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Il calcio è dei tifosi: un silenzio che urla più forte di mille parole

Quando il cuore dei tifosi batte più forte delle istituzioni, il calcio ritrova la sua vera anima

Il calcio è dei tifosi: un silenzio che urla più forte di mille parole

Il calcio è davvero dei tifosi? Questa domanda, che riecheggia come un mantra tra gli spalti di ogni stadio, ha trovato una risposta amara nello scorso fine settimana. La tragica scomparsa di tre giovani tifosi del Foggia, Michele Biccari, Gaetano Gentile e Samuel Del Grande, ha scosso il mondo del calcio, ma non abbastanza da smuovere le istituzioni a dedicare un minuto di silenzio in loro memoria. Un gesto mancato che ha lasciato spazio a un vuoto colmato solo dalla passione e dal cuore pulsante degli ultras.

UN MINUTO DI SILENZIO CHE PARLA AL CUORE

Nel mondo del calcio, dove ogni secondo può fare la differenza tra vittoria e sconfitta, un minuto di silenzio può significare molto più di quanto sembri. Eppure, la decisione di non riservare questo momento ai giovani tifosi del Foggia ha risuonato come uno schiaffo in faccia a chi vive il calcio come una fede. Gianfranco Zola, vicepresidente della Lega Pro, ha liquidato la questione con un laconico "ci si poteva pensare", una frase che suona stonata e che ha sollevato un coro di indignazione tra i tifosi.



GLI ULTRAS: CUORE PULSANTE DEL CALCIO

In questa cornice di indifferenza istituzionale, sono stati gli ultras a prendere in mano la situazione. Spesso dipinti come i cattivi del calcio, questi tifosi appassionati hanno dimostrato che la loro forza va ben oltre i cori e le coreografie. In molte curve d'Italia, senza bisogno di comunicazioni ufficiali, il minuto di silenzio è stato rispettato, seguito da canti di sostegno e striscioni di solidarietà. Un gesto spontaneo che ha mostrato come, di fronte a tragedie umane, le rivalità possano e debbano essere messe da parte.

CALCIO E ISTITUZIONI: UN DIALOGO DA RINNOVARE

Questa vicenda solleva una questione fondamentale: quanto contano davvero i tifosi per le istituzioni calcistiche? Troppo spesso, il loro ruolo si limita a quello di spettatori paganti, senza un reale coinvolgimento nelle decisioni che li riguardano. È tempo che le istituzioni ascoltino il cuore pulsante del calcio, quello che batte sugli spalti, e riconoscano il valore umano di chi vive questo sport con passione e dedizione. Nonostante la mancanza di un riconoscimento ufficiale, il gesto degli ultras ha inviato un segnale forte e chiaro: il calcio è e deve restare dei tifosi. La loro capacità di unirsi in momenti di dolore, di mettere da parte le rivalità e di dimostrare solidarietà, rappresenta la vera essenza di questo sport. Un esempio che dovrebbe ispirare anche le istituzioni a non dimenticare mai chi, ogni settimana, riempie gli stadi e dà vita al gioco più bello del mondo.

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