Under 17 A-B
26 Novembre 2024
COMO, UNDER 17 A-B: Thomas Leggio segna il suo primo gol tra i professionisti
Il primo non si scorda mai. Quella corsa, quella corsa lì, quella che precede il momento di febbrile attesa prima che la palla arrivi. Il ritmo dei battiti che accelera, le gambe che vanno da sole, la baraonda tutto intorno che nelle orecchie si trasforma in un silenzio quasi di tomba. Solo una vocina rimane a parlare: è il richiamo della porta, quello che un attaccante come lui ha imparato a conoscere fin da quando è bambino. «Ancora un passo, non perdere di vista il pallone, salta il difensore, guarda bene dove sta il portiere...»: consigli vecchi come il mondo, di una saggezza impossibile da non ammirare. Thomas Leggio la conosce come le sue tasche: dagli anni all'Olimpia Giarratana al vagabondaggio per tutta Italia, fino all'approdo a Milano dividendosi fra via Bonfadini e via Cazzaniga, quella vocina saggia e chiacchierona non l'ha lasciato un solo secondo. Neanche ora che gioca per un club di Serie A, neanche ora che è un attaccante del Como, neanche nel momento più importante della sua carriera: quello del primo gol tra i professionisti.
C'è un po' di tutto in quel gol, un riassuntone di una vita da vagabondo che pare aver trovato la sua dimensione sotto il cielo comasco. Ha cominciato in Puglia, è passato per il Piemonte, è arrivato infine in Lombardia. Il tutto seguendo i tragitti del lavoro del papà, che di mestiere fa il geologo dell'Eni. Una mappa arzigogolata, di cui abbiamo già raccontato i passaggi salienti. Vale la pena soffermarsi sugli ultimi due: Entoria e Como, via Cazzaniga e Caronno Pertusella. Stiamo parlando dell'Enotria delle meraviglie, quella che ha spaccato il campionato, quella dei vari Fiore, Brugnone, Luly Tommaselli (tutti nei professionisti al girono d'oggi). Lui era una delle stelle più luminose dei mitici rossoblù: il nome di Thomas Leggio lo conoscevano davvero tutti. Da lì l'ultimo salto, il più improntante di tutti.
Il Como è la degna conclusione di un percorso cominciato in un angolino della Puglia ormai 11 anni fa: è il ripagarsi di mille fatiche, è la via del professionismo, è il compimento di tanti sogni nel cassetto. E ora, la speranza è che questo primo gol sia di buon auspicio per qualche minuto in più in campo e, perché no, per rilanciare la squadra nel campionato. Sognare è possibile, crederci è d'obbligo. Se ti chiami Thomas Leggio hai tutti i buoni motivi per farlo.
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L'ha dedicato a suo nonno. Ormai non c'è più dal 2015, ma potete star certi che continua a godersi le partite del nipotino da una posizione privilegiata. Avrà dovuto spostare qualche nuvoletta dal cielo comasco domenica, aggiustare la posa sulla sua poltrona, sporgersi un pochino per non perdere la traiettoria della palla: con i dovuti aggiustamenti, la visuale da lassù era ottima. Per i suoi 75 anni, Thomas sa già cosa regalargli: dopo tanta attesa, dopo tanta panchina, dopo tanto allenamento per prendersi il suo spazio, lo sforzo viene ripagato con un gol che vale come tutto l'oro del mondo.
È stata tutta una quesitone di riflessi. Di posizionamenti studiati alla perfezione e di riflessi. L'azione si sviluppa prima sulla sinistra, ma muore sugli spazi ristretti della difesa avversaria. E allora? Pronto intervento e rinascita sulla destra, dove il Como tenta il primo assalto. Thomas nel frattempo sta lì, nel centro dell'area. La corsa matta e disperatissima è finita, ora è il turno di quell'attesa febbrile: dov'è la palla? Quando arriva? Dove sta il portiere? E nel frattempo la vocina: «Basta un tocco, sparala appena sotto la traversa». Detto fatto, non c'è bisogno di ripeterlo. Quando la palla arriva, Thomas è pronto. La scarica di adrenalina è indescrivibile, l'urlo di gioia arriva fino alla postazione del nonno, la corsa per recuperare la palla dalla rete (i compagni arrivano prima, per il Como c'è da recuperare il risultato contro il Verona!) è la cornice perfetta per un momento che gli resterà tatuato in testa per tutta la vita. Tornando a centrocampo dopo il gol, Thomas avrà guardato in su e avrà sussurrato (anche se un po' in anticipo): «Tanti auguri nonno».