Cosa rende una squadra di calcio davvero speciale? È solo una questione di talento individuale o c'è qualcosa di più profondo, un'alchimia che trasforma un gruppo di giovani promesse in una macchina da gol inarrestabile? Le nazionali giovanili italiane, Under 17 e Under 19, hanno recentemente dato una risposta eloquente a questa domanda, conquistando i rispettivi gironi di qualificazione europea con un percorso netto, senza subire neanche un gol. Un'impresa che va ben oltre i numeri, già di per sé importanti: 6 vittorie in 6 partite, 23 gol fatti, nessuno subito. E se a questo score aggiungiamo i risultati di Under 20 e Under 18, anch'esse in campo nella sosta, il discorso si fa ancora più interessante: 10 vittorie su 10 gare, 33 gol fatti (per una media di 3,3 a partita…) e appena 4 subiti. Insomma tanta - ma tanta - roba.
L'UNDER 17 DI MASSIMILIANO FAVO: UN TRIONFO SENZA PRECEDENTI
Quando si parla di calcio giovanile, spesso si tende a minimizzare l'importanza dei risultati, concentrandosi piuttosto sullo sviluppo dei giocatori. Ma cosa succede quando una squadra riesce a combinare entrambe le cose, vincendo e convincendo? È il caso dell'
Under 17 azzurra guidata da
Massimiliano Favo, una squadra che ha fatto della
solidità difensiva e della
prolificità offensiva il suo marchio di fabbrica. Nel gruppo 9 delle qualificazioni europee, gli Azzurrini hanno travolto San Marino (5-0), Galles (4-0) e Norvegia (7-0), segnando 17 gol senza subirne nemmeno uno. Un risultato che parla da solo, ma che trova ulteriore valore nei protagonisti di questa cavalcata.
Thomas Campaniello, attaccante classe 2008 dell'Empoli, è stato il faro offensivo della squadra, con 6 reti in 3 partite. Campaniello non è solo un bomber, ma un leader silenzioso, capace di trascinare i compagni con il suo esempio. E ora, con la
fase élite in programma tra il 18 e il 26 marzo, il sogno continua.

Alberto Bollini e Massimiliano Favo (foto figc.it)
L'UNDER 19 DI ALBERTO BOLLINI: LA CONCRETEZZA DI UN GRUPPO VINCENTE Se l'
Under 17 ha fatto della spettacolarità il suo cavallo di battaglia, l'
Under 19 di
Alberto Bollini ha dimostrato che la
concretezza e la solidità possono essere altrettanto efficaci. Nel gruppo 8, i giovani Azzurri
hanno superato Bosnia ed Erzegovina (3-0), Montenegro (3-0) e Grecia (1-0), padrone di casa, senza mai perdere il controllo della situazione. Il capitano
Mattia Mannini, centrocampista della Roma classe 2006, ha guidato la squadra con tre gol in altrettante partite, dimostrando di essere un leader non solo in campo, ma anche nello spogliatoio. Bollini, che già due stagioni fa aveva portato l'Italia al titolo continentale di categoria a Malta, ha saputo costruire un gruppo coeso, capace di affrontare ogni sfida con determinazione e disciplina tattica.

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IL SEGRETO DEL SUCCESSO: PROGRAMMAZIONE E VISIONE
Dietro questi successi c'è un progetto chiaro e ambizioso, orchestrato dal Club Italia sotto la guida di Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili maschili azzurre. A settembre, a Nyon, Viscidi ha svelato il segreto di questi trionfi durante un workshop UEFA: un mix di programmazione, talento e visione che ha reso le nazionali giovanili italiane un modello da seguire. Non si tratta solo di scovare giovani talenti, ma di inserirli in un contesto che favorisca la loro crescita, sia tecnica che umana. Un lavoro che parte da lontano e che coinvolge allenatori, preparatori e dirigenti, tutti uniti da un unico obiettivo: formare i campioni di domani.
IL FUTURO: UNA STRADA ANCORA DA SCRIVERE Ogni successo è solo una tappa di un viaggio più lungo e complesso. Il 5 dicembre, sempre a Nyon, il
sorteggio della seconda fase di qualificazione delineerà i prossimi orizzonti per le nostre
nazionali giovanili. L'
Under 17 e l'
Under 19, due squadre diverse ma unite da un'unica missione, continueranno a farci sognare, portando avanti il vessillo azzurro con orgoglio e passione. E mentre aspettiamo di scoprire cosa riserverà il
futuro, una cosa è certa: il
calcio giovanile italiano è in ottime mani, pronto a regalare ancora tante emozioni e, perché no, a scrivere nuove pagine di storia.