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Serie C

A testa alta contro la grande favorita: Alcione sconfitto solo su rigore, il Padova non perdona

Varas è decisivo dagli undici metri

CHIERICHETTI E LIGUORI, ALCIONE E PADOVA

SERIE C, ALCIONE: Chierichetti in uno scontro di gioco con Liguori (Crediti foto: Alcione)

La settimana scorsa avevamo parlato di un violino scordato. L'ha trovato l'Alcione il suo diapason? Subito la risposta, per evitare di lasciare questioni in sospeso: no, non ancora, è un dato di fatto. Ma c'è un "ma". Non era la partita giusta, e anche questo è un dato di fatto. Il favoritissimo Padova fa la partita, il gioco, il gol che vuol dire vittoria: e tutto sommato nulla di tutto questo sorprende. Ma dall'altra parte chi c'è? C'è un Alcione che non molla, che non trema, che si fa colpire da quel rigore di Varas nel primo tempo, ma non si fa affondare. Insomma sì, un Alcione che perde senza imbarcare. È un 1-0 che lascia anche sensazioni positive a Cusatis&Co: c'è ancora da lavorare, ma la chiave di volta non è lontana

PUNTURA

Pressione, pressione, pressione. Ma c’era da aspettarselo. Si poteva forse credere che la trasferta in terra veneta, la prima fuori dai confini della Lombardia, potesse essere una passeggiata? No, non c’è dubbio alcuno. E infatti l’Alcione sta lì, come piace a lui: un po’ acquattato, un po’ aspettando il Padova nella sua metà campo, un po’ soffrendo e un po’ inventando soluzioni. Il Padova fa il Padova, nulla da dire: Liguori si mette in mostra al 6’, capitan Crisetig fa lo stesso su sviluppo di calcio di punizione, Belli crossa per un colpo di testa sopraffino - anche se un po’ centrale - di Spagnoli (14’). Il risultato? Nulla da fare. Lo zampino? Quello di Bacchin. E subito dopo anche un soffio della dea bendata. Se quel colpo di testa di Liguori sull’iniziativa clamorosa di Varas fosse stato 10 centimetri più a destra (17’), il primo tempo sarebbe stato ben più amaro per Cusatis. 

E poi, crolla la muraglia. C’era da spettarselo. Per la legge dei grandi numeri, a forza di tentare anche il muro più solido viene giù. E infatti, l’Alcione cede. Forse un po’ di nervosismo, forse un po’ di pressione (sempre lei, quella maledetta pressione), sicuramente un certo ritardo di Pirola su Liguori. Nessun tentennamento: è rigore. Al dischetto ci va il solito Varas, che non ci pensa due volte a portare il suo Padova davanti: è 1-0. Meritato? Senza dubbi. È finita qui? Assolutamente no. Un po’ perché siamo solo al 27’, un po’ perché il Padova continua a spingere (Belli e Spagnoli sembrano una coppia di fatto), un po’ perché l’Alcione è sempre e pur sempre l’Alcione. 

RESISTERE

Quel cuore diretto lassù, a qualcuno sulle tribune. È il cuore delle dita di Varas, l'eroe di giornata. È il cuore di un Padova che il suo primo posto in classifica (a pari merito con il Renate) non lo vuole proprio mollare. Ma è anche il cuore di un Alcione che non intende lasciare un centimetro di campo. Certo, la traversa di Liguori a quattro minuti dal rientro in campo fa vacillare, come anche quella conclusione di Spagnoli (ma quanto lo ha cercato il 2-0 Spagnoli?) che solo un miracoloso Bacchin riesce a deviare in calcio d'angolo. Ma dall'altra parte del campo Dimarco, Palma e Bonaiti lasciano la timidezza: affacciarsi alla porta del Padova non è impresa facile, eppure da qualche parte bisognerà pur cominciare. Che l'ingrediente segreto per una rimonta del secolo sia forse l'esordio di Bertoni a centro campo? Scuola Milan, ex Pro Patria, Milanese d'hoc: l'Alcione ci spera, il Padova si dimostra pronto a controbattere.

Nel frattempo, mentre nelle due aree tecniche si gioca a scacchi con cambi e con indicazioni lanciate da una parte all'altra del rettangolo verde, la partita si fa arcigna. Il Padova non molla l'osso, l'Alcione non molla la garra. Fino all'ultimi secondo, fino agi sgoccioli, fino a che i muscoli non ne possono davvero più. Ne sa qualcosa Dimarco, che a tre minuti dalla fine butta dentro un cross clamoroso nell'area padovana. Non trova nessuno - questione di millesimi di secondo, questione di millimetri di campo - ma il messaggio è forte e chiaro: «Non conosciamo il significato della parola resa». E neppure il triplice fischio costringe Bonaiti e compagni ad aprire il dizionario: è sconfitta sì, ma il coltello tra i denti l'Alcione se lo tiene ancora ben stretto

IL TABELLINO

PADOVA-ALCIONE 1-0
RETE
: 27' rig. Varas  (P).
PADOVA (3-4-2-1): Fortin 6, Delli Carri 6.5, Belli 7 (33' st Faedo), Perrotta 6.5, Crisetig 7, Varas  7 (33' st Bianchi sv), Fusi 6.5, Spagnoli 7 (17' st Bortolussi 7), Capelli 6.5, Liguori 7 (24' st Valente 6.5), Favale 6.5 (24' st Villa 6.5). A disp. Voltan, Bensi, Russini, Cretella, Crescenzi, Granata, Kirwan, Broh, Beccaro. All. Andreoletti 6.5.
ALCIONE (4-3-1-2): Bacchin 7, Chierichetti 6, Miculi 6, Bonaiti 6.5, Palma 6 (14' st Bertoni 6.5), Dimarco 6.5, Pirola 6, Marconi 6 (14' st Samele 6), Invernizzi 6 (20' st Bright 6.5), Bagatti 6 (29' st Pio Loco sv), Palombi 6.5. A disp. Agazzi, Piccinocchi, Mazzola, Foglio, Lanzi, Caremoli, Stabile, Pessolani, Bertolotti. All. Cusatis 6.5.
ARBITRO: Restaldo di Ivrea 6.5.
ASSISTENTI: Gentile di Isernia e Russo di Nichelino.
QUARTO UOMO: Zini di Udine.
AMMONITI: Varas  (P), Bonaiti (A), Dimarco (A), Marconi (A), Invernizzi (A).

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