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Da Palermo alla 10 della Juve come Dybala! Arriva dalla Sicilia uno dei talenti più forti d'Italia

Giuseppe Pipitò trascina il Palermo fino ai Playoff da sotto età. Roma e Juve lo volevano, a 14 anni il sogno bianconero è realtà

Il nuovo numero 10 della Juventus arriva dalla Sicilia ed è uno dei talenti più forti d'Italia!

Il nuovo numero 10 della Juventus arriva dalla Sicilia ed è uno dei talenti più forti d'Italia! In foto Paulo Dybala ai tempi della Juventus nella stagione 2015-2016

Esistono storie predestinate di predestinati. E quella di Giuseppe Pipitò è una di queste. Dalle strade di Palermo - la sua città - indossando la maglietta degli idoli juventini, al campo di Vinovo della Torino bianconera, casa di grandi campioni del gioco del calcio. 1500 chilometri di distanza si annullano quando scorre tra le vene una passione così forte. «Il sogno è diventato realtà» come ha scritto lui stesso sui suoi profili social, Giuseppe arriva alla Juventus per inseguire un sogno: essere come quei grandi campioni.

GIUSEPPE PIPITÒ CON LA MAGLIETTA DEL PALERMO

CALCIATORI DA GENERAZIONI

Si può dire che quello di Giuseppe era un destino scritto, ovvero quello che sarebbe diventato un calciatore. Infatti, papà Ludovico ha giocato nelle giovanili della Fincantieri Calcio, una squadra del palermitano nata per gli operai dei cantieri navali della città, scioltasi poi nel 2005. Ma sono soprattutto suo zio Domenico (fratello gemello del padre) ad aver giocato a livelli più alti, con l'Olbia in Lega Pro 2 (ex C2), e il cugino di Ludovico, Domenico Marino, il quale ha un passato di oltre 150 presenze tra Serie C e C2, passando per il Taranto, Pisa e Ternana, fra le tante, e anche nelle giovanili del Palermo come Giuseppe. Tra le altre cose, Marino ha anche allenato suo nipote per un breve periodo nel Villabate quando Pipitò aveva cinque anni, che durante un'intervista ricorda un aneddoto del primo allenamento: «Ero con i 2005 del Villabate e lui era 5 anni più piccolo, suo padre mi aveva detto che sarebbe arrivato in ritardo. Entrò in campo e mi disse: 'mi scusi, mister'. L'ho osservato per giorni ed è sempre stato concentrato, applicato, umile. Da qui ho capito che può fare strada». Il sogno di Giuseppe è quello di un'intera famiglia, realizzarlo è stato per tutti una soddisfazione immensa, lo sarebbe stato specialmente per una persona in particolare, suo nonno 'Minichello' a cui dedica ogni suo gol tutte le domeniche.

PREDESTINATO

La sua storia calcistica comincia da piccino. Classe 2010, inizia a farsi notare nell'Accademia di Pamela Conti, ex calciatrice palermitana, ora allenatrice della nazionale femminile del Venezuela, in cui apprende le basi del calcio e si mette in mostra per uno spiccato talento. Il suo mancino si vede che è prezioso e il Palermo se ne assicura alla svelta, consci di avere tra le mani un trequartista dalle pure e cristalline qualità balistiche. Nell'ultima stagione in rosanero, Pipitò si è definitivamente consacrato in questo universo: da sotto leva in Under 15 segna 12 gol in 20 presenze in campionato, che diventano 16 in 24 gettoni contando gli ottavi e i quarti di finale. Infatti, grazie alle sue reti, Giuseppe ha trascinato il Palermo al quarto posto nel Girone C, e quindi ai Playoff. Un risultato storico. Nella fase finale segna tre gol in totale al Bologna agli ottavi: all'andata trova il gol del pareggio e al ritorno sigilla la vittoria con una doppietta incredibile con un parziale di 4-3. Solo il Genoa - sarà poi la seconda finalista dopo la Roma, che si laureerà campione d'Italia - sarà in grado di interrompere il meraviglioso cammino dei ragazzi di Emanuele Chiappara, andati ad un passo da una storica impresa.

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IL TRENO BIANCONERO E LA 10

In seguito ad un'annata del genere e con il contratto in scadenza, gli occhi delle big italiane si sono catapultati fissi sul talentino 2010: a contenderselo ci sono prepotenti Roma, vincitrice uscente per quanto riguarda l'Under 15, e la Juventus di Marcello Benesperi. Ma al cuor non si comanda, e il cuore batte per la Juve. La stessa squadra in cui hanno giocato idoli di Palermo e dell'intero Sud come Totò Schillaci, Fabrizio Miccoli, Paulo Dybala o i vari campioni del Mondo del 2006 Toni, Grosso e Barzagli.

Giuseppe firma il nuovo contratto con la Signora, ma non dimentica le sue radici e saluta con queste parole il Palermo: 

«Dopo quattro anni intensi e ricchi di emozioni, è giunto il momento di salutarci. Voglio ringraziare ogni singolo compagno di squadra, il mister e tutto lo staff per il sostegno e la fiducia dimostrata. Grato di aver dimostrato a tutti di non essere una semplice squadra ma una famiglia, vi porterò sempre tutti nel cuore…Vi Voglio Bene».

I NUMERI DI PIPITÒ NELL'ULTIMA STAGIONE AL PALERMO PRESENTI SULL'APP DI SPRINTESPORT

I paragoni con la 'Joya' argentina sono arrivati ben presto, non tanto per il trasferimento, bensì per il modo elegante di giocare, da trequartista dal mancino educato. E anche per un altro particolare: la maglia numero 10. Sì perché, già dalle prime amichevoli e tornei svolti con la casacca bianconera, sono arrivate le prime significative investiture, proprio come l'indossare il prestigioso numero: decisivo contro Brugge e Borussia Dortmund con due reti in una competizione in Olanda, a segno anche contro la Fiorentina, Roma (proprio alla Roma che tanto lo voleva, segna un gol spettacolare mettendo il pallone sotto l'incrocio da fuori area) e Pescara nella Scudetto Cup Gabriele D'Annunzio, in cui la Signora ha chiuso al terzo posto, vincendo la finalina contro gli abruzzesi. 

'La stella del Sud' Pipitò è subito implacabile contro grandi avversari, lo scorso anno è arrivata anche la prima convocazione in nazionale (sempre con la 10 sulle spalle), di cui vorrà farne sicuramente un'abitudine. Per ottenerlo è necessaria una grande stagione con questi nuovi colori. Il campionato è alle porte e la gara d'esordio sarà contro il Genoa, guarda caso la squadra contro cui ha giocato l'ultima partita in rosanero. Come un filo invisibile, finito un capitolo, ne inizia subito uno nuovo. Un collegamento indissolubile tra presente e passato per il futuro tutto da scrivere di Giuseppe, che continua a sognare.

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