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15 Novembre 2024
Scandalo nel Calcio: ancora l'ombra delle scommesse. La squalifica di un arbitro rischia di essere una voragine
Calcio e scommesse, ci risiamo? Cosa accade quando l'integrità del calcio viene messa in discussione? È il caso di Luigi Catanoso, ex arbitro della Serie C, che si trova ora al centro di uno scandalo che ha fatto tremare i vertici del calcio italiano. A seguito di un'indagine approfondita, il tribunale federale ha deciso di infliggere due anni di squalifica a Catanoso per tentata corruzione. Ma cosa ha portato a questa decisione drastica?
L'INCONTRO FATALE: FIRENZE, 17 AGOSTO
Tutto ha avuto inizio con un incontro a Firenze il 17 agosto, un giorno che Catanoso probabilmente non dimenticherà mai. Qui, l'ex arbitro ha incontrato il collega Milone, anch'egli calabrese, designato per la partita Empoli-Lazio di Primavera 1. Secondo le accuse, Catanoso avrebbe offerto a Milone circa tremila euro in cambio di informazioni che gli avrebbero permesso di scommettere con certezza su ammonizioni, rigori e sulla squadra che avrebbe segnato per prima. Un'offerta che Milone ha prontamente rifiutato, scegliendo invece di informare il suo designatore e il procuratore Chinè.
UN VASO DI PANDORA: IL BETTING ILLECITO
La sentenza contro Catanoso ha aperto nuovamente il dibattito sul betting illecito tra i tesserati, un problema che il calcio italiano ha già affrontato in passato. Non è la prima volta che l'ombra delle scommesse si allunga sul mondo del calcio professionistico. Solo un anno fa, un caso simile aveva coinvolto anche calciatori di Serie A e della nazionale. Questa volta, però, è un direttore di gara a finire nell'occhio del ciclone, sollevando interrogativi sulla trasparenza e l'integrità del sistema arbitrale.
UN PASSATO TURBOLENTO: I PRECEDENTI DI CATANOSO
Catanoso non è nuovo a situazioni controverse. Già nel 2020, era stato al centro dell'attenzione per un match sospeso a causa di un suo infortunio sospetto, accompagnato da un eccesso di scommesse sui suoi incontri, segnalate ai monopoli di stato e alla FIGC. Tuttavia, all'epoca, la procura di Roma non riuscì a raccogliere prove sufficienti per procedere. Questa volta, invece, la testimonianza di Milone si è rivelata decisiva, portando alla squalifica di Catanoso.