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La sentenza

Bergamini, fu omicidio. L'amico fraterno: «Mai creduto al suicidio, dopo 35 anni giustizia è fatta»

L'ex calciatore del Cosenza, da anni allenatore tra Piemonte e Lombardia, è sempre rimasto in contatto con la famiglia del compagno di squadra, morto nel 1989

DENIS BERGAMINI SERGIO GALEAZZI

COMPAGNI DI SQUADRA PER 3 ANNI - Donato Bergamini e Sergio Galeazzi hanno giocato insieme nel Cosenza tra C1 e B dal 1986 al 1989

«Questa sentenza è una sorta di liberazione, è venuta fuori una verità che già da tempo si sapeva. Denis Bergamini non si è suicidato, si sono dette tante cose per sviare l'attenzione in questi anni ma finalmente grazie alla tenacia della famiglia e all'interesse sempre tenuto vivo dalla città di Cosenza e dai tifosi si è arrivati a questo. Non appena l'ho saputo ho pianto perchè ora la verità è stata accertata da un giudice». Quando nella serata di martedì 1° ottobre la Corte d'Assise del Tribunale di Cosenza ha pronunciato la condanna a 16 anni di carcere per «concorso con ignoti in omicidio volontario» a carico di Isabella Internò, ex fidanzata del giocatore del Cosenza Donato Denis Bergamini, Sergio Galeazzi era in Piemonte. Nel territorio aronese nel quale risiede da sempre. Ma l'ex centrocampista del team calabrese, nonché da anni allenatore sul territorio sia in Piemonte che in Lombardia tra i Dilettanti, già grande amico fraterno e compagno di squadra di Bergamini dal 1986 al 1989, idealmente era in Calabria, al fianco di altri ex compagni e amici di campo proprio dei tempi del Cosenza come Michele Padovano, Luigi Simoni e Alberto Urban

FIGURINA EUROFLASH 1989 - DONATO BERGAMINI SERGIO GALEAZZI

ALBUM EUROFLASH 1989 - La figurina doppia di Donato Bergamini e Sergio Galeazzi ai tempi del Cosenza in Serie B

Tutti insieme al fianco di Donata Bergamini, sorella del calciatore scomparso, da sempre in prima linea per la ricerca della verità sul fratello trovato morto il 18 novembre 1989 sulla strada statale 106 Jonica, a Roseto Capo Spulico vicino a Cosenza. Le prime indagini, basate sulle dichiarazioni di alcuni testimoni, avevano fatto propendere per il suicidio volontario con il giocatore gettatosi sotto ad un camion, ma la famiglia di Bergamini e gli amici non hanno mai accettato questa verità. E tra indagini aperte, chiuse e ancora riaperte, ci sono voluti 35 anni per una sentenza di condanna. «Ma quale suicidio, non c'era alcun motivo per cui Denis si suicidasse, era un ragazzo a posto e serio e alla fine di quel campionato sarebbe andato a giocare al Parma di Nevio Scala, quindi in Serie A - sottolinea Galeazzi - chi ha davanti a sé un futuro del genere non pensa di certo ad uccidersi e questo finalmente è stato riconosciuto. Nel corso degli anni si è parlato di Totonero o di altre situazioni che lo avrebbero riguardato, ma non era vero niente. La sentenza di Cosenza accerta una verità che aspettavamo da anni, ma che comunque già conoscevamo». 

COSENZA SERIE B FACEBOOK

COSENZA SERIE B - Il post sui canali social ufficiali del club rossoblù dopo la sentenza di martedì 1° ottobre

Galeazzi, attualmente allenatore del Baveno Stresa nel Girone A di Eccellenza in Piemonte, e anch'egli sentito come testimone durante il processo nel gennaio 2022, guarda anche oltre considerando la condanna di «concorso con ignoti in omicidio volontario». «Io sono fiducioso che adesso si riesca a fare giustizia anche nel modo più totale - dice l'ex giocatore del Cosenza - chi ha ucciso materialmente Bergamini non è stato ancora condannato e la vicenda andrà avanti. Ma tutto questo non sarebbe successo se non grazie alla grande costanza della famiglia. Li ho incontrati più volte in questi anni ed è un grande dispiacere sapere che purtroppo papà Domizio è morto senza poter venire a conoscenza della verità processuale. Allo stesso modo ci sono tante persone che in questi anni hanno sempre mantenuto vivo l'interesse sulla vicenda e va dato merito alla città e ai tifosi del Cosenza, che non a caso si sono anche radunati al di fuori del Tribunale martedì con cori e striscioni». 

ULTRAS CALABRIA

Lo stesso Cosenza Calcio, che 7 anni fa aveva ritirato la maglia numero 8 di Bergamini, sui propri canali social ha espresso soddisfazione per il raggiungimento di una sentenza che ha riconosciuto una verità sulla morte del giocatore. E sono stati davvero tanti gli ex compagni di squadra del giocatore che lo hanno ricordato nelle ore successive al verdetto di martedì 1° ottobre. Del caso in questi anni se ne è parlato parecchio anche sui media nazionali e lo stesso Sergio Galeazzi nel corso degli anni come persona molto vicina a Denis Bergamini è stato ospite di trasmissioni di approfondimento e di inchiesta come "Chi l'ha visto", "Le Iene" e "Quarto Grado". «Come ho fatto io che ho vissuto anche con lui ai tempi del Cosenza e lo consideravo come un fratello, anche molti altri compagni di squadra dell'epoca si sono battuti per tenere viva la speranza che si arrivasse ad una sentenza. Ed è stata davvero una liberazione per tutti» conclude Galeazzi.

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