Serie A
29 Novembre 2024
Attacco hacker al sito del Bologna: sottratto l'Iban di Italiano e chiesto un riscatto per non divulgare i dati sottratti
Il Bologna FC è stato preso di mira da un attacco condotto dai cyber criminali di RansomHub, un noto gruppo specializzato in attacchi informatici finalizzati all'estorsione di denaro. Secondo quanto riportato, il gruppo ha pubblicato sul Dark Web una richiesta intimidatoria nei confronti del club emiliano, minacciando di diffondere migliaia di documenti riservati sulla società. Questa azione evidenzia la grave vulnerabilità delle infrastrutture digitali del Bologna FC, mettendo in luce la necessità di un'adeguata protezione informatica.
"L'attacco subito dal Bologna FC rappresenta un campanello d'allarme per tutte le società sportive che devono fare i conti con la sempre crescente minaccia cyber", ha commentato un esperto di sicurezza informatica. Al momento non è chiaro se il club emiliano abbia intenzione di pagare il riscatto richiesto dai cyber criminali per evitare la diffusione dei documenti riservati. Resta da vedere quale sarà la strategia adottata dal Bologna FC per fronteggiare questa delicata situazione e tutelare la propria reputazione.
Secondo il sito ufficiale di RansomHub, gli hacker hanno sottratto circa 200 GB di dati sensibili da un noto club, senza però inibire i suoi sistemi operativi. Tra i dati rubati figurano informazioni sui tifosi, giocatori, allenatori, oltre a documentazione finanziaria riguardante sponsorizzazioni e trasferimenti di calciatori, dati medici e altre informazioni confidenziali. Il gruppo RansomHub, probabilmente con base in Russia, opera secondo un modello "ransom-as-a-service" che funge da franchising.
Questo sistema prevede un'associazione in cui i promotori forniscono agli affiliati gli strumenti per effettuare gli attacchi e una piattaforma per gestire il ricatto. Sfruttano un sito nel Dark Web dove elencano periodicamente le vittime, con un conto alla rovescia per il pagamento del riscatto, che dovrebbe teoricamente prevenire la divulgazione dei dati rubati. Al momento, il sito di RansomHub testimonia 22 estorsioni in corso, mostrando una tendenza a pubblicare i dati rubati piuttosto che bloccarli con la crittografia, diversamente dagli attacchi ransomware tradizionali.
Nel loro comunicato, i membri di RansomHub non rivelano come sono riusciti ad infiltrarsi nei sistemi informatici del Bologna FC, ma rimproverano vivamente il club per non aver implementato misure di sicurezza adeguate. Sostengono che queste carenze hanno portato alla violazione del GDPR, una normativa europea che impone gravi sanzioni per il mancato adeguato trattamento dei dati personali.
I pirati informatici, nel dettagliare il furto, menzionano aver ottenuto un'ampia varietà di dati: contratti di sponsorizzazione, bilanci finanziari, documenti personali di giocatori e tifosi, piani di trasferimenti, informazioni su atleti emergenti, record medici e strategie di marketing.
Nel tentativo di dimostrare la portata del loro attacco, hanno anche fornito un link a un database, che i visitatori possono usare per navigare tra le varie cartelle caricate. Tra gli elementi evidenziati, includono screenshot che rivelano dettagli sugli abbonamenti, accordi con giocatori, testimonianze di sponsorizzazioni e perfino dati sensibili come una scansione del passaporto e l'IBAN di Vincenzo Italiano, l'allenatore del club.
L'ultimatum posto dal gruppo RansomHub è netto per pagare il riscatto richiesto. Solo a quel punto sarà chiaro quale sarà l'esito di questa inquietante vicenda di cybercriminalità che ha colpito uno dei club più noti del calcio italiano. La pressione è alta, e le implicazioni per la sicurezza dei dati sono immense, non solo per il Bologna FC, ma anche come monito per altre organizzazioni sportive sulla necessità di rigorose misure protettive contro simili attacchi informatici.