivano con i giocatori biancocelesti sempre liberi di colpire indisturbati, non la migliore prestazione che si potesse immaginare.
Alexiou 6
Un pò più pulito rispetto a Garonetti, se non altro ha il merito di suonare la carica una volta andati sotto per la prima volta, ma anche per lui la giornata non è delle migliori.
Motta 7
Spinta costante ed impetuosa sulla sinistra, il taglio con cui arriva alla conclusione di piatto al volo e al gol dell'1-1 è da far vedere nelle scuole calcio, così come il cross che disegna per il colpo di testa di Berenbruch e che illude tutti.
Berenbruch 7.5
Nettamente il migliore dei suoi, tanta classe e tanta qualità come sempre al servizio dei nerazzurri. Prima mette in mezzo un pallone con un tocco sublime di esterno destro per Lavelli che deve solo segnare ma cestina, poi si fa trovare pronto con un colpo di testa mortifero che vale il 2-1. L'immagine del finale è l'assist al bacio per Motta che però non inquadra, poi la rimonta.
Bovo 5.5
Inizia benissimo, tanti recuperi in mezzo al campo e tanta legna, poi col passare dei minuti fatica, esaurisce forze ed energie perdendo il pallone da cui si origina il contropiede che porta alla rete di D'Agostini (42' st Zanchetta sv).
Topalovic 6.5
Il migliore dopo Berenbruch del centrocampo nerazzurro, va un pò in apprensione nel momento caldo della partita ma ne riemerge con intelligenza e dimostrando una calma invidiabile.
De Pieri 6
Aggirato in occasione del cross messo da Ferrari per il 2-2, inizia bene con tanto movimento e tanti spunti, basta vedere come tratta il pallone. Poi però si spegne col ticchettare dell'orologio (37' st Mosconi sv).
Lavelli 5.5
Si divora il gol dell'1-0, Renzetti è bravo a reagire ma la conclusione del classe 2006 è sporca e impacciata, troppo. Poi fa fatica a prendere posizione e a pulire palloni per renderli giocabili per i compagni. (37' st Spinaccè sv).
Quieto 6
Più pimpante rispetto a De Pieri, se non altro tiene sempre sulle spine Zazza costringendolo a non muovere mai la sua posizione, il difetto della sua partita è che non punge come una settimana fa.
17' st Romano 6
Entra in campo con volontà cercando spesso la conclusione ma non la trova mai, cerca di dare il suo apporto in un finale complicato.
All. Zanchetta 5
Se hai il merito di andare avanti con rimonta, gestire il possesso quasi dominando, e poi alla prima occasione disfai quanto hai costruito, qualcosa non funziona. Sono passate solo due partite ma la quadra ancora non c'è, gli strumenti per invertire la rotta però ci sono tutti.

 

ARBITRO

Burlando di Genova 7 Ottima prestazione del fischietto ligure, la grande correttezza in campo facilita senza dubbio la direzione, ma lui è bravo a gestire i pochi ed isolati momenti dove il nervosismo può affiorare.

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